Week end nell’arcipelago

Una delle attività estive più belle in assoluto da fare a Stoccolma, se si ha un fine settimana e disposizione e se piace la vita all’aperto, è di esplorare l’arcipelago di migliaia di isolette che si trova appena furoi città.


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Il programma di questa gita è piuttosto standard: si parte dalla cittá al venerdí, subito dopo il lavoro, per raggiungere la costa con i mezzi pubblici. Si sale poi a bordo di piccole navi di linea (come quelle della Waxholmbolaget) la cui rotta si snoda attraverso il dedalo di isole, isolotti e canali naturali, effettuando in alcuni casi anche fermate a richiesta come il più classico degli autobus 🙂

Una volta giunti sull’isola si approfitta di una delle incantevoli taverne (värdshus) e ci si accampa per la notte. La mattina del sabato si noleggiano i kayak, si imbarcano zaini e provviste, e si parte per l’esplorazione, improvvisando una rotta a seconda delle condizioni di vento e corrente. A seconda del posto e del clima il mare puó essere molto agitato e impegnativo, o, nelle zone più riparate, un vero e proprio specchio liscio e lucido come mercurio. Alla sera si sceglie un bel posto riparato e panoramico, e si piantano le tende grazie all’allemansrätten, il diritto costituzionale di accedere alla natura e di fermarsi a dormire dove si vuole (con certi limiti, ovviamente). Dopo una bella cena cotta magari sulle braci di un fuoco da campo ci si gode il crepuscolo dorato della mezzanotte estiva, e si va a dormire, pronti per proseguire la mattina dopo e fare in tempo a tornare a casa per la cena della domenica.

Möjas värdshuset

Möja

Lo scorso fine settimana abbiamo scelto come destinazione l’isola di Möja, che confina con una riserva naturale. la prima disavventura è stata scoprire che al nostro arrivo, poco dopo le otto di sera, tutto fosse già chiuso! Una delle due taverne aveva già liberato i tavoli, mentre l’altra avrebbe aperto solo la settimana successiva, per Midsommar. La COOP che in città chiude alle 22 qui apre dalle 10 alle 17. Abbiamo incontrato forse sei persone in tutto, per il resto era tutto deserto, la situazione era abbastanza surreale. L’unica cosa aperta era la porta della värdshus, con accesso al distributore del latte, a bustine di te alla fragola e zollette di zucchero. Dopo aver vagabondato qua e lá in cerca di una soluzione di qualche tipo, o magari di qualche orto incustodito da cui cavar zucchine ed insalata dietro adeguato compenso, abbiamo deciso di tentare la sorte in un piccolo ostello della gioventù indicato da un cartello di legno.

Vandrarhem

Arrivati sul posto abbiamo trovato una porta spalancata con una luce accesa. Una scala conduceva alle camerate vuote, all’ingresso al piano terra c’erano scaffali con depliants, magliette, cappellini, cestini con barrette snack e un frigo con i gelati 🙂 un cartello diceva “se avete prenotato, troverete il vostro nome sulla porta della stanza. Se non avete prenotato e c’é posto, firmate il registro, acquistate quello che volete e lasciate i soldi nella cassetta di metallo qui a fianco”. Dopo l’inizale stupore e titubanza, abbiamo approfittato di alcune confezioni di cracker aperte, di bustine di tè alla fragola e di due scatole di mais lasciate li da ospiti precedenti (è prassi lasciare negli ostelli gli avanzi, a disposizione di tutti) e abbiamo fatto scorta di Snickers e Twix, lasciando ovviamente il corrispettivo nella cassetta.

Tende e boulebana (campo da bocce)

Da li ci siamo spostati nella vicina Dansbana, ovvero la versione svedese di una “balera” romagnola, e ci siamo accampati fra la pista da ballo ed il campo da bocce, vicino ai bagni pubblici (decisamente spartani, ma pur sempre aperti e disponibili). Abbiamo consumato il nostro pasto in compagnia di una quantità impressionante di zanzare, poi sparite tutte insieme a una certa ora (probabilmente vige una stretta regolamentazione anche per loro 😀 ).

Alle due di notte, come previsto con inusuale precisione dai metereologi, ha cominciato a piovere e abbiamo sofferto un po di freddo nonostante i sacchi a pelo.  Alla mattina siamo tornati alla värdshus e finalmente l’abbiamo trovata “ufficialmente” aperta, abbiamo chiesto quattro colazioni e mentre la cuoca preparava siamo andati a fare la spesa alla Coop, e a procurarci qualcosa da bere (un po di vino, o una birra) all’adiacente Systembolaget. Anche qui abbiamo avuto un assaggio di quanto possa essere difficile vivere stabilmente in queste isolette: piú che un negozio si trattava di una porticina che da su una stanza con due scaffali: gli ordini devono essere effettuati per telefono, via mail o sul sito internet almeno un paio di giorni prima, e la merce poi può essere ritirata durante l’esiguo orario di apertura!

Frukost (colazione)

Limpor (pagnotte)

Bullar

Non troppo afflitti siamo tornati a fare colazione, e abbiamo fatto scorta di pane e paste appena sfornati. Siamo poi rimasti a chiacchierare per un po’, fuori il tempo era grigio, ventoso e a tratti scendeva una pioggerella fastidiosa, la prospettiva di mettersi in costume e di scendere in acqua non era particolarmente allettante. Fortunatamente verso mezzogiorno il cielo ha cominciato ad aprirsi, e siamo andati a ritirare i kayak nel piccolo porticciolo. Durante il giorno il clima è migliorato, e abbiamo vagato fra le mille isolette dell’arcipalego di Möja (un arcipelago nell’arcipelago), scivolando sileziosi fra roccie, boschi di pini e betulle, e rimbrottati da diversi uccelli acquatici che non gradivano l’intrusione nel loro territorio. Ci siamofermati a pranzo in una piccola baia riparata dai flutti, e abbiamo goduto di una luce e di un momento davvero particolare, in cui nubi grigie rotolavano sull’acqua grigia appena increspata, creando riflessi che sembrano pennellate di un dipinto. Le uniche macchie di colore, i nostri kayak gialli ed il becco arancione delle beccacce. Abbiamo proseguito fino a sera, avendo qualche difficoltà a trovare un posto adatto per campeggiare, ma dopo qualche ricerca abbiamo trovato un attracco e una bella roccia con vista tramonto. La cena intorno al fuoco, il profumo della resina di pino e chiacchiere in compagnia, uno dei momenti più belli. A nord ovest il sole tramonta lentamente, le nuvole si colorano di rosa e oro e rosso e fino al momento di andare a dormire, ben oltre la mezzanotte, il cielo è verdeacqua con una bella banda dorata a nord. Al risveglio il sole é giá alto, e invoglia a ripartire. Ci siamo rimessi in viaggio, esplorando diverse isolette più o meno abitate, ed evitando le zone più esposte dove pagaiare con il vento e le onde é decisamente impegnativo.  Ci siamo fermati su uno scoglietto a pranzare, e poi siamo tornati in tempo per l’ultima barca, sbirciando la partita dell’Italia dal monitor del PC dei marinai 😀

Le foto che vedete nel post sono di Paolo, le mie sono nel consueto album di Flickr:

 

Möja, album su Flickr

Ecco invece la mappa del percorso, poco più di 31Km 🙂

Visa Kayak 2012-06-09 på en större karta