Strane cose accadono in Tunnelbana


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È da poco in onda in Svezia una serie TV americana chiamata Marvel’s Agent of S.H.I.E.L.D.,  e l’inizio di un’episodio è girato proprio a Stoccolma:

La scena è bella e ben girata, ma è divertente vedere come abbiano dovuto “adattare” la realtà per motivi scenici:

  • Gli “omini in rosso” sono inquadrati mentre scendono alternatamente due diverse rampe di scale, una larga a un lato della piazza e una stretta davanti alla Kulturhuset
  • Se ne vanno poi allegramente in direzione opposta all’ingresso della Tunnelbana
  • Scendono le scale mobili che dall’ingresso portano direttamente alla linea blu, e si dirigono verso il marciapiede di sinistra verso Hjulsta/Akalla, e nell’inquadratura successiva sono sul marciapiede di destra verso Kungsträdgården
  • La voci della stazione e del treno sono diverse (forse non riuscivano a registrarle in presa diretta) e l’omino dice “Attenzione [alla chiusura] delle porte” quando il treno sta ancora arrivando in stazione
  • Il treno parte da T-Centralen per arrivare… a T-Centralen
  • Sapevátelo: il vagone del treno non ha i classici sedili a gruppi di 4, ma ce li ha paralleli alle fiancate come in molte altre metro. A Stoccolma c’è solo una carrozza con quella configurazione, è del modello Bombardier C20F e non del “classico” Bombardier C20 ( http://en.wikipedia.org/wiki/Stockholm_metro#C20_stock_cars )

Tip Hat a Elena per la segnalazione 🙂

Lost in Google

La miniserie italiana “Lost in Google” é una delle cose piú divertenti, geniali, e soprattutto nerd che abbia mai visto!

Dalla regia di Francesco Ebbasta, che ricalca le orme del mai dimenticato Maccio Capatonda, una serie che parte dalla domanda “Cosa succede se provo a cercare ‘Google’ su Google?” e si sviluppa seguendo i commenti degli spettatori su Youtube!

Una vera genialata, con ospiti di eccezione ed effetti speciali hollywodiani! Ma ecco il primo episodio: internet non sarà più la stessa!

Filmfrukost

Il “Bio Rio” è uno dei vari piccoli cinema d’essay che si possono trovare in città. Vi si può assistere a festival, dibattiti, a volte opere teatrali, e sono la possibilità più preziosa di guardare film italiani, in particolar modo piccole produzioni, che però danno uno spaccato più reale e meno… patinato dell’Italia vista dal di dentro e dal di fuori.
In cinema come questi ho visto Videocracy, Focaccia Blues, Italy Love it or Leave it, e tanti altri, spesso seguiti da dibattiti con i registi.
Ma l’iniziativa più simpatica va decisamente al Bio Rio, e si chiama “filmfrukost”, ovvero “colazione da film”.
Ogni domenica mattina il cinema apre alle 11 e presenta vari film o, come nel momento in cui scrivo, una rassegna di cortometraggi. Agli spettatori viene dato all’ingresso un “cestino” con un panino, macedonia, un piccolo dessert, e caffè e succo d’arancia a volontà.
Ci si può così godere qualche spunto interessante, circondati da gente rilassata nella pigrezza della domenica mattina, con il tepore e il profumo di una tazza di caffè, così diversi dal risucchio di bicchieri di coca cola e dallo sgranocchiare di patatine 🙂
L’ambiente è estremamente confortevole, grazie agli attaccapanni all’interno della sala, e da alcuni tavolini da cui è possibile guardare il film se non si vuole sedere sulle poltroncine.
Ci si sente quasi in colpa a non togliersi le scarpe entrando 🙂

