Forsmark e la sua centrale nucleare


Warning: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable in /home/customer/www/boffardi.net/public_html/wp-content/plugins/q-and-a/inc/functions.php on line 252

Oggi ho fatto con amici una gita fuori porta con destinazione piuttosto inusuale: la centrale nucleare di Forsmark, a meno di un centinaio di kilometri a nord di Stoccolma.

Sul sito della Vattenfall (equivalente svedese dell’Enel) c’é una pagina dedicata a questo impianto e al vicino paesino, che fornisce informazioni, presenta le possibili attività, e spiega come organizzare una visita guidata gratuita. Quando ho deciso di organizzare la visita ho scritto all’indirizzo e-mail, e una segretaria mi ha risposto con un documento che spiega come prenotare, dato che il giro é in pullman e ovviamente ha posti limitati.

Insieme al documento c’era un modulo da restituire compilato con nome, cognome e personnummer (codice fiscale) di ogni partecipante, probabilmente per motivi di sicurezza o per avere una lista in caso di (ehm) incidente.

Siamo partiti, scherzando e facendo battute un po’ nervose, complici anche gli adesivi rimasti alle fermate del Pendeltåg dalla pubblicizzazione di un film dell’orrore chiamato Chernobyl diaries:

L’autobus parte da Forsmarks Bruk, un piccolissimo agglomerato di casette bianche e ordinate che sembrano uscite dalla scenografia di un film di Tim Burton. La parola Bruk indica, nei toponimi, tutti i posti legati alla lavorazione del ferro. L’acqua del lago che bagna il paese é stata prima usata per la lavorazione del legname, del carbone e delle fucine, e poi per una delle primissime produzioni di energia idroelettrica della Svezia.

Oltre alle casette c’é un piccolo laboratorio per bimbi, una värdshus, ovvero “locanda”, un piccolo immancabile caffè, ed un museo a ingresso gratuito dedicato al passato e ricostruzioni,  con mobili e suppellettili originali, di ambienti domestici, di una scuola, di uno spaccio, e con esposizione di molti attrezzi di uso agricolo e artigiano.

Ritirati i pass all’ufficio informazioni vicino al caffé, siamo saliti sull’autobus che ha iniziato il giro attraverso i boschi fino ad arrivare agli impianti, girandoli intorno e proseguendo verso l’Info Center. Qui la visita guidata é proseguita con spiegazioni su pannelli informativi, per poi ripartire e proseguire nell’area intorno alla centrale, e intorno al lago creato con le acque di raffreddamento.

Il tour dura un’ora e mezza, e purtroppo non mostra nulla dell’impianto in sè, ma solo li edifici dall’esterno. Anche la parte nell Info Center é abbastanza breve, la guida é stata brava ed esauriente, ma c’é stato pochissimo tempo per leggere i pannelli informativi e guardare gli oggetti esposti. La guida ovviamente parlava un buon inglese, ma la spiegazione é stata data solo in Svedese.

Ma ecco alcune curiosità sull’impianto: Forsmark contiene 3 dei 10 reattori nucleari correntemente attivi in Svezia, che forniscono circa il 40% dell’energia elettrica prodotta nel paese (piú info: http://www.world-nuclear.org/info/inf42.html , http://www.sweden.se/eng/home/society/sustainability/facts/energy/ ). Forsmark 1 e 2 sono i reattori piú vecchi e sono vicini, Forsmark 3 è poco distante ed è più nuovo e potente.

Gli impianti usano il calore della fissione per generare vapore, che fa girare turbine che producono elettricità. Il vapore viene poi raffreddato passando in uno scambiatore che preleva acqua di mare e la restituisce più calda ma senza che sia entrata in contatto diretto con il vapore possibilmente radioattivo.

Nel 2006 si é verificato un incidente che ha portato allo spegnimento del reattore 3, fortunatamente senza nessuna conseguenza. Un responsabile dell’impianto dichiarò che tutto andò bene per pura fortuna, e che si sarebbe rischiato di creare il terzo incidente più grave della storia, dopo Chernobyl e Three Mile Island (Quello di Fukushima non era ancora capitato). Questa dichiarazione é stata smentita da altri suoi colleghi, per fortuna non si avrà modo di verificarla!

Le barre di combustibile esaurite  vengono spostate in un edificio a circa un kilometro, chiamato “stoccaggio a radioattività breve”, dove vengono stoccate per un periodo di tempo relativamente breve (mesi) in piscine apposite, in attesa che i processi radioattivi più “veloci” scemino. Dopo questo periodo sono stoccate in un non meglio precisato posto nelle vicinanze, in attesa di una sistemazione definitiva per almeno i prossimi 100.000 anni.

Le barre vengono infilate in capsule con pareti di rame spesse alcuni centimetri, e chiuse con termosaldatura. Se ne vede una nelle classiche foto alla fine del post. Queste capsule (circa 6000) saranno poi seppellite in enormi depositi sotterranei che dovranno essere poi sigillati nel miglior modo possibile. Un deposito è in costruzione a Onkalo, in Finalndia, e un gemello dovrebbe sorgere su questa sponda del Baltico.

