Caterina


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E la vita Caterina, lo sai, non è comoda per nessuno,
quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo.
Devi rischiare la notte, il vino e la malinconia,
la solitudine e le valigie di un amore che vola via.
E cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo
e non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo.
Chissà se in quei momenti ti ricordi della mia faccia,
quando la notte scende e ti si gelano le braccia.
Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto
forse non ti direi niente ma ti guarderei soltanto.
Chissà se giochi ancora con i riccioli sull’orecchio
o se guardandomi negli occhi mi troveresti un pò più vecchio.
E quanti mascalzoni hai conosciuto e quante volte hai chiesto aiuto,
ma non ti è servito a niente.

Hellsongs

L’ottavo giorno Satana disse: sia fatta la musica Lounge

Come è noto, la Svezia è una delle patrie dell’Hardcore, il rock più selvaggio, scatenato, e… satanico, non senza una fortissima dose di ironia. In un posto in cui tutto è ordinato, pulito, educato e silenzioso, deve essere forte la tentazione per un gruppo di ragazzi di “trasgredire” con abbigliamento e musica, salvo poi appendere il giubbotto di pelle alla fine dell’università 🙂

Vi voglio segnalare un gruppo di Göteborg che aggiungendo ironia all’ironia, ha deciso di reinterpretare dei classici del rock con uno stile decisamente… personale. Loro si chiamano “Hellsongs“, e hanno un sito simpaticissimo, con alcuni video e un link a myspace dove si possono ascoltare altre canzoni.

La mia preferita è la cover di un iper-classico che tutti avete sentito, vediamo se riuscite a indovinarne il titolo prima di arrivare al ritornello!

Jenny Doveson

Jenny DovesonMercoledì scorso è stata un’altra serata interessante: fra una cena al ristorante indiano e una festa di compleanno a casa di una nostra amica greca, siamo andati al JAM per la serata concerto live che si tiene ogni mercoledì prima del giorno di paga (vedi il post “Serata a sorpresa“).

Alcuni cantautori o gruppi hanno suonato nel classico ambiente intimo del retro del negozio, con l’immancabile dotazione di patatine, panna acida e birra. Fra i vari artisti, oltre a un gruppo composto da due coppie di gemelli e gemelle, ha suonato anche Jenny Doveson.

É una ragazza semplicissima, camicia a quadrettoni in stile grunge (che poi deve essere la sua camicia preferita, visto che la indossa anche in un video), occhiali  e sguardo timido. Suona le sue canzoni arpeggiando sulla chitarra ed accompagnandosi con l’armonica, parla pochissimo e arrossisce agli applausi 🙂

A settembre probabilmente uscirà il suo primo disco, era nel locale con la sua produttrice e sono andato a stringerele la mano e a farle i complimenti, mi è proprio piaciuta! Segnatevi il nome 🙂

Ecco un video della serata al JAM (grazie Davide!):

Ci sono solo un paio di altri video su YouTube, in cui si vede decisamente meglio: uno in cui registra in studio la canzone “Who Knows”, e uno durante una versione svedese di “Uno Mattina” 🙂

Altri links: il suo sito ufficiale, il suo sito su MySpace, la sua pagina sulla casa discografica indipendente, la Veranda records.

Lisa Ekdahl – Vem Vet

Lisa EkdahlE’ passato un sacco di tempo dall’ultima volta che ho pubblicato la traduzione di una canzone. Proviamo a fare un piccolo passo in avanti, approcciando le canzoni in svedese. Il primo tentativo è dedicato a Lisa Ekdahl, una cantautrice e musicista jazz molto apprezzata all’estero, che non credo sia ancora approdata in Italia. Questo post segue la serie dei post “a blog unificati” con Giusi e Davide, dietro segnalazione originaria di “betulla” Som en björk (mitt i veckan) . Persino la canzone che ho scelto è la stessa segnalata da entrambi, me ne sono accorto solo ora 🙂

Si intitola “Vem Vet”, “chi lo sa”. Per non ripetermi troppo vorrei segnalare il video originale, ma non è possibile includerlo all’interno di quuesta pagina. Lo potete aprire qui: Lisa Ekdahl, Vem Vet (1994) su YouTube.

Vem Vet

Du är en saga för god, för att vara sann
Det är en saga i sig att vi funnit varann
Vi kunde lika gärna, aldrig någonsin mötts
Eller var vårt möte redan bestämt långt innan vi fötts?

(Chorus)
Vem vet, inte du
Vem vet, inte jag
Vi vet ingenting nu
Vi vet inget idag
Vem vet, inte du
Vem vet, inte jag
Vi vet ingenting nu
Vi vet inget idag

(repeat)

traduzione (translation):

Chi lo sa

Sei una storia troppo bella per essere vera
E’ la storia in sè, che a noi sembra una favola
Avremmo anche potuto non incontrarci mai
O il nostro incontro era già stato deciso da prima che nascessimo?

