Mi hanno detto che durante Striscia la Notizia ieri hanno mandato in onda un servizio sui prodotti “finti” che si possono trovare in Svezia (e, credo, in ogi altro paese).
Ecco il servizio:
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?15913
È innegabile che quasi tutti i prodotti mostrati siano delle immonde schifezze, per il palato di Noialtri italici.
Ma mi ha dato fastidio quel modo cosí caciarone e disinformante che ha sempre contraddistinto Striscia, che da una cosa parte a fare una tragedia (vedi il servizio sulla cucina molecolare) e uno scandalo appellandosi anche al governo.
Prima di tutto anche di una parola come “tarocco” c’é una definizione ben precisa, ovvero un marchio falso: é illegale e richiede provvedimenti vendere prodotti che hanno un marchio falsificato, o sono copie di prodotti a Denominazione di Origine Protetta. Questo danneggia il mercato e causa problemi non solo di copyright, ma comporta truffe economiche ed alimentari.
Un’altra cosa é indicare parole ignorando cmpletamente quello di cui si sta parlando, come ad esempio ribadire “salami” ignorando che la parola svedese per “insaccato” è salami, con la i. Esiste anche il Dansk Salami, per dire. Stessa cosa per ruccola, che in svedese si scrive correttamente con due “c”. Certo le parole derivano dall’italiano e sono storpiate, ma hanno dignitá loro.
Perché non prendersela con tutti i prodotti che riportano le scritte “pasta” o “pizza” e non sono italiani? Gli spaghetti prodotti all’estero non si possono chiamare “spaghetti”? In italia non sono in vendita per caso hamburger che non hanno niente a che vedere con gli USA (o la tedesca Amburgo), Emmenthal che non ha mai visto una valle svizzera, Ketchup di carate brianza o Wurstel insaccati da Cremonini a Reggio Emilia?
E allora piantiamola di fare del vittimismo e mettiamoci a commerciare i nostri prodotti come si deve, il fatto che metá dell pasta sugli scaffali sia a marchio Barilla dimostra che si puó fare senza piangersi addosso. Il servizio é cosí supponente che mostra una “olivmortadella” (che NON vorrei assaggiare) con bandiera svedese, con scritto sotto in grande “från Sverige“, e la presenta come “tarocca”. Se la prendessero con le cose serie.
Fra l’altro quest “subcultura” italiana non é del tutto dannosa, perché dato che molte aziende italiane non cmmercializzano qui i loro prodotti, questi (orribili ai gusti nostri) surrogati sono anche quelli che invitano i turisti a visitare la vera Italia e ad apprezzare i prodotti locali.
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guarda che la olivmortadella ha un suo perché… non é mortadella vera, ci assomiglia vagamente, ma é buona!
Hai ragione…. Specie sulla definizione di tarocco…. Se fosse scritto “mortadella dop” allora sarebbe frode…. Ma finche’ si tratta della versione svedese non c’e’ nulla di male. Non so se la vendano ancora, ma in Italia c’era una famosa pizza surgelata che si chiamava “pizza americana” credo fosse della Kraft…… Comunque io ho assaggiato la olivmortadella e sono sopravvissuto.
uhmmm……
Tra parentesi il Cambozola non ha proprio nulla a che fare con il gorgonzola, nel senso che e’ il nome (marchio) di un formaggio ben diverso dal gorgonzola e non lo vuole neanche imitare!
E l’olivmortadella l’ho assaggiata anche io e vivo!!!
Sono perfettamente d’accordo con te.
Peccato, perché il tema dei prodotti italiani in Svezia suscita ilarità e ci si può fare tranquillamente qualche risata, senza per questo gridare allo scandalo.
ben detto! mica sono scemi in svezia; si sa benissimo che il vero prodotto italiano ha il marchio e che è scritto ‘prodotto in italia’ per quanto riguarda i prodotti italiani. gli spaghetti ci sono sempre stati, adesso anche barilla e de cecco; sta al consumatore scegliere se vuole l’ originale (ben riconoscibile) o un prodotto svedese!!
Mi viene un dubbio??? Ma la olivmortadella si chiama cosi’ perche’ e’ fatta con “olive” del maiale???
Striscia fail. Che figura di merda che hanno fatto. Poi lui antipatico come pochi. Il bello è che sul retro di molti prodotti ICA Basic c’è scritto bello chiaro “Prodotto in Italia per ICA” (in svedese ma si capisce), non c’è un ciufolo di tarocco. Mah.
