Incontro ravvicinato del terzo tipo con la Hemglassbilen!


Warning: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable in /home/customer/www/boffardi.net/public_html/wp-content/plugins/q-and-a/inc/functions.php on line 252

Sono particolarmente orgoglioso di un importante risultato che ho ottenuto nella mia vita in Svezia, che credo mi attirerá ammirazione ed invidia da parte dei miei connazionali emigrati: ho avuto l’onore ed i privilegio di suonare la musichetta della macchina dei gelati!

É successo durante la gita a Gotland, ma non l’ho raccontato fino a quando non sia stato in grado di produrre prove. Mentre ai margini di un paesino remoto svoltavamo con l’auto per la strada ghiaiata che ci avrebbe portato alla stuga, abbiamo intravisto un furgone dalla forma e dal colore inconfondibile: la Hemglass bil (di cui avevo raccontato qualche inverno fa) ci aveva raggiunto persino in quella propaggine di isola!

Dopo essermi ingraziato la giovane, graziosa, stereotipatamente biondaocchiazzurri conducente della macchina con un acquisto, le ho chiesto di poter suonare la musichetta, lei mi ha mostrato il magico pulsante, e… voilà, ecco il risultato!!

Midsommar a Gotland

Per celebrare la festa di Midsommar sono andato con amici in quella che da alcuni viene definita “la Sardegna della Svezia”, mi perdonino i sardi.
Si tratta dell’isola di Gotland, poco al largo della costa orientale della Svezia, in pieno mar Baltico.

Raggiungere Gotland da Stoccolma è molto semplice, anche non possedendo un’auto: si prende il Pendeltåg usando tranquillamente la tessera dei mezzi pubblici, e si arriva dritti dritti al molo di Nynäshamn. Da li ci si imbarca sul traghetto che in qualche ora porta a Visby, il capoluogo di Gotland. Visto che è una meta piuttosto popolare, soprattutto nella (cortissima) bella stagione, occorre prenotare con largo anticipo!

Visby è una bella cittadina circondata da mura e da decine di alte torri, con una cattedrale gotica e un grossomodo contemporaneo convento francescano un po in rovina, che con i suoi archi a sorreggere il cielo e l’erba a farne da pavimento ricorda in qualche modo la nostra San Galgano.

Noi abbiamo trovato sul sito di annunci Blocket una sommarstuga nella parte meridionale dell’isola. Dopo un viaggio avventuroso e qualche deviazione in strade ghiaiate tempestate di branchi di minuscoli coniglietti (!) siamo arrivati in questa specie di nuova lottizzazione nel nulla, senza un paesino intorno.

L’ambiente era fantastico: anche se di recente costruzione, la casa era in legno in stile tradizionale/moderno, parquet bianchi, e ampie vetrate che davano su un’enorme altana in legno, oltre la quale c’era un recinto per cavalli (che si sono opportunamente allontanati dopo il primo barbecue 🙂 ), e, a vista, il mare. Come spesso succede in Svezia, la casa è normalmente utilizzata come casa vacanza da una famiglia, ed affittata per “arrotondare”.  Libri, riviste, oggetti in bagno e nelle camere da letto la fanno sentire molto “viva”, ed era facile capire che la famiglia fosse di almeno 5 persone, due genitori, due ragazzini e una figlia un po più grande. Non è facile abituarsi al pensiero di essere a casa d’altri!

A parte grigliare e celebrare, abbiamo fatto anche i turisti, andando a visitare l’isola di Fårö all’estremo nord e la punta meridionale.

L’ “isola nell’isola” è molto suggestiva, e oltre ad essere la terra dove è nato, vissuto e morto Ingmar Bergman, un’autentica icona nazionale, ha delle spiagge con caratteristiche formazioni rocciose calcaree, dette “Rauk“, che grazie a fenomeni di erosione creano pilastri che si ergono nell’acqua bassa e limpida.

Nella punta meridionale lo stesso tipo di roccia ha dato origine ad alcune piccole scogliere (parte delle quali recintate e convertite in base della Marina) con anfratti e grotte, che affascinarono anche l’allora turista Linneo.

Altre formazioni di rocce che non hanno particolarmente impressionato sono i cumuli di pietre usati come posti di avvistamento e luoghi di sepoltura cerimoniali, versioni più rudimentali dei  forti e le tombe dell’età del ferro dell’Irlanda. Altri tratti caratteristici di Gotland che ricordano l’Irlanda sono i muretti di pietra a secco che costeggiano le mille stradine, e gli onnipresenti allevamenti di pecore.

La lana e la carne d’agnello di Gotland sono conosciute anche all’estero: le pelli sono calde e morbidissime, mentre degli animali oltre che classiche costine e cosciotti si vendono anche salsicce, che si chiamano lammkorv. Ma gli isolani sono alquanto scafati, e la sensazione è che sappiano di essere attrazione turistica e se ne approfittino per bene, seppure i negozi siano in casettine di legno addossate ad ovili di campagna. Credo che le stesse cose si possano trovare a minor prezzo nei supermercati di Stoccolma 🙂

Un’incontro casuale ma molto suggestivo invece l’abbiamo fatto in un micro paesino sulla costa: mentre eravamo a mangiare in un ristorante con terrazza sul mare, con l’impressione (non veritiera, abbiamo constatato poi)  di essere gli unici visitatori del posto da MOLTO tempo, una signora sulla cinquantina, in abiti da campagna che parevano d’altri tempi ci é venuta a salutare e ci ha avvisato che da li a poco avrebbe sfornato del pane. L’abbiamo raggiunta nella sua bottega, occupata per metà da un grosso ed antico forno a legna, e per l’altra metà da un tavolo con grosse pagnotte a riposare. Nell’aria l’odore della legna, della farina, e del cardamomo, stesse sensazioni che si potevano ritrovare nelle kardemummabullar ancora calde. La signora aveva un caffè che poi ha chiuso, e ora ha ridotto la sua produzione al pane fatto su richiesta, mi ha fatto molto pensare, chissá qual’é la sua storia…

Un’altra caratteristica di Gotland sono i bellissimi fiori viola che si possono trovare dappertutto, e che colorano a sprazzi boschi e strade, ne vedete alcuni esemplari nelle foto.

Il giorno di Midsommar ci siamo uniti a una festicciola di paese, con la decorazione e l’innalzamento del classico majstang, danze popolari e casereccie gara di torte e gruppo di musica tradizionale della scuola locale. Molte ragazze (e le nostre non sono state da meno) portavano in testa la corona di fiori, che secondo l’usanza dovrebbero essere fatte con sette ben specifici fiori, e dopo essere state portate in testa dovrebbero essere messe sotto il cuscino, in modo che la giovane pulzella riceva in sogno la visione del suo principe azzurro.  Sarà che i fiori non siano mai quelli giusti, o che le più grandicelle affianchino ai fiori generose dosi di snaps, ma non ci sono pervenute notizie di sogni illuminanti.

La festicciola è stata carina per la sua semplicitá, ma non è stato niente di che, complice anche la numerosa presenza di svedesi vacanzieri in visita che si potevano facilmente distinguere dalla popolazione locale 🙂

Il classico, tipico, solito, set di foto su Flickr 🙂