(Coro)
Chi lo sa, tu no
Chi lo sa, io no
Non sappiamo niente, ora
Non sappiamo, oggi
hi lo sa, tu no
Chi lo sa, io no
Non sappiamo niente, ora
Non sappiamo, oggi

(ripete)

Ecco, non esattamente una fatica titanica, ma è pur sempre un inizio 🙂

Aussiefloyd: The Wall


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The Wall (abies) Come avevo anticipato,ierisera sono andato a vedere lo spettacolo “The Wall” nel teatro “Circus”, un bell’edificio in legno in Djursgarden, vicino all’entrata di Skansen.

Lo spettacolo é stato grandioso! Sin dall’inizio, con l’esplosiva “In the flesh?”, proseguendo poi per tutta la storia di “The Wall”. Gli Aussiefloyd hanno ripercorso la storia di Pink nota per nota, ed era davvero difficile distinguere la loro performance da quella originale, ben impressa nella mia memoria 🙂

Un buon contributo allo spettacolo é stato dato dai video che scorrevano sullo sfondo del palco: non si trattava di spezzoni del film o dei video originali, ma di ricostruzioni tridimensionali in computer grafica, che sostituivano abbastanza degnamente i cartoni animati disegnati a mano dell’originale. Sparsi qua e là con molta ironia, c’erano canguri ovunque, i più spettacolari erano quelli sulla cemia dei famosissimi “martelli marcianti” (date un’occhiata alle foto). Il pubblico era commosso, esaltato e coinvolto, nonché vario per composizione: alla mia destra avevo una ragazza della mia età circa, alla mia sinistra un signore del tutto simile a Leo di “That’s 70s Show” che a un certo punto si é toglto gli occhiali e si é asciugato una lacrima 🙂

Alla fine del concerto, dopo “Outside The Wall”, gli AussieFloyds sono tornati sul palco per suonare alcuni bis memorabili, come Shine On You Crazy Diamond, The Great Gig In The Sky, On The Run (compreso il maialone gonfiabile che é apparso da uno degli spalti!), Wish You Here e un grandioso finale con “Eclipse”, accompagnati da video bellissimi. Una meraviglia.

Qui sotto trovate il link a un album fotografico, più tre filmati che ho girato con il cellulare, scusatemi per la loro scarsa qualità! Se a qualcuno interessano, sul mio PC ne ho una versone più dignitosa.

aussiefloyd

Is There Anybody Out There?

Waiting for the worms

Comfortably Numb (intera!)

L’emozione é stata tantissima, perché come sa chi mi conosce bene, The Wall ha un significato grandissimo per me, che in passato mi sono identificato in tutte le fasi della vita di Pink. Pensavo che rivivere tutta la storia in modo così intenso mi avrebbe riportato indietro nel tempo, invece ho notato con piacere che l’unica canzone in cui mi sia sentito nel presente é stata “Outside the wall”…

The Wall LIVE at Stockholm Circus Arena

Aussiefloyd - locandinaE’ stato un vero e proprio colpo di fulmine: mentre passeggiavo per il centro città con una mia amica, ho visto con la coda dell’occhio una locandina affissa in mezzo a molte altre, e mi sono zittito improvvisamente, andando a vedere da vicino se si trattasse di uno scherzo o meno.
La grafica era inconfondibile, il testo non dava adito a fraintendimenti: il 26 Febbraio, “Per la prima volta in più di 25 anni la leggendaria opera rock dei Pink Floyd THE WALL in concerto dal vivo nella sua interezza”!
Fin da quando, quasi un anno prima del concerto di Modena del ’97 i miei amici musicofili Roberto e Andrea mi prestarono una audiocassetta di “The Wall” copiata dal vinile per potermi preparare (sapevo a malapena che fosse un gruppo rock inglese), ho avuto il profondo desiderio di poter vedere questo concerto dal vivo, un giorno o l’altro, ovunque si tenesse in Europa. Il mio desiderio è purtroppo destinato ad essere inesaudito, vista la scissione di Roger Waters, la questione dei diritti del concept album e l’ormai venerabile età dei Pink Floyd superstiti.

Quindi, l’opportunità era troppo ghiotta per lasciarmela sfuggire: ho comperato un biglietto. Sebbene si tratti di una cover band, mi dicono che sia una delle migliori in assoluto, specializzata sui Pink Floyd: il loro nome è “Aussiefloyd“, sono australiani, ed hanno messo in scena vari spettacoli negli anni scorsi, in giro per il mondo. Quest’anno si produrranno nella riedizione integrale di “The Wall”, “un meraviglioso spettacolo che abbraccia la vera eredità dei Pink Floyd”, a detta di Roger Waters stesso (o perlomeno, a quanto riporta la locandina).

