In gita con la ditta


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Durante l’anno ci sono un paio di occasioni in cui tutti i dipendenti delle varie sedi dell’azienda in cui lavoro possono trovarsi insieme, e sono le feste Estiva e di Natale.Dato che però nell’ultimo periodo stiamo crescendo molto, e siamo sempre di più a lavorare in ambiti diversi su tecnologie diverse, negli ultimi due anni la Brightstep ha organizzato una conferenza. In un paio di giorni a cavallo di un fine settimana (per non intaccare troppo il budget) si parte per un luogo isolato e rilassante e ci si ferma a discutere della nostra identità, si condividono informazioni tecniche, e si fanno laboratori per migliorare il nostro modo di lavorare. Il tutto ovviamente in “salsa svedese”, ovvero includendo una grossa componente di gioco, relax e convivialità.

Quest’anno la destinazione era ignota: avevamo un appuntamento in stazione, con la raccomandazione di portare abiti comodi e costume da bagno. Una volta saliti a bordo ci siamo diretti a Norrköping, sede di uno dei nostri più vecchi ed importanti clienti, la catena di negozi sportivi Stadium. Siamo arrivanti davanti al grande magazzino logistico che riceve prodotti da varie parti del mondo e li smista verso le centinaia di negozi in Svezia, Finlandia e Danimarca, e verso le case delle persone che acquistano i prodotti sul sito che abbiamo fatto noi 🙂

Veniamo accolti dal referente di Stadium (con cui alcuni di noi lavorano tutti i giorni) sulla soglia, fatti accomodare in caffetteria, e poi inizia il turno all’interno dell’enorme capannone. Tutto é ordinato e pulito, enormi scaffali reggono scatoloni ordinati per “velocità di smistamento” e per dimensioni.

“Join the movement”, unisciti al movimento, questo é uno dei motti dell’azienda, e lo ricorda un cartello sulla porta dell’ascensore: USA LE SCALE!
Dei nastri trasportatori mobili si allungano all’interno dei camion e scaricano gli scatoloni, che poi vengono smistati su “rotaie” che li portano in diverse parti del magazzino a seconda del loro contenuto:

Gli affari stanno andando bene, perciò, ci spiegano, stanno attrezzando una nuova parte dell’edificio con ulteriori scaffalature. Intorno a noi girano magazzinieri e magazziniere, a piedi e a bordo di speciali muletti che seguono delle tracce magnetiche inserite nel cemento del pavimento.

Siamo poi condotti in un’area che ci riguarda molto da vicino, ovvero l’area di impacchettamento e spedizione degli ordini che arrivano via internet. La merce viene fatta “avanzare” in un gruppo di scaffali appositi, dove ragazze con computer montati su carrellini la preleva e la imbusta in speciali confezioni con l’indirizzo del cliente. Tutto finisce in grossi cestoni che sono poi affidati direttamente ai camion delle Poste. Non si tratta di un lavoro semplice, perché Stadium non vende solo abbigliamento e scarpe, ma anche materiale ingombrante come sci, biciclette, kayak, e macchine da palestra!

Una volta completata la visita si é fatta ora di pranzo, per cui siamo risaliti sul pullman e siamo arrivati allo stadio di Norrköping, e abbiamo mangiato in un ristorante con vista sul campo. La squadra di Norrköping non vince da molto tempo lo scudetto, ma rimane una delle piú premiate nella storia del calcio svedese.

Dopo pranzo siamo usciti di una decina di kilometri dalla città per raggiungere Kolmården, uno dei più grandi parchi zoologici della Scandinavia, e ci siamo sistemati in uno di quegli alberghi a tema che tanto piacciono quassù, il vildmarkshotellet, ovvero l’hotel delle terre selvagge, in stile pseudo-coloniale. Il tempo di assegnare le camere (a coppie casuali, ma unisex!) e sistemare le valigie, e ci siamo trovati in una saletta con divani e cuscini per osservare il braccio di mare al di là delle finestre, e per consumare una semplice fika con caffè, frutta e dolcetti. Poi siamo entrati in una delle sale per conferenze ed abbiamo parlato della nostra azienda, presentato i nuovi arrivati (otto negli ultimi mesi), ci sono stati annunciati alcuni cambiamenti e nuovi progetti.