A dire il vero, dato che spesso si legge sui giornali italiani di sofisticazioni alimentari tutte ben Made in Italy, ogni tanto mi chiedo se sia cosí importante mangiare prodotti di provenienza italiana. Io voglio mangiare in primis cose che non mi facciano male, e che valgano il prezzo a cui me le vendono. Meglio la mozzarella tedesca di alcune marche italiane fatte col latte scaduto e lavato con la candeggina. (ricordo qualche tempo fa che nel norditalia erano stati sequestrati formaggi ‘rifatti’ con quelli scaduti e andati a male)
In secondo luogo, il Servizio di striscia é fatto male, il conduttore continua a dire ‘tutto tarocco’ senza avere degli onesti primi piani sull’etichettatura. Come dice eldino, ci sono prodotti di effettiva provenienza italiana tra quelli mostrati, e l’etichettatura lo riporta, mentre altri sono riportati correttamente sulla confezione come ‘prodotto svedese’.
Ruccola é scritta con due C perché cosí si puó pronuciare in modo corretto, con una sola c lo svedese la leggerebbe ‘rusola’ (almeno cosí mi dice il VIkingo).
Certo che parlare di tarocco è proprio stupido… Oltretutto ci vantiamo dal Made in Italy quando spesso e volentieri in Italia viene messo solo l’etichetta e la produzione è affidata alle “sapienti mani” di qualche bambino del sud-est asiatico… Ricordo un servizio di Report di qualche anno fa’ che denunciava palesemente la cosa.
Poi olivmortadella o quello che è sono palesemente prodotti diversi non sono di certo tarocchi.
Poi vogliamo dirla tutta? Quanti di noi vanno al risotrante cinese? Bhe per quel che ne so io quello che noi chiamiamo cucina cinese no è assolutamente comparabile con quello che mangiano in Cina.
Pienamente d’accordo con quanto dici. Quoto in toto anche Morgaine e Beppe.
Si sono pure portati dietro il responsabile qualità della Coldiretti, ma perché??!! Pessimo.
[…] a rispondere adeguatamente ad un servizio superficiale e decisamente stupido. Vi rimando quindi al suo articolo, che vale la pena leggere. In particolare sottoscrivo la questione dell’utilizzo della parola […]
Scusate, ma non capisco questa crociata contro il servizio di striscia… Forse vi siete dimenticati che l’Italia e’ considerata il paese dove si mangia meglio nel mondo… Non credo che sia giusto sfruttare il nome del nostro paese per commercializzare prodotti che sono mediocri e che non hanno niente a che vedere con i prodotti originali, ma che cercano soltanto di imitarli sfruttando l’italian sounding… E’ giusto che sia chiamato in causa il governo perche’ siamo nell’unione europea… Trovate prodotti francesi finti in giro? Loro si fanno rispettare. E poi vi sembra possibile comprare un Wine kit che dice che in 28 giorni avrete il barolo? E vi sembra sano bere quei prodotti chimici che servono per far fermentare il vino. Non fate i precisetti sulla pronuncia e affinate il palato…
Il motivo della “crociata” é che sta facendo del vittimismo senza sapere di che si sta parlando. Non ho molto da aggiungere a quanto ho già scritto: non dico che i prodotti siano migliori di quelli italiani (ben lungi) ma non sono nemmeno violazioni di marchio. I francesi son piú bravi a difendere i marchi, è vero, ma prova a pensare se un americano venisse a fare un servizio prendendo dagli scaffali Hamburger, Ketchup, Pop Corn, Chips, quello che vuoi (la lista é lunga). Tutto il Brie che trovi alla Coop viene dalla Francia? La Créme Caramel? La besciamelle (ah, direbbe Jimmy Ghión, che ignorianti, noi sbagliamo il nome e la chiamiamo “Besciamella”!) ? “Mozzarella” che piaccia o meno non é un marchio registrato. Come Wurstel, o Croissant. Per non parlare del fatto che alcuni dei prodotti mostrati siano effettivamente prodotti in Italia (basta far vedere l’etichetta), che il Cambozola esista e non sia Italiano, che su altri ci sia scritto “fatto in Svezia”, e che un salame avesse la bandiera danese.