La simpatia degli australiani è piuttosto evidente anche solo giudicando un estratto delle locandine dei loro concerti precedenti:

Aussiefloyd: copertine

Ho recuperato un video dell’inizio del concerto, eccolo qui (pelle d’oca!):

“So ya
Thought ya
Might like to go to the show.
To feel the warm thrill of confusion
That space cadet glow.
Tell me is something eluding you, sunshine?
Is this not what you expected to see?
If you wanna find out what’s behind these cold eyes
You’ll just have to claw your way through this disguise.

“Lights! Turn on the sound effects! Action!”
“Drop it, drop it on ‘em! Drop it on them!!!!!”

Canone Cancrizzante

Nel vastissimo libro Gödel, Escher, Bach si parla a lungo del Canone Cancrizzante di Bach, tanto da utilizzarlo anche fonte di uno dei personaggi principali (il Granchio).
E’ composto da due voci che, sovrapposte, compongono un’armonia, come il classico “fra Martino campanaro”. Ciò che lo rende particolare è che le due voci sono eseguite sullo stesso spartito, suonando le stesse note, ma in due direzioni diverse!
Douglas Hofstadter, l’autore del libro, usa questa analogia per passare ad argomenti più complessi, per esempio associando il Canone Cancrizzante al “movimento” degli enzimi su una catena di DNA.
Se volete ascoltare il canone avendone una visualizzazione grafica, guardate il video a questa pagina, “Canone 1 a 2“.
Via [Massimo Morelli su FriendFeed]

Concerto di Katie Melua, 7 ottobre 2008

Come saprà chi legge queste pagine da un po di tempo, sono un discreto appassionato della musica di Katie Melua. Ierisera dopo il lavoro sono finalmente andato a godermi il suo concerto al Globen di Stoccolma, o meglio all’Annex, che é una delle varie arene disponibili.

Il Globen visto da vicino é piuttosto imponente, e continua a ricordarmi la “Morte Nera” di Guerre Stellari :). Con mio stupore dalla fermata della metropolitana é usicta una “fiumana” di gente piuttosto eterogenea, che non sembrava del tutto parte del target di Katie Melua. In effetti entrati nell’area del Globen  la gente si é ripartita fra vari eventi,  tutti nella stessa serata. Dall’uscita all’ingresso, comunque non ho fatto neanche 30 secondi di fila.

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Dopo l’ingresso e il controllo biglietti  ho aspettato (e cenato) tranquillamente al bar, dato che i posti erano numerati e non ci sarebbe stato bisogno di accalcarsi per avere una buona posizione! Anche al bar, nessuna fila dopo aver effettuato l’ordinazione e pagato alla cassa, mi é stato dato uno strano aggeggino simile a un disco da hockey: dato che per preparare le ordinazioni ci vuole un po di tempo, i clienti possono spostarsi in giro per l’arena senza aspettare in coda al bancone del bar. Quando l’ordinazione é pronta il “coso” suona e lampeggia, e così si può tornare al bar solo al momento giusto. Nella sala del bar, a disposizione di chiunque, caraffe d’acqua e boiler di caffé.

Prima del concerto l’ospite della serata, Andrea McEwan: un’artista australiana, cantante solista, con dolcezza e grinta da vendere. Decisamente una spalla adatta per un concerto di Katie Melua, fra poco uscirà il suo primo album, sono proprio curioso. Dal palco ha inviato chi avesse voluto a raggiungerla al “gift shop” per fare due chiacchiere e, incuriosito, mi sono accodato a un’ordinata e spontenea fila di una quindicina di persona. Essendo l’ultimo mi sono attardato a scambiare due chiacchiere, é una persona simpaticissima, credo che la seguirò con attenzione. Il suo sito é http://www.andreamcewan.com , ci sono fotografie, si possono ascoltare demo, e c’é un video blog abbastanza interessante, fra cui un piccolissimo backstage del concerto di ieri! 🙂

In perfetto orario, ecco salire sul palco Katie, che senza dire una parola attacca un blues, mentre nell’arena non si senta volare una mosca.  Il concerto prosegue, ed é divertente: fra una canzone e l’altra Katie racconta l’origine dei testi. Per alcune canzoni più “animate” lo schermo sullo sfondo e le luci fanno da cornice, e in un paio di canzoni vecchi spezzoni di film degli anni 30/40 in bianco e nero (ospite anche Charlie Chaplin, per “Mary Pickford”) creano un clima dolce e surreale. Per le canzoni acustiche, accompagnate di volta in volta da un piano, una viola o un flauto, le luci si spengono e un occhio di bue illumina K.M. su uno sgabello, intenta a suonare la sua chitarra.

