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Ne avevo già sentito parlare l’anno scorso, appena arrivato. A Stoccolma si tiene (non so bene da quanto tempo) il Pride festival, ovvero una settimana cittadina dedicata al tema della parità dei diritti degli omosessuali (http://www.stockholmpride.org/en/). Ci sono state varie manifestazioni durante la settimana, e vari segni di “benvenuto” della città alla manifestazione, come bandiere arcobaleno esposte nei negozi, per la strada, e persino sugli autobus. La SL infatti (l’azienda di trasporti pubblici cittadini) è, insieme a molte altre aziende e marchi popolari, “orgoglioso sponsor”.
Il culmine della settimana è l’evento più spettacolare, la Stockholm Pride Parade, una marcia festosa dalla piazza di Hötorget fino al parco di Tantolunden, attraverso le parti più “vive” della città, che si è tenuta oggi.
Io sono andato in caccia di fotografie, e non sono rimasto deluso: ne ho portato a casa qualche decina, che potete guardare su Flickr. Devo ammettere che non è stato come mi aspettavo. E’ la prima parata di questo tipo cheho visto, per cui non posso fare grandi confronti; però, preparato involontariamente da anni di TG1 e TG5, mi aspettavo qualcosa di eccessivo, grossolano, pesantemente “trasgressivo”. Caratteristiche, queste, che non si confanno alla Svezia. Ciò che ho visto è la parata di centinaia e centinaia di persone, orgogliose del loro modo di essere, insieme per fare festa e per affermare che appartengono alla società civile esattamente come tutti gli altri cittadini. “Non ho bisogno della vostra approvazione, solo dei vostri stessi diritti“, proclamava un cartello appeso su un passeggino.
Certo c’erano costumi o citazioni provocatorie, ma era facile capirne il significato, in questo contesto: “se devo essere freak, allora oggi lo sarò sul serio”. Alcune cose che in Italia sarebbero state esecrate come scandali sono passate nel sorriso generale, ad esempio i “Santi Lucii” nella foto qui a sinistra.
C’è un’altra cosa a cui non ero preparato: al corteo hanno partecipato gruppi di tutti i tipi, da attivisti per i diritti umani a piccole associazioni di paesi stranieri (che si battono ad esempio contro gli stupri correttivi che si praticano in Africa), ma oltre a loro erano rappresentate moltissime istituzioni pubbliche e associazioni di “categoria”. La SL di cui sopra, gruppi studenteschi e un gruppi di insegnanti (lärare), dottori, infermeri, cristiani (“non c’è amore più grande”), anarchici, artisti dell’Opera, pastori protestanti, genitori orgogliosi, ma anche il Migrationsverket (l’ufficio immigrazione), partiti di sinistra e moderati, associazioni sportive (il DIK, l’AIK, l’Hammarby), pompieri, polizia ed esercito! Provate a immaginarlo in Italia 🙂
Tutte le foto qui: