La crisi dei rifiuti anche in Svezia


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Ebbene sí, anche la Svezia deve confrontarsi con l’annoso problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.

Troppi, direte voi? No, troppo pochi, almeno secondo quando riporta The Local ( http://www.thelocal.se/31950/20110210/ ).

Nelle cittá si usa moltissimo il teleriscaldamento. Le villette sono autonome, molto spesso grazie a pozzi di calore o impianti che utilizzano energia elettrica (qui abbastanza economica), ma edifici piú grossi non possono avere loro caldaia, ma devono collegarsi a grossi tubi pubblici dentro cui scorre acqua riscaldata dalla centrale del quartiere.

É possibile vedere questi grossi condotti rivestiti di isolante e catrame, quando fanno dei lavori nelle strade.

Ogni distretto cittadino ha il suo impianto di riscaldamento, che in molti casi funziona bruciando i rifiuti (e filtrando ovviamente le sostanze nocive che il processo comporta).

Il problema é che la Svezia non produce abbastanza rifiuti per rispondere ai fabbisogni di riscaldamento, e cosí ne importa da altri paesi, probabilmente anche guadagnandoci sopra 🙂

La maggior parte dell’import viene dalla Norvegia, la vicina Göteborg ne ha smaltite 160.000 tonnellate nel 2010, ma arrivano rifiuti anche da altre parti d’Europa, inclusa la problematica regione Campania (non ho dati, peró, su quantitá e costo dell’operazione).

Certo l’efficenza energetica, se troppo razionale, puó avere alcuni aspeti negativi! Un esempio si é avuto l’anno scorso: a Stoccolma i veri animali randagi non sono gatti, cani  o piccioni, bensí i conigli: alcuni, acquistati come animali da compagnia,  vengono poi abbandonati, e proliferano, creando comunitá nei parchi pubblici e fra le case. Il comune di Stoccolma ne deve sopprimere svariate decine ogni anno, e le carcasse vanno poi smaltite in un inceneritore. L’anno scorso si é saputo che i coniglietti venivano aggiunti ai rifiuti usati per il riscaldamento domestico. É una soluzione perfettamente razionale ed energeticamente vantaggiosa, ma l’impatto emotivo di pensare a un simpatico batuffoletto che finisce nel termosifone ha fatto sorgere lamentele e proteste in tutto il paese.

Nel 2005 la Svezia ha annunciato una campagna di indipendenza dai combustibili fossili; tre mesi dopo é stato distribuito il rapporto “Making Sweden an oil-free society“, che ha posto come obiettivo la fine dell'”era del petrolio” entro il 2020. Non solo per motivi economici, ma anche ambientali e di sicurezza nella politica internazionale.

Secondo i dati dell’Agenzia Svedese per l’Energia, nel 2010 la Svezia ha varcato la soglia del 50% di energia prodotto attraverso l’uso di fonti rinnovabili, principalmente biomasse (oltre il 30%!), idroelettriche, geotermiche ed eoliche, lasciando combustibili fossili e nucleare in “minoranza” e posizionando la Svezia fra i paesi “a credito” per produzione di CO2, secondo gli accordi di Kyoto.

Informazioni interessanti (ma non aggiornatissime) qui: http://www.energy.eu/ .

La classe non è acqua

Il problema del consumo di acqua in bottiglia anche quando l’acqua di rubinetto sia qualitativamente migliore è un esempio della perversa tendenza del profitto a prevalere sul buon senso, e della capacità del sistema pubblicitario di creare false verità e di suggestionare milioni di persone.
Produrre bottiglie di plastica, trasportarle in altri continenti, riempirle di acqua (molte volte proprio di acqua di rubinetto) e poi ritrasportarle attraverso paesi e continenti, per per poi infine, per la maggior parte, seppellirle o bruciarle, nella maggior parte dei casi è un processo assolutamente inutile ed incredibilmente costoso, soprattutto per il consumatore finale.

Durante il semestre di presidenza della UE la Svezia ha fatto una piccola cosa, ma una di quelle piccole cose che sono grandi segnali: a tutti i delegati dei paesi in visita è sempre e solo stata offerta acqua di rubinetto, seppure in bottiglie (riutilizzabili) di design.
Azione certo favorita dall’attitudine culturale: in qualunque posto pubblico la brocca dell’acqua o una fontanella sono liberamente e gratuitamente accessibili da chiunque (molto spesso anche in forma di… caffè, ma questa è un’altra storia).
Le città di Uppsala, Östersund e Jönköping hanno bloccato l’acquisto di acqua in bottiglie di plastica.

La fonte di queste notizie (grazie Annamaria Cesini per la segnalazione) è il sito ufficiale www.sweden.se, in questo e questo post.

Da notare la pubblicazione di un video piuttosto “coraggioso”, per nomi fatti e contenuti, che non è comune vedere su un sito istituzionale e governativo. E’ fatto bene e anche piuttosto divertente, eccone la versione sottotitolata:

Stoccolma prima città a ricevere il premio di “Capitale Europea del Verde”

(da TheLocal.se)

Green CapitalStoccolma e Amburgo sono diventate le prima città a essere dichiarate “Capitali Europee del verde” lunedì scorso, quando la Commissione Europea ha annunciato i vincitori della sua nuova iniziativa ambientalista.
Stoccolma sarà Capitale Europea del Verde nel 2010, seguita da Amburgo nel 2001.

“Mi congratulo con Stoccolma ed Amburgo per i loro sforzi nel dare priorità all’ambiente e alla qualità della vita”, ha dichiarato Stavros Dimas, membro della Commissione all’Ambiente.
“Quattro europei su cinque oggi vivono in un’area urbana, ed é qui che i problemi ecologici si presentano in modo più evidente alla nostra società. Con le loro misure di abbattimento dell’inquinamento dell’aria, livelli di congestione del traffico, emissione di gas serra e gestione di acqua e rifiuti, Stoccolma ed Amburgo possono essere modelli per il resto d’Europa” ha aggiunto.

La commissione ha lodato Stoccolma per il suo obiettivo di rendersi indipendente dai carburanti fossili entro il 2050. Ha anche evidenziato come il 95% dei suoi abitanti viva a meno di 300 metri da aree verdi “che aumentano la qualità della vita, portano svago, purificazione dell’acqua, riduzione del rumore, e favoriscono la biodiversità e l’ecologia.”

Stoccolma é stata premiata anche per i suoi lavori di miglioramento del litorale, per le sua alte percentuali di riciclaggio, il suo sistema di disincentivo del traffico automobilistico, un trasporto pubblico capillare ed emissioni di anidride carbonica della metà della media nazionale.

In tutto, 25 città dell’Unione Europea, dei paesi candidati all’ingresso della UE e dell’Area Economica dell’UE si sono candidate per ricevere il prestigioso riconoscimento. Stoccolma ed Amburgo hanno superato la sfida posta dalle altre finaliste: Amsterdam, Bristol, Compenhagen, Freiburg im Breisgau, Münster, e Oslo.

Città partecipantiMaggiori informazioni ed i video di presentazione delle varie città  (in inglese) sul sito ufficiale:  http://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/index_en.htm

Se come me evete la curiosità di sapere quali città italiane si sono candidate e come si sono piazzate, in questa pagina si vede la cartina con l’elenco completo: http://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/press_submenu/081002_applicants.html . Non ho commenti da fare.