Dedica “Thank You Stars” alla Svezia, e dice che tornerà spesso visto che un suo caro amico si sta strasferendo a Stoccolma (va di moda, a quanto pare 🙂 ). Alla fine il pubblico si alza in piedi ad applaudire, e dopo svariati minuti di applausi la band torna sul palco per tre bis, fra i quali una scatenata “On The Road Again” e la chiusura con “I Cried For You”, canzone che “ci ho messo un sacco di tempo a scrivere, più che altro per capire di che cosa stessi cercando di suonare” 🙂

Bella serata, avrei voluto portare a casa una maglia a maniche lunghe bianca e nera con scritto “It’s all in my head”, ma era solo in taglie da donna 🙂

Ho anche alcuni video, ma non so se su Youtube mi facciano storie. Vedrò se riesco a postarli in altro modo. Intanto, ecco l’album su Flickr:

Certe cose non dovrebbero restare impunite

Più volte i telegiornali ci hanno messo in guardia da quello che accade nella palude fetida di internet e di YouTube, dove, in attesa dell’ignaro navigante, sguazzano pornografia, pedofilia, bullismo e gossip non autorizzato. Io sono sempre stato scettico riguardo a queste notizie, ma stasera, davanti al contenuto agghiacciante di questo video, mi sono dovuto ricredere:

Si tratta della Cover ufficiale di “Nothing Else Matters” dei Metallica, tratta dall’album “Uscita di Sicurezza” di Marco Masini. E ci sarà un perchè l’album si chiama così. (E’ visibile nella sezione “discografia”, del sito ufficiale, anno 2000-2001. La canzone è subito dopo perle liriche quali “Lasciaminonmilasciare”, “Il bellissimo mestiere (Sono incazzato con l’amore)” e
“Vai male a scuola”).
Potrebbe essere uno scherzo, ma la realtà come sempre è ben più agghiacciante della fantasia: qui di seguito una pagina tratta dalla cache di Kataweb Musica (l’originale si deve essere auto-cancellato dalla vergogna):

Marco Masini è uno dei personaggi più controversi del panorama della musica italiana. Lo sa anche lui, e la cosa non è che gli dispiaccia molto. Nel bene o nel male in fondo il cantante toscano ha fatto sempre parlare di sè: dalle tematiche scottanti portate a Sanremo attraverso Perchè lo fai, che nel ’91 si piazza terza nella sezione big (l’anno precedente aveva vinto tra i giovani con Disperato), al successo dei suoi primi dischi (Marco Masini del ’90, Malinconoia del ’91 e T?’innamorerai del ’93) fino alle incompresioni per il suo album del ’98 Scimmie, che alle sperimentazioni rock ha comunque affiancato buone canzoni come Fino a tutta la vita che c’è. In Uscita di sicurezza, il suo nuovo lavoro, c’è sicuramente più il Masini delle origini (e si capisce dal primo singolo estratto Lasciaminonmilasciare) che altro, ma anche qui le sorprese non mancano. Su tutte la cover di Nothing Else Matters dei Metallica, che nell’album del cantante diventa E chi se ne frega.

Come mai ha scelto di eseguire proprio questa cover per il suo nuovo disco?
Aldilà della mia passione per i Metallica questo era un brano che eseguivo spesso quando all’inizio della mia carrera mi trovavo a suonare delle cover. Inutile dire poi che i Metallica sono uno dei gruppi che hanno fatto la storia della musica, e sicuramente Nothing Else Matters è una delle loro più belle canzoni.

Come è riuscito ad ottenere l’autorizzazione per pubblicarla?
Attraverso il management della mia casa discografica ho fatto arrivare direttamente ai Metallica il provino di E chi se ne frega. Loro mi conoscevano già, dieci anni di attività in Italia saranno pure serviti a qualcosa, e comunque hanno apprezzato la canzone, così mi hanno dato il loro benestare. Non ho incontrato il gruppo di persona, ma i loro commenti positivi mi hanno gratificato lo stesso.

Pensa che i fans dei Metallica la criticheranno per quello che ha fatto?
Di sicuro qualcuno contesterà la mia scelta, ma io ho la coscienza a posto, in quanto sento di aver rispettato soprattutto le sensazioni che da questo pezzo. Penso realmente di esserci riuscito, e allora tutto il resto non conta, come dice il titolo del pezzo originario.

Nella sua carriera ritiene di essere stato più amato o criticato?
Sono stato sia amato che criticato. Sarebbe stato peggio se la gente mi avesse ignorato o se avessi suscitato indifferenza. Facendo i conti alla fine ce ne sono stati pochi di cantanti come me che hanno diviso così nettamente in due l’Italia…