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L’amore non basta mai

Non posso fare a meno di guardare la Svezia con gli occhi di un estraneo, e con lo stesso punto di vista la racconto.
Per cui questa volta vi vorrei segnalare un film che parla della Svezia “piccola”, quella di un villaggio del Dalarna e dei suoi abitanti, e delle piccole storie che lo animano. Non è una commedia, una romantica storia d’amore come titolo o locandina italiane darebbero ad intendere (basti sapere che il titolo originale, “masjävlar” è più un’imprecazione), non è un film di ispirazione sociale o naturalistica, è solo un insieme di storie, raccontate con naturalezza, con semplicità.
Mia, una giovane donna in carriera alla Ericsson, torna controvoglia al paesino natio per festeggiare il compleanno del padre, e si trova ad affrontare questioni di famiglia, gelosie, vite che sarebbero potute essere, e vite che non sono più.
Il tutto raccontato con la sensibilità di una regista donna, Maria Blom.
Devo dire che in effetti è un film scritto da una donna per delle donne, io forse non sono riuscito a fare mie tutte le emozioni delle protagoniste, personificazioni di diversi ruoli della donna nella società, svedese si, ma molto molto simile a quella di qualsiasi altra realtà.
Se pur non apprezzerete tutte le sfumature, però, potrete sempre guardare questo film con la curiosità di un antropologo, perchè potrete trovarvi, in quasi tutti i singoli fotogrammi, il tratteggio della Svezia di campagna, dall’abbigliamento, all’arredamento e ai piccoli gesti (come quello di togliersi le scarpe all’ingresso), gli esterni, persino le marche di negozi e prodotti, fino alle piccole tradizioni (la canzoncina di compleanno, il modo di fare i brindisi), sulle quali la traduzione ed il doppiaggio alle volte non possono fare altro che incespicare.
Insomma, un buon modo di dare un’occhiata a cosa abbiano fuori, e soprattutto dentro, gli Svedesi.

Attila: citazione illustre

Qualche settimana fa, guardando il celeberrimo film “Attila il flagello di Dio” insieme ad amici ahimè sensibilmente più giovani (le buie e piovose serate di Novembre portano a questo e altro), mi sono reso conto che una delle più riuscite citazioni-gag non era stata compresa.
Uno dei personaggi del film si chiama “Renaulto”, è un Gallo (francese, quindi), e viene trovato incatenato in un arena. La sequenza altro non è che la parodia di una bellissima (allora) pubblicità della Renault 18, diretta nientemeno che da Sergio Leone. I più… anzyani la ricoderanno per l’inossidabile slogan “Il Diesel si scatena!”.
Per colmare questa gravosa lacuna dei più ggiovani, ho messo le due sequenze a confronto 🙂 :

Per la cronaca, Renaulto più tardi nel film muore infilzato in combattimento, esalando queste ultime parole: “Io, Renaulto, trafitto da una Lancia!”.
Mi fa ridere della pubblicità, poi, che le catene non sono fissate in nessun modo alla macchina, se ci guardate bene 🙂

Che succede in Svezia? Il processo a The Pirate Bay

Luca Annunziata su Punto Informatico riporta alcunedichiarazioni di Peter Sunde in merito al processo che si é tenuto in Svezia in questi giorni sul “sito” The Pirate Bay, un’organizzazione che facilita lo scambio di informazioni su Internet.

Il punto principale é che grazie alla tecnologia utilizzata (BitTorrent) non é possibile tracciare, controllare e bloccare chi sta scambiando files su internet, ed é possibile scaricare files velocemente e con semplicità. Questo ovviamente non piace ai detentori di copyright, che cercano di fermare la cosa con tutti i mezzi possibili, spingendo politici di tutto il mondo a creare una internet forzata, regolamentata, censurata e monetabile.

Tutta l’economia che ruota attorno alla distribuzione ha ben poco a che vedere con il riconoscere il diritto a chi originariamente ha creato “arte”, come potrebbero far riflettere precednti come il Mickey Mouse Protection Act o anche solo se avete sperimentato personalmente l’arroganza della nostra SIAE.

Comunque il processo é finito, e si attenda la sentenza nel giro di pochi giorni. Il punto chiave dell’assoluzione sarà dimostrare che la tecnologia in sé non può essere ritenuta responsabile dell’uso che ne viene fatto (se qualcuno non é d’accordo comincerei volentieri a discutere l’argomento con i fabbricanti di armi), e che il modello di creazione e distribuzione della cultura va rivisto profondamente. In Svezia se ne sta prendendo coscienza, fino ad arrivare alla creazione del provocatorio “Partito dei Pirati”, con lo scopo di portare una voce diversa é più.. tecnologicamente consapevole nell’ambito politico svedese.

Pirate Bay ha girato un film che descrive come si é arrivati al processo, spiegando quello che gli sta dietro e quello che in realtà Pirate Bay fa e propone. Ha intenzione di distribuirlo ANCHE per i canali tradizionali, ma lo ha intitolato “Steal this film” (ruba questo film) e rilasciato su tutte le piattaforme di condivisione, YouTube incluso.