Dopo la discussione ci siamo preparati per uscire a piedi, per raggiungere il vicino delfinario! La struttura non era aperta al pubblico, ma era riservata alla nostra visita! Una delle biologhe marine che lavora con gli animali ce li ha descritti e presentati, e ci ha raccontato della loro vita e del loro carattere, e di come vengono accuditi durante tutto l’anno. Purtroppo si tratta sempre di delfini in cattività e non è mai una cosa bella, ma l’esperienza di vedere (ed ascoltare!) da vicino questi splendidi e giocosi animali é un’esperienza affascinante!

Purtroppo il costume da bagno non serviva per fare una nuotata in mezzo ai delfini 🙂 ma é arrivato il momento di usarlo, per una componente fondamentale delle attività sociali svedesi: il momento relax nella SPA dell’albergo, con sauna, piscina e tunna, la vasca calda rotonda. Senza dimenticare l’ALTRA componente della socialità svedese, ovvero la birra. I primi bicchieri sorseggiati in sauna o direttamente da dentro le vasche 🙂 La serata é poi proseguita con la cena nel ristorante dell’albergo, e serata danzante con musica, divanetti, e ovviamente, bar.

Probabilmente a causa dei festeggiamenti la sessione mattutina del sabato è partita con decisamente poco slancio! Molti ritardatari, ed un clima decisamente poco concentrato 🙂 per fortuna il programma prevedeva di discutere in piccoli gruppi un argomento che in effetti sta a cuore a molti. Mentre il caffè entrava in circolo i confronti sono diventati più sentiti e interessati, e credo che tutti avrebbero continuato volentieri anche dopo il tempo concesso. Un momento di condivisione, la promessa di riprendere presto il discorso, e poi tutti a preparare giacche e sciarpe per l’attività all’aperto!
Nella reception si è presentata una ragazza che ci ha presentato una specie di caccia al tesoro tecnologica. Siamo stati divisi in 8 squadre, e a ognuna di esse è stato affidato uno smartphone con un programma speciale insieme a una cartina del parco zoologico. Al “via”, i cellulari hanno cominciato a porre domande di cultura svedgenerale e quiz su canzoni e filmati. Ogni risposta veniva data sul telefonino, che ne confermava l’esattezza e “sbloccava” la domanda successiva. Alcune prove consistevano in fare delle fotografie in determinati luoghi del parco, di comporre slogan o poesie, oppure di rispondere a domande basate sui cartelli che si trovavano nelle varie sezioni, in un ordine a scelta. Le squadre si sono presto separate, ognuna seguendo la sua strada, e le domande erano l’occasione per conoscere e vedere dal vivo gli animali di varie parti del mondo.
Comodamente seduta a fianco del caminetto nella hall dell’albergo, la ragazza “arbitro” controllava in tempo reale le fotografie e le risposte delle squadre, nonché la loro posizione. Una volta scaduto il tempo é stata annunciata la squadra vincitrice, i cui componenti hanno ricevuto in premio una simbolica scatola di cioccolatini.
Questo giro nel parco ha dato modo di confermare l’adagio svedese “non esiste buono o cattivo tempo, solo buono e cattivo equipaggiamento“. Per tutta la mattina è scesa infatti una pioggia incessante, ma nessuno si é lamentato ne tantomeno è mai venuto in mente a qualcuno di sospendere il gioco!
Ma più che per noi colleghi, che giocoforza eravamo “costretti” dalla mancanza di tempo e di attività alternative, sono rimasto stupito delle occasionali famigliole che nonostante l’inclemente sabato mattina se ne andavano a spasso a guardare gli animali. Fortunatamente anche qualche svedese è stato colpito da tanta tenacia! I meno impressionati erano certamente gli animali dei paesi tropicali che avevano scelto di uscire dai ripari e passeggiavano all’aperto, probabilmente chiedendosi quale scherzo del destino avesse portato tutti quanti sotto la pioggia.

Dopo il gioco ci siamo riscaldati un pochino in albergo, abbiamo pranzato, abbiamo salutato i colleghi diretti a Malmo e Borås, e ci siamo sistemati sull’autobus per il viaggio di ritorno, un viaggio decisamente molto più silenzioso dell’andata, in cui tutti erano appoggiati ai finestrini, stanchi ma felici come bambini dopo una gita di classe 🙂

Timidi segni che la crisi sta passando

Quasto lunedì abbiamo avuto una nuova monadsmöte, ovvero la riunione mensile (più o meno) in cui in azienda da noi si parla di come vanno le cose, di quali sono i piani per il futuro, e si passa un po di tempo insieme. Avevo scritto un post simile l’anno scorso, ma nel frattempo è scoppiata l’onnipresente crisi, che ha fatto le sue vittime anche fra i miei colleghi.

