Stasera si é appena svolto quello che sta diventando un piccolo ma preciso rituale: un ultima cena di commiato, le valigie fatte la notte prima della partenza.
Dentro, la provvista di libri da portare a casa, con i suggerimenti raccolti durante l’estate. Lo spazio per le scorte alimentari dell’emigrante, che é quasi piú bello il gesto di riportarle che il gusto di mangiarle. E poi altri piccoli oggetti che come una formichina piano piano porto dalla mia vita vecchia a quella nuova, foto, ricordi. E il dilemma del peso delle valigie, con le cose che é meglio lasciare fuori, o che lasci fuori a malincuore, e poi ti rendi conto che la maggior parte del peso di quelle valigie, sia all’andata che al ritorno, non puó essere misurato al banco del check-in.
E le foto da sistemare una delle sere dopo il rientro, per fissare momenti che giá iniziano a sfumare. E gli amici che hai visto, quelli che non hai visto, e quelli che hai visto e rivisto e che vorresti rivedere ancora, quelli che da lassú sembrano irreali, e quelli lassú che da quaggiú sembrano irreali anch’essi, e pensi che forse quello irreale sei tu. E il sonno, e il voler dormire, e il non voler dormire, e la stanchezza del viaggio che deve ancora iniziare e giá ti stanca, e vorresti ritornare a casa in un istante battendo i tacchi come Dorothy, se solo sapessi casa qual’è.
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bello, davvero
La tua casa…:)
“o signore dell’universo ascolta questo
figlio disperso
che ha perso il filo
eche non sa dov’e’
e che non sa neanche
piu’ parlare con te
ho un cristo
che pende sopra il mio cuscino
e un budda
sereno sopra il comodino
conosco a memoria il cantico
delle creature
grandissimo rispetto per le mille sure
del corano
c’ho pure un talismano che me l’ha
regalato
unmio fratello africano
e io lo so che tu
da qualche parte ti riveli
che non sei solamente chiuso dietro
aicieli e nelle rappresentazioni
umane di te
a volte io ti vedo in tutto quello
che c’e’
giro per il mondo
tra i miei alti e bassi
come pollicino
lascio indietro dei sassi
sui miei passi
per non dimenticare
la strada che ho percorso
fino ad arrivare qua
e ora dove si va
adesso si riparte per un’altra citta’
voglio andare a casa
la casa dov’e’
la casa dove posso stare in pace
io voglio andare a casa
la casa dov’e’
la casa dove posso stare in pace
io voglio andare a casa
la casa dov’e’
la casa dove posso stare in pace
con te
in pace con te
o signore dei viaggiatori
ascolta questo figlio immerso
nei colori
che crede che la luce
sia sempre una sola
che si distende sulle cose
e le colora di rosso di blu
di giallo e di vita dalle tonalita’
di varieta’ infinita
ascoltami proteggimi ed il cammino
quando e’ buio illuminami
sono qua in giro per la citta’
e provo
con impegno a interpretare
la realta’
cercando il lato buono delle cose
cercandoti in zone pericolose
ai margini di cio’ che e’ convenzione
di cio’ che e’ conformismo
di ogni moralismo
yeah yeah
e il mondo mi assomiglia
nelle sue contraddizioni
mi specchio nelle situazioni e poi
ti prego
di rivelarti sempre in cio’ che vedo
io so che tu mi ascolti
anche se a volte non ci credo
voglio andare a casa
la casa dov’e’
la casa dove posso stare in pace
io voglio andare a casa
la casa dov’e’
a casa dove posso stare in pace
con te
in pace con te
in pace con te
in pace con te
o signore della mattina
che bussa sulle palpebre
quando mi sveglio
mi giro e mi rigiro
sopra il mio giaciglio
e poi faccio entrare il mondo
dentro me
e dentro il mondo entro fino a notte
barriere confini
paure serrature
cancelli dogane
faccie scure
sono arrivato qua
attraverso mille incroci
di uomini di donne
di occhi e di voci
il gallo che canta e la citta’
si sveglia
ed un pensiero vola
giu’ alla mia famiglia
epoi si allarga
fino al mondo intero
e vola su su in alto fino al cielo
e il sole la luna
e marte e giove
saturno coi suoi anelli e poi
le stelle nuove
e quelle anziane piene di memoria
che con la loro luce hanno fatto
la storia gloria
a tutta l’energia che c’e’ nell’aria
questa e’ la mia casa
la casa dov’e’
la casa dove posso portar pace
questa e’ la mia casa
la casa dov’e’
la casa dove posso portar pace
questa e’ la mia casa
la casa dov’e’
la casa dove posso portar pace
io voglio andare a casa
la casa dov’e’
la casa dove posso stare in pace
con te
in pace con te
questa e’ la mia casa
questa e’ la mia casa
questa e’ la mia casa
questa e’ la mia casa ” (Jovanotti)
Grazie della canzone Anto, me la ero dimenticata! E in effetti é proprio quella, la casa 🙂