Due note laterali: 1) nel video si vede Stoccolma ma soprattuto Solna, ovveroil quartiere dove abitiamo sia io che Pirate Bay. 2) a prescindere da tutto il discorso, questi qua hanno fatto iniziato e finito un processo  nel giro di un mese!

Låt den rätte komma in

Eli
Alla fine l’ho visto, non al cinema, ma in DVD.

E’ un bel film, e mantiene il delicato bilanciamento far l’horror e la storia romantica. L’atmosfera è DECISAMENTE svedese, sia per le ambientazioni, che per lo stile dei personaggi e il modo in cui la storia viene narrata, quasi sempre senza musica di sottofondo e dialoghi laconici.

Sono stato felice di guardarlo in svedese (sottotitolato in inglese, eh!), perchè ho potuto riconoscere molte espressioni verbali e gergali, che sicuramente non rendono allo stesso modo doppiate in italiano e inglese.

Un consiglio, però: guardatelo DOPO aver letto il libro.  Come purtroppo accade nella maggioranza dei casi  la storia è tagliata con l’accetta, e si perdono non solo sfumature, ma proprio capitoli veri e propri, semplificando tutti gli avvenimenti e persino rimuovendo del tutto la figura di un “cattivo”!

Per questo aspetto, sono rimasto un po deluso…

La scuola

La scuolaDopo aver visto il servizio televisivo “la scuola tagliata“, e in ritardo di circa 14 anni, mi sono deciso a guardare “La scuola”, un film del 1995 con Silvio Orlando, tratto da dei romanzi di Domenico Starnone. Il film è piacevolissimo, arguto, ironico, a tratti commovente. E’ ricco di dettagli e di finezze, ma è allo stesso tempo semplice, schietto, diretto.

Io ho smesso di frequentare l’ambiente scolastico più o meno dalla mia maturità, ma non ho visto moltissime differenze rispetto alle mie esperienze, così come a prima vista pare non ce ne siano con la scuola descritta nel servizio di Rai tre. Ma per parlarne come si deve magari servirebbe Leonardo (che non potevo evitare di sovrapporre alla figura del professor Vivaldi 🙂 ), o Elena, Roberto, Francesca, qualcuno dei miei amici insegnanti.

Tutto il divertimento ed i buoni sentimenti percepiti nel film hanno un retrogusto, aspro, amaro. C’è un pesante senso di sconfitta, di rinuncia, di fatalismo, persino di paura. “C’è chi è nato per zappare, e chi è nato per studiare”, si ribadisce più volte. E sembra di capire che non ci sia grande differenza fra gli studenti e gli insegnanti, come suggerisce il fotogramma che ho inserito qui  a lato.

childsoontherockMentre sorridevo e rivedevo i mille particolari che suscitavano echi e sorrisi nella mia memoria, immaginavo di spiegare questo film a qualche mio amico svedese, e mi sono reso contoche non ci sarebbe modo di farlo, che il presente narrato apparirebbe alieno, grottesco, inconcepibile. E non credo che sia migliorato negli ultimi 14 anni. E’ vero, non è tutto oro quello che luccica, si generalizza, lo sport preferito di noi Italiani è la lamentela (dico, con tono lamentoso e generalista). Però, porca miseria.
Guardo i bimbetti inquadrati e in fila con i giubbettini fluorescenti, i ragazzi un po “narcotizzati” che vanno a scuola e incontro in metropolitana, le mille contraddizioni del “lagom“, della provocatoria legge di Jante e della dubbelmoral , e mi chiedo: nonostante tutto, se davvero fossi costretto a scegliere, in quale dei due ambienti preferirei crescere mio figlio? Ho paura di conoscere già la risposta. Magari ci ripenso quando ce l’avrò, un figlio.

Yattaman – IL FILM!

Ma voglio dire: uno fa le quattro del mattino per scrivere un post geometrico-matematico scientifico su un racconto di letteratura argentina, pensa che probabilmente è un post dignitoso per chiudere il 2008, e poi prima di andare a dormire incapppa nel trailer del FILM di Yattaman??? Come si fa a non segnalarlo?

Avete notato le apparizioni finali della ragazza del trio Drombo e del maialino portafortuna?
[Grazie Eshtar]