Ora c’è qualche segno di ripresa. Abbiamo molti nuovi clienti, alcuni fra i più popolari siti e marchi svedesi. Il livello di complessità e qualità dei progetti che ci sono richiesti si sta alzando notevolmente, e paradossalmente siamo in difficoltà perchè non riusciamo a trovare personale qualificato da assumere!

La riuione è durata buona parte del pomeriggio, e visto che la cena era fissata per un’ora piuttosto tarda (le sette e mezza), sul tavolo da riunione sono stati messi a disposizione polarbrod, salume, formaggio, burro, peperoni, cetrioli e frutta assortita. Mentre l’amministratore delegato spiegava i piani per il futuro, la gente assorta si confezionava spuntini. Alle cinque e mezza, alla fine dell’orario lavorativo, ci siamo incamminati verso una meta misteriosa, sede dell’attività di intrattenimento e di team building. Anche la ripresa di questa consuetudine è positiva, visto che in tempi più magri l’intrattenimento poteva consistere in una gara di video divertenti su YouTube 🙂 . Dopo una passeggiata di una decina di minuti siamo arrivati ad un Nöjecenter, letteralmente un “centro per divertimenti” pensato proprio per queste occasioni. dopo una prima accoglienza con prosecco siamo entrati in una grossa sala con tavoli da biliardo, simulatori di golf, tiri a segno, canestri, bersagli da freccette e postazioni di Wii.

Divisi in cinque squadre, ci siamo cimentati in una versione svedese delle boccie, della quale purtroppo mi è sfuggito il nome. Al termine di una pista verde è posato un pallino bianco. A metà della pista è disposto trasversalmente un listello di legno che imedisce di tirare direttamente sul pallino. Le regole sono le stesse delle boccie, ovvero bisogna far arrivare le palle del proprio colore il più vicino possibile al pallino, eventualmente spingendo via quelle avversarie. A complicare le cose il fatto che le boccie devono essere fatte rotolare e non lanciato, e hanno un peso da una parte che fa prendere loro una traiettoria curva. Lo scopo è quindi fare in modo che la palla “aggiri” il blocco di legno al centro, per raggiungere il pallino. Non facile! La nostra squadra si è aggiudicata una vittoria schiacciante!

La seconda prova era la caccia all’alce: un tiro a segno computerizzato in cui sparare a una minuscola sagoma di alce mirando attraverso un fucile telescopico. Io qui mi sono aggiudicato il record assoluto: dicutendo con la mia collega Anna, probabilmente avevo focalizzato la persona giusta da immaginare come bersaglio al posto dell’alce 🙂

La nostra squadra è stata quindi premiata con una medaglia, che per questa settimana potremo sfoggiare in ufficio 🙂

Dopo la premiazione siamo rientrati in ufficio, dove divisi in squadre diverse ci siamo dedicati alla preparazione della cena. Le ricette sono state dichiarate venerdì scorso, in modo da verificare che si potesse rientrare nel budget previsto e si potesse fare la spesa. Nel pomeriggio la responsabile delle risorse umane è arrivata in ufficio con le sportone della spesa, e un quantitativo inenarrabile di lattine di birra da mettere in frigo!

La squadra “antipasto” ha preparato un toast con rucola, caprino, miele e aceto balsamico, veramente buono. Il vino scelto, per motivi che sfuggono a qualsiasi umana comprensione, era un moscato Asti Cinzano. La squadra “piatto principale” si è prodigata in un ottimo filetto al pepe con insalata, purè di patate alle mandorle, salsa di trattkanterellen (raccolti a mano da una collega nel fine settimana) , e cetrioli con condimento a base di prezzemolo fresco che li ha fatti piacere persino a me. La mia squadra, dessert, si è lanciata in una combianzione di sorbetto e frutta glassata al cioccolato forse superiore alle nostre capacità.

La cena è stata preparata in sala riunioni con tovaglie, luce di candela, e musica soffusa, in un’atmosfera molto “calda”. Alla fine, in orario definito “scandalosamente tardo” (le dieci e mezza) tutti hanno dato una mano a sparecchiare, preparar i sacchi per la raccolta differenziata e caricare le lavastoviglie, per poi congedarsi per la buona notte. Gli avanzi oggi sono stati riprosti a buffet dalla persona di turno della cucina.