Facevano molto piú bella figura a parlare di violazioni di marchio VERE, ovvero copie di loghi e marchi DOP. Se quella cosa in busta lo chiamano “Barolo”, QUESTA é una violazione del marchio. Perché “Barolo” é un marchio DOP. Quello cha ha fatto vedere Ghione, é fuffa.
Concordo con il fatto che Striscia spesso cerchi di fare la cosa più grande di quello che è, per fini sensazionalistici….
il servizio è fatto male perchè non spiega bene cosa sono questi kit, come funzionino e come vìolino le normative, ma piuttosto preferiscano urlare allo scandalo in generale….tirando in ballo, tral’altro, una persona che si suppone non debba rispondere di questo…
resta comunque la questione di fondo che certe cose non si possono accettare. Non si può creare del chianti con la polverina…se vuoi lo chiami “vino svedese”, ma non lo chiami chianti perchè ci sono norme sul controllo di origine. è stata creata una authority alimentare per questo, con sede a Parma, e ci si propone di far rispettare queste semplici norme.
Ma anche dove non ci sono norme, io un appello lo avrei fatto lo stesso. certe cose non si possono proprio sopportare.
Avete mai visto nei supermercati il Felix “italiensk dressing”?? Bene, quello che loro vendono come condimento da insalata “all’italiana” è gelatina con pezzi di vomito di qualcosa. nessuno in italia usa quella roba e quindi perchè devi chiamarla così?
Se io in italia creassi un prodotto tipo pallette di merda di scarabeo stercoraro e sulla scatola scrivessi “kottebullar svedesi” , gli svedesi sarebbero contenti? Quale idea della cucina svedese si farebbero gli italiani, dopo averlo provato?
Boh, a me sembra che si stia parlando di cose diverse, senza aver visto il servizio o leggere quanto è scritto.
La questione del vino é stata tirata in ballo ma non c’entra nulla nel col primo nel con il secondo.
Riguardo ai nomi, c’é proprio solo da mettersi l’animo in pace! “Italian Dressing” si usa in tutto il mondo e non solo in Svezia per indicare condimento con olio e aceto (detto anche vinaigrette), ed é un termine nato e diffuso dagli USA ( http://en.wikipedia.org/wiki/Italian_dressing ). Come Pizza, Pasta, o Spaghetti Bolognese, o Fettuccini Alfredo, sono diventati nomi propri. Non posso dire di apprezzare questi “surrogati”, ma NON si puó parlare di tarocco o di danno all’immagine, che rimane una cosa ben definita e legata a frodi di copyright (legate all’imitazione di marchi UFFICIALI di qualità) o alimentari (informazioni false sulle etichette).
è così difficile da capire?
no no, non é affatto difficile da capire….
ci sono prodotti che hanno nomi protetti e quindi sono fuorilegge (é il caso del chianti, o del parmigiano-reggiano)
ci sono prodotti che non hanno nomi protetti e possono essere fatti anche da un’altra parte con lo stesso nome, l’importante é scrivere dove é stata prodotta (ad esempio la pasta o la mozzarella)
ci sono infine prodotti, e a questi mi riferivo parlando dell’italiensk dressing, che hanno un nome palesemente fuorviante (poco importa che sia americano e non svedese). Non sono originari dell’italia ma vengono chiamati “italiani”. É ovvio che non c’é nessun reato e che dovremmo metterci il cuore in pace ma personalmente, specie quando si tratta di roba poco invitante, mi dá parecchio fastidio, e per vendetta vorrei fare io una salsa schifosa e chiamarla “american/swedish dressing”…poco importa se lá la usino davvero o meno!!
purtroppo striscia ha messo tutto nel calderone e parlato di “tarocco”, senza specificare…
ps: oltretutto, al posto del Ghione avrei preferito fosse venuto 100% Brumotti 😀
Pienamente d’accordo con il tuo post. Per esempio questa olivmortadella ha davanti alla confezione una bandiera svedese grossa quanto una casa. Possibile che non l’abbiano vista?! Mortadella non e’ un marchio registrato, quindi non e’ “tarocca” e non e’ copiare. Il consumatore puo’ scegliere cosa comprare a seconda del prezzo e del gusto. Io la pasta non compro la barilla. molto piu’ buona quella dell’ica basic! e piu’ economica!
Cmq un servizio veramente mediocre, che fa di tutto un brodo e che non ha veramente significato.
A proposito di Tarocco, quello siciliano, succoso e dolcemente rinfrescante… Evviva il Tarocco.