L'organizzazione dei turni
Tutto il campo è gestito materialmente da volontari, che si
succedono in turni di due settimane.
La coordinazione di tutta l'operazione è affidata all'ufficio
della Protezione Civile della Provincia di Modena.
Lì si tiene strenuamente testa alla burocrazia e alle
lungaggini imposte dai "collaboratori" Albanesi, ed è
solo grazie al loro lavoro che a noi è possibile essere qua.
La storia di un turno è questa:
- I dati dei volontari vengono raccolti dalla Consulta del
Volontariato e dalle associazioni che aderiscono alla
Protezione Civile.
- I volontari prescelti per il turno vengono ricontattati
telefonicamente, e invitati a partecipare ad una
riunione.
- Nella riunione si spiega la storia del progetto, la
situazione attuale del campo e si danno le prime
indispensabili indicazioni per affrontare il viaggio e...
la permanenza.
Giunge l'ora X: i volontari,
bagagli alla mano, si trovano presso la sede della
Provincia e salgono sul pullmann, alla volta degli
imbarchi di Ancona, Brindisi o Bari.
Un tranquillo viaggio sul traghetto dove se
si è fortunati (la stragrande maggioranza delle volte)
si dorme nelle cuccette, altrimenti se si ha la sfortuna
di capitare su un cargo ci si adatta nei posti ponte o
sui mezzi.
- Allo sbarco in Albania si affrontano due dei problemi
più grossi di tutto il viaggio: l'impatto con il porto
di Durazzo, non propriamente turistico, e la Dogana
Albanese. I tempi di sdoganamento spaziano fra le 3 e le
48 ore!! Per fortuna il problema affligge solo i camion,
ed il pulman ha sempre proseguito (quasi) subito.
Se si arriva in serata il
viaggio verso
Shkodër
è improponibile: ora è approntato il campo Miami Beach,
ma noi abbiamo avuto la fortuna (!) di alloggiare al
lussuoso (!!) Hotel Florida!!! Lì si appoggiano tutti i
volontari in transito verso altri campi, e vi pernottano
tutti quelli che lavorano a Durazzo e dintorni... un
concentrato di parlate delle varie regioni ed un concerto
di tute giallo fosforescente, arancioni e verdoni!
- Il viaggio verso Shkodër è suggestivo secondo molti
aspetti: il paesaggio naturalistico affascina
profondamente, ma la situazione di abbandono della
maggior parte delle strutture fa riflettere su quanto qui
la situazione sia al di sotto dei limiti della povertà.
Le strade sono ridotte in condizioni veramente pietose, e
sono disseminate di rottami di automobili private di
qualsiasi cosa che non sia telaio o carrozzeria. Le
campagne albanesi sono costellate da 700.000 bunkers di
cemento armato, ormai abbandonati. Fra queste cose
sfrecciano nuovissime Mercedes (dalla targa italiana),
che si specchiano nelle onnipresenti parabole per la
ricezione satellitare....
- Finalmente l'arrivo al campo: dopo circa 150 kilometri,
percorsi in un tempo variabile dalle 4 alle 6 ore, si
arriva in vista della Fabbrica dei Tappeti.
- La vera e propria vita da campo comincia ora, con la
sistemazione nella palazzina ed i turni di lavoro nella
gestione tecnica e nell'animazione del capannone. Qui
ognuno, in base alle proprie capacità, svolge un
servizio durante la giornata, coordinata dal capocampo.
Verso sera è veramente molto piacevole prendere un po'
di fresco nel cortiletto interno, fra i giochi dei
ragazzi.
- Alla fine del turno si ripercorre il viaggio inverso,
facilitato dal mancato sdoganamento dei camion. Ancora
non sono tornato, quindi non vi possoi dare più notizie
in merito...
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