Nei prossimi giorni, quando si saranno conteggiati i risultati del sondaggio anonimo lanciato oggi sulla nostra intranet, si saprà il vincitore, e si assegnerà il premio a sorpresa.
Certo è stata una giornata molto lunga, ma ne è valsa la pena: sono convinto che leggere, viaggiare e soprattutto mangiare ti portino ad essere molto ben inserito in società 🙂 e io in queste tre attività sono un professionista 🙂

Ecco alcune foto della serata!

Ufficio e casa numero due

La mattina ho lasciato l’albergo alle nove e mezza; nel parcheggio, un gruppetto di turiste tedesche osserva un tizio che sta scalando la parete frontale del palazzo, attrezzata a palestra di roccia.
Il tempo di girare attorno all’isolato, e sono in ufficio ad avvisare che sono arrivato, e a ritirare le chiavi di casa numero due.
Mi apre la porta Karin, con il consueto sorriso, che mi fa accomodare. Oltre ad una tazza di caffè è a un pacchetto di cantucci, ha un sacco di novità per me. Conosco Petra, la persona a cui dovrò far riferimento. Ha cira la mia età, è alta qualche centimetro più di me, con occhi azzurri e lunghi capelli chiari. Poi incontro un altro collega (da quando ho accettato l’assunzione i dipendenti sono passati da 50 a circa 70) che ha vissuto per un po in Italia, e poi vado a conoscere il mio nuovo ufficio, che condividerò con due colleghe, a quanto pare nuove anch’esse.
Il mio PC è in alcune scatole sulla scrivania, direi che l’assemblaggio sarà il mio primo incarico. Ogniuno è responsabile del proprio computer.
Qualche chiacchiera, e poi la consegna del telfono, dei biglietti da visita e di qualche documento.
Mi sono stati assegnati due numeri: il cellulare vero e proprio, su cui ricevere gli SMS, è +46 733 370864. Ho poi un altro numero, che essendo di rete fissa è decisamente più economico da chiamare (soprattutto dall’estero 😉 ), ed è +46 8 41062310 (“08” è il prefisso di Stoccolma). Il bello è che anche questo numero è rediretto allo stesso cellulare, per cui… due numeri, un solo apparecchio.
Il cellulare è un Ericcson 3G, ed è quello che attualmente mi consente di scrivere questo post, dato che nel contratto dell’azienda sono incluse alcune centinaia di Mb di traffico al mese.

Lasciamo l’azienda al seguito di Karin, per raggiungere un quartierino residenziale di Bromma, un distretto a Ovest del centro. Qui, parallele alla Tunnelbana che viaggia in superficie, corrono alcune strade principali a due corsie, dalle quali si dipartono delle traverse piccole e strette, il più delle volte a senso unico,  che salgono su colline rocciose e ricoperte di alberi. Sparse qua e là ci sono “stecche” di appartamenti, su due o tre piani, e che quasi mai si affacciano direttamente sulla strada. Buona parte dei quartieri residenziali sono fatti in questo modo.
Lungo una di queste stradine c’è Gustav III:s Väg 13, ovvero la mia casa numero due.
Il vialetto di ingresso è quello di un parco / asilo pubblico, con gabbie di conigli e una piscinetta profonda meno di una spanna, in cui stanno sguazzando educatamente una decina di monelli e monelle.
L’edificio è una “stecca” faccia a vista di tre piani e una dozzina di appartemaenti, in due scale da sei.
Arriva subito Celine, la padrona di casa, che avrà circa venticinque anni, e in due minuti mi mostra la casa.

L’appartamento è piccino ma completo, al piano rialzato. E’ composto da una zona giorno e da tre piccole stanzine con bagno, cucinotto e letto.
Da tutte le finestre entra molta luce, filtrata dagli alberi. Un balconcino si affaccia sul parco, di fianco alla porta d’ingresso.
Al piano di sotto, una lavanderia comune, con due lavatrici e un’asciugatrice industriali della Miele, che non mi faranno rimpiangere certo Beatrice (la lavatrice) ed Alice (l’asciugatrice) di San Martino.
Un breve scambio di convenevoli e le chiavi passano di mano, Celine e Karin si congedano. Un breve controllo dell’eventuale presenza di reti wireless aperte (accidenti, nemmeno qui, su una decina di quelle rilevate), si appoggiano le valige e si va a cercare un posto per pranzo. Il pomeriggio è dedicato alla spesa e al pellegrinaggio all’Ikea, se non altro per un tavolo al quale ci si possa sedere in più di du— ci si possa sedere, ecco. (il tavolo nelle foto è quello acquistato)