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Questi sono davvero giorni frenetici. Poco prima delle vacanze di Pasqua, e dopo una lunga serie di incontri, trattative e conoscenze, il gruppo nel quale lavoro ha siglato un nuovo contratto con un nuovo cliente, a Oslo. L’avevo già fatto spesso a partire dallo scorso gennaio, ma ora quasi ogni settimana mi involerò da Arlanda per andare a passare un giorno o due nella capitale norvegese. Si tratta di un progetto molto interessante, remunerativo e a lungo termine, ne sono molto contento.
Con questa buona novella sono tornato a Modena per le vacanze pasquali, passando pranzi in famiglia e con gli amici, e godendomi una temperatura scandalosamente sopra ai 20 gradi, e celebrando la prima uscita dell’anno in maglietta a maniche corte SENZA giacca. Mentre a Modena guardavo su Facebook i preparativi dei miei amici stoccolmesi per il pranzo di Pasqua ho vissuto una strana sensazione di “trasparenza”: la realtà Svedese appariva lontana e sfocata, e anche quella Modenese era vagamente… irreale. Qual’è casa? Davide ha scritto un post che in qualche modo parla dello stesso argomento. In un mio commento ho accennato al fatto che ora entrambi i voli, Svezia-Italia ed Italia-Svezia, sono voli di ritorno.
Ma mercoledì dopo un viaggio iniziato alle 9.45 e terminato circa alle 2 (con un piacevolissimo intermezzo), non ho fatto in tempo ad abbandonarmi a queste considerazioni. La mattina presto sono ripartito per Oslo, poi ho passato la sera di venerdì fuori a cena, e oggi appena sveglio (beh, intorno alle 12.30) sono andato ad un pranzo organizzato da un’amica tornata dalla Sardegna con viveri bastanti per due settimane. Con il contributo di ogni commensale, oggi abbiamo pasteggiato a pane carasau, salsicce passite, prosciutto sardo, formaggi (dal pecorino al Grana), insalata, barbecue vichingo, pasta con la bottarga e zucchine, bruschette e una pletora di dolci, dal torrone alle seadas passando per una serie di paste dei nomi irricordabili ma dai sapori più guduriosi, il tutto annaffiato da vino e da una bottiglia di mirto. Una volta raggiunto il giusto grado di “cottura” siamo usciti a giocare a Kubb, una variante nordica delle bocce, molto divertente, e in grado di portare allo scoperto il vichingo che c’è in ognuno di noi (soprattutto giocando “maschi contro femmine”). Ovviamente alla fine della serata non è avanzato quasi nulla, e ci siamo incamminati per le diverse vie di casa, con una sensazione di frescolino.
Arrivati a casa, si è poi scoperto il perchè: i termometri segnano dai -3 ai -5. E forse quelli che volavano oggi durante il barbecue non erano solo frammenti di cenere, ma anche timidi fiocchi di neve. Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma la primavera ha ancora da venire.