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Sono tornato da una fiera che si tiene da 34 anni a Borås, una cittadina del sud vicina a Göteborg. La fiera si chiama distanshandelsdagen, ovvero il giorno del commercio a distanza, che una volta significava cataloghi spediti per posta come agli inizi dell’IKEA, e oggi é ovviamente commercio elettronico.
La nostra azienda ha ricevuto un premio diretto e un premio indiretto: il premio come miglior Business Partner in Svezia nel 2012, e il premio per il miglior sito di m-commerce svedese del 2012, per il nostro cliente Stadium. Un sito di m-commerce é un sito su cui é possibile fare acquisti usando un telefonino, cosa piuttosto frequente in una nazione in cui praticamente tutti hanno uno smartphone.
Io non ho nulla a che vedere con il premio, pur lavorando occasionalmente per Stadium io non ho avuto a che fare con il progetto, che é stato realizzato da colleghi.
Mi é venuto in mente peró un episodio di quasi dieci anni fa: nell’azienda in cui lavoravo, il gruppo che sviluppava e-commerce stava muovendo i suoi primi passi, mentre il guru della comunicazione ed ex presidente della Telecom Franco B. ci aveva appena acquisito per formare un “gruppo di aziende per il valore aggiunto nelle telecomunicazioni”. Nei primi giorni in cui veniva in visita, riverito come un megadirettore fantozziano, chiesi il permesso al mio capo di potergli mostrare una cosa a cui avevamo lavorato con i colleghi, ovvero un prototipo di sito di commercio elettronico, funzionante su un allora avveniristico Nokia Communicator. Era molto semplice, ma eravamo convinti che fosse il futuro, che avremmo dovuto sviluppare il concetto (grazie anche ai contati in Telecom) ed essere i primi a sbarcare in questo settore. Franco (lo chiamavamo Franco, ovviamente di nascosto, ufficialmente andava chiamato “Dottor B.” o, per gli amici, “Dottore”) osservò il telefonino incuriosito per una trentina di secondi, non lo prese nemmeno in mano, poi mi rivolse un sorriso di condiscendenza. In azienda non ne avremmo mai più parlato.