A proposito di Finlandia, da Forsmark parte un elettrodotto che permette di scambiare corrente con questo paese: dato che c’é un fuso orario di differenza, la centrale svedese può convogliare la sua energia nell’ora mattutina in cui la Finalndia si sveglia, e riceverla alla notte quando i finlandesi vanno a letto un’ora prima dei loro vicini.

Incidenti, scorie e quello che è successo in altre parti del mondo sono ovviamente fonte di preoccupazione per l’opinione pubblica. Dopo l’incidente di Three Miles Island in USA,  nel 1979 gli svedesi hanno votato un referendum che prevedeva la progressiva uscita del nucleare, che si sarebbe dovuta compiere entro il 2010. Negli  ultimi anni il governo ha posticipato la chiusura, e nel 2010 l’ha sospesa del tutto, consentendo agli impianti di funzionare. In compenso, é stato lanciato un (ottimistico) progetto che punta a rendere la Svezia libera dai combustibili fossili entro il 2020 e a passare a emissioni zero entro il 2050. Raccomando la letura di questo articolo di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Energia_nucleare_in_Svezia .

L’acqua calda usata per il raffreddamento viene immessa in un canale che confluisce in un lago che si trova a 4 metri dalla superficie del mare. Dato che non si conoscono bene gli effetti dell’innalzamento della temperatura sull’ambiente circostante, la comunicazione del lago con il mare é controllata e misurata. Il lago é usato come punto d’osservazione ecologico: piante, pesci e uccelli sono osservati e studiati per capire come reagiscono a qualche grado in più. L’ufficio di pubbliche relazioni la “condisce” bene dicendo che dato che il Baltico si sta progressivamente scaldando, questi studi sono utili per capire cosa succederà.

A quanto pare pesci e uccelli non disdegnano, perché i pesci di acqua dolce crescono e prosperano, e la superficie è ricchissima di volatili, inclusi aironi, cormorani, e le bellissime aquile marine. Pare non si sia ancora trovata traccia del pesce triocchiuto dei Simpsons 🙂

Forsmark Nuclear Power Plant, 2012-08-25 – un set su Flickr

Forsmark Nuclear Power Plant, 2012-08-25 – un set su Flickr

 

 

 

La crisi dei rifiuti anche in Svezia

Ebbene sí, anche la Svezia deve confrontarsi con l’annoso problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.

Troppi, direte voi? No, troppo pochi, almeno secondo quando riporta The Local ( http://www.thelocal.se/31950/20110210/ ).

Nelle cittá si usa moltissimo il teleriscaldamento. Le villette sono autonome, molto spesso grazie a pozzi di calore o impianti che utilizzano energia elettrica (qui abbastanza economica), ma edifici piú grossi non possono avere loro caldaia, ma devono collegarsi a grossi tubi pubblici dentro cui scorre acqua riscaldata dalla centrale del quartiere.

É possibile vedere questi grossi condotti rivestiti di isolante e catrame, quando fanno dei lavori nelle strade.

Ogni distretto cittadino ha il suo impianto di riscaldamento, che in molti casi funziona bruciando i rifiuti (e filtrando ovviamente le sostanze nocive che il processo comporta).

Il problema é che la Svezia non produce abbastanza rifiuti per rispondere ai fabbisogni di riscaldamento, e cosí ne importa da altri paesi, probabilmente anche guadagnandoci sopra 🙂

La maggior parte dell’import viene dalla Norvegia, la vicina Göteborg ne ha smaltite 160.000 tonnellate nel 2010, ma arrivano rifiuti anche da altre parti d’Europa, inclusa la problematica regione Campania (non ho dati, peró, su quantitá e costo dell’operazione).

Certo l’efficenza energetica, se troppo razionale, puó avere alcuni aspeti negativi! Un esempio si é avuto l’anno scorso: a Stoccolma i veri animali randagi non sono gatti, cani  o piccioni, bensí i conigli: alcuni, acquistati come animali da compagnia,  vengono poi abbandonati, e proliferano, creando comunitá nei parchi pubblici e fra le case. Il comune di Stoccolma ne deve sopprimere svariate decine ogni anno, e le carcasse vanno poi smaltite in un inceneritore. L’anno scorso si é saputo che i coniglietti venivano aggiunti ai rifiuti usati per il riscaldamento domestico. É una soluzione perfettamente razionale ed energeticamente vantaggiosa, ma l’impatto emotivo di pensare a un simpatico batuffoletto che finisce nel termosifone ha fatto sorgere lamentele e proteste in tutto il paese.

Nel 2005 la Svezia ha annunciato una campagna di indipendenza dai combustibili fossili; tre mesi dopo é stato distribuito il rapporto “Making Sweden an oil-free society“, che ha posto come obiettivo la fine dell'”era del petrolio” entro il 2020. Non solo per motivi economici, ma anche ambientali e di sicurezza nella politica internazionale.

Secondo i dati dell’Agenzia Svedese per l’Energia, nel 2010 la Svezia ha varcato la soglia del 50% di energia prodotto attraverso l’uso di fonti rinnovabili, principalmente biomasse (oltre il 30%!), idroelettriche, geotermiche ed eoliche, lasciando combustibili fossili e nucleare in “minoranza” e posizionando la Svezia fra i paesi “a credito” per produzione di CO2, secondo gli accordi di Kyoto.

Informazioni interessanti (ma non aggiornatissime) qui: http://www.energy.eu/ .