Umani Radiocontrollati


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Guarda il videoI giapponesi! Stavolta hanno presentato nientemeno che il radiocomando per le persone! Simile in tutto e per tutto a quelli delle automobiline o degli aeromodelli, permette di “pilotare” i movimenti di una persona!!
Funziona mandando segnali a una specie di cuffia indossata dall’ignaro ‘zombie’, che a sua volta ne stimola l’apparato vestibolare, ossia l’insieme degli organi che ci danno il senso dell’equilibrio.
Il cervello, così ingannato, reagisce alle “inclinazioni” cercando di mantenere dritto il corpo, camminando per impedirgli di “cadere”.
Sembra che possa essere interessante per i videogiochi, per dare il senso della gravità e dell’accelerazione. Già mi vedo le capocciate contro i muri, come faceva la Lara Croft di Ciro… 🙂
Cliccando a sinistra potete vedere un filmato dimostrativo (8Mb, MPG).
Via [New Scientist]

The Century After

Su New Scientist oggi si scrive che secondo due storici sembra (sembra, eh!!) che le bombe su Hiroshima e Nagasaki, o perlomeno la seconda, non siano state lanciate tanto per far arrendere il Giappone, ma per una dimostrazione nei confronti dell’URSS e l’instaurazione della Guerra Fredda. Ma và ? Ipotesi sconvolgente.
LocandinaDopo la vistita alla mostra sul giappone ho deciso di rivedere “The Day After“, un film del 1983 che aveva il compito di far rendere conto alla gente delle conseguenze di un conflitto nucleare.
Beh, quando lo vidi durante l’ora di religione alle superiori, anni fa, mi impressionò.
Rivedendolo oggi mi rendo conto che quanto mostrato non è altro che una versione omeopatica di un’esplosione nucleare, anche confrontato solamente con lo spostamento d’aria.
Anche con la potenza di allora, non si tratta di gente che gira fra case semidemolite, o che in qualche giorno comincia a sentirsi male per le radiazioni. si tratta di questo e, se va di lusso, questo.
Del resto mi stupisce, nelle seuenze prima delle esplosioni, quanto nel 1983 la possibilità di una guerra mondiale sembrasse così plausibile, e la situazione irrisolvibile, e quanto dopo poco più di 20 vent’anni tutto appaia così antiquato, e le conoscenze scientifiche della gente su radioattività così superificiali. Insomma, pericolo passato per sempre, o perlomeno per un bel pò.
Spero che anche le nostre preoccupazioni su terrorismo, scontri di civiltà , armi batteriologiche, e tumori, fra vent’anni si possa guardare allo stesso modo. Speriamo.
E’ che ho paura che fra nel frattempo saremo riusciti a inventarci qualcos’altro per tenere in bilico l’esistenza del mondo….

Il neurone di Jannifer Aniston

Curiosità : un articolo di New Scientist (in inglese) racconta delle conclusioni alle quali è giunto un laboratorio di Pasadena, in California (che poi io mi chiedo: Pasadena deve essere grande come Agrate Brianza, suppergiù, come mai ci succedono così tante cose?), dopo una ricerca sul modo in cui il nostro cervello immagazzina e gestisce le informazioni.
Trapuntando l’ippocampo di varie persone con degli elettrodi hanno tenuto sott’occhio quasi un migliaio di neuroni, in modo da capire quando si attivassero.
Facendo poi guardare ai pazienti varie fotografie, Continue reading

Storie di Chernobyl

Segnalo da Momoblog che seganala da Slashdot che segnala da New Scientist questa intervista ()a un ingegnere sopravvissuto all’esplosione del reattore di Chernobyl.
Riporto anche le righe da lui segnalate, fanno impressione davvero:

The huge turbines were still standing, but everything around them was rubble. [My friend] must have been buried under that. From where I stood I could see a huge beam of projected light flooding up into infinity from the reactor. It was like a laser light, caused by the ionisation of the air. It was light-bluish, and it was very beautiful. I watched it for several seconds. If I’d stood there for just a few minutes I would probably have died on the spot.

Metto sul piatto anche un famoso racconto fotografico di una ragazza che è andata a visitare la cittadina fantasma di Chernobyl qualche anno dopo. Mi sono sempre riproposto di pubblicarne la traduzione in inglese, ma…. vabbè.
Qui il diario di viaggio ().

Anche se poi un articolo del LA Times dice che si tratta di una bufala, almeno secondo quanto sostiene una delle guide autorizzate al “tour ufficiale”:

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