In questi giorni mi hanno scritto sia la Svezia che l’Italia, quelle con la lettera maiuscola. Se per la prima mi riservo di scriverne più avanti, oggi vi parlo del plico arrivato dalla seconda!
Partiamo dall’antefatto: la legge italiana obbliga chiunque sia residente all’estero ad iscriversi all’Associazione Italiana Residenti all’Estero. Suppure l’iscrizione sia obbligatoria, se non si fa non si incorre che io sappia in nessuna sanzione, né ho incontrato mai nessuno che mi sapesse dire cosa effettivamente questo comporti. Per motivi lagati alla dichiarazione dei redditi, e soprattutto alla possibilità di votare all’estero, mi sono deciso a registrarmi, facendo pervenire al Consolato la documentazione.
L’ufficio consolare a Stoccolma è in un posto bellissimo, al centro di un’isola per la maggior parte parco pubblico, ma è aperta solo dalle 9:30 a mezzogiorno dei giorni feriali. Raggiungerla in orario di apertura è piuttosto difficile se si lavora, per cui dopo mesi e mesi di indecisione e di rimandi ho mandato la documentazione per posta. Nei mesi successivi ho inviato mail per conoscere lo stato dell’iscrizione, o almeno per sapere se la documentazione sia arrivata e fosse corretta, ma non ho mai ricevuto risposta. Stesso esito le telefonate fatte al numero sul sito, perchè nessuno ha mai risposto. Un mio collega mi è testimone, un giorno ho lasciato squillare il telefono ininterrottamente dalle 10 alle 12, senza che nessuno ripondesse, forse sarò stato molto sfortunato io.
Di fatto comunque ieri mi è arrivato un plico dall’Ambasciata Italiana di Stoccolma: si trattava del “kit del votante all’estero”, prova tangibile che in qualche modo la mia iscrizione è arrivata a buon esito.
Il plico contiene il presente materiale:
Una busta prestampata e preaffrancata, una busta bianca, un foglio di istruzioni, un certificato elettorale scritto con amore in Word e in Times New Roman, e le quattro schede elettorali.
Il procedimento per votare è il seguente: dopo aver marcato con la penna biro nera o blu la propria scelta, si inseriscono le quattro schede ripiegate all’interno della busta bianca, che dovrà essere accuratamente chiusa.
Dal certificato elettorale si ritaglia il “tagliando elettorale”, che riporta il paese di provenienza del voto ed il mio numero personale ed univoco di iscrizione all’AIRE. Nella busta preaffrancata si inserisce quindi la scheda bianca, il tagliando elettorale, si chiude il tutto e si imbuca nella cassetta delle lettere.
Il procedimento è molto semplice, e sicuramente mette in pratica pedissequamente quanto indicato dalla legge. Lo stesso procedimento si usa per le elezioni Politiche. Vorrei però davvero avere risposta a queste domande:
1) chi mi dice che la busta con la mia votazione raggiunga effettivamente l’ambasciata, e a tempo debito? Ora magari delle poste svedesi si può stare più tranquilli, ma in altri luoghi o paesi?
2) il mio voto è davvero segreto? Insieme alla busta con le schede c’è anche il tagliando che riporta il mio numero. Chiunque può aprire la busta bianca, che non è segnata o firmata in nessun modo, controllare il mio voto, e inserire le schede in una nuova busta per mandarla agli scrutinatori.
3) ma perchè fermarsi a questo? Non solo la busta è completamente bianca, ma anche le schede elettorali non sono ne timbrate ne firmate, sono belle fresche di stampa! Questo vuol dire che senza nessun tipo di problema ci possa essere da qualche parte in qualche ambasciata un bel pacco di buste bianche contenenti schede con il voto ritenuto più… opportuno dall’ambasciata (che risponde al Ministero degli Esteri, se non erro) e con il tagliandino di tutti i membri Aire, che abbiano deciso di votare o meno, e che la mia busta sia prontamente cestinata e sostituita. Oppure semplicemente cestinata nel caso sia utile il non raggiungimento del quorum.
Mettiamo che ad esempio serva ad affossare un referendum per abrogare una legge che impedisce legittimamente ad alcuni imputati illustri di presentarsi al loro processo, e che magari nonostante comporti un enorme spreco di denaro pubblico si sia già scelto di non accorpare alle elezioni amministrative per far andare la gente a votare due o tre volte, e che si sia scelto di spostarlo in una domenica di giugno nella speranza che la gente vada invece al mare, e che magari poi per motivi legati ad un altro quesito si paventava che la gente andasse a votare lo stesso, e che quindi si sia sparsa la voce che tale quesito non serva più quando invece è ancora valido, insomma uno scenario di fantapolitica! Ma anche in casi più semplici, coma fa ad essere giusto questo sistema di voto?
E’ davvero possibile che schede non timbrate, non firmate, possano essere spedite in modo non anonimo come bottiglie nel mare postale, sperando che giungano incolumi alla loro democratica destinazione?
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Mauro, hai messo per iscritto i nostri stessi pensieri ! S & G
Beh per dirtene una, a me non è arrivato nulla e SO di essere iscritta all’AIRE perchè mi è arrivata conferma dal comune di Milano e perchè mia sorella, in occasioni delle amministrative, ha visto che di fianco al mio nome sul registro elettorale c’è scritto “ESTERO”. Mi sa che lunedì mi toccherà mettermi al telefono con l’ambasciata.
Non vi preoccupate ci sono gli osservatori internazionali.
Chi sono? Sono loro!
Loro chi? Loro loro!
Neppure a noi è arrivato ancora niente… e siamo regolarmente iscritti da più di due anni. Però io non ho mai avuto problemi a parlare con il consolato. Hanno sempre risposto al telefono alla prima chiamata. E in questi anni li ho chiamati almeno sei o sette volte, per questioni diverse. L’ultima proprio per sincerarmi di poter votare… Attendiamo con ansia il kit del votante…
mia figlia vive in Danimarca.Tutto perfetto,rapporti consolari,iscrizioni ecc,tutto via mail,puntuali,precisi,nordici.Poichè nei giorni del referendum si trova in Italia,ne ha dato comunicazione al consolato che ha gia’ mandato qui il permesso per votare in Italia.Non le è ancora capitato di votare per le politiche,quindi non sappiamo come funziona in quel caso
…..essendo chiaramente le elezioni un’ occasione per commettere i brogli, e’ necessario riformare la costituzione per prevenire questo tipo di reato, eliminando la possibilita’ di votare. Un modo, quindi per preservare la democrazia…….
la faccenda dei timbri e firme mancanti puzzava tanto anche a me, tanto che tempo fa avevo scritto direttamente all’ambasciata per chiedere chiarimenti (da ex-segretaria di seggio qual ero stata): mi hanno risposto tempestivamente citando una legge in cui é scritto chiaro e tondo che le schede per i votanti all’estero non devono essere vidimate. Adesso vorrei sapere chi l’ha fatta, sta legge.
Che io sappia, le buste beige non possono essere aperte in presenza degli scrutatori (e dei rappresentanti dei promotori del referendum) subito prima dello spoglio.
I metodi per fare brogli ci sono comunque, ma gli scrutatori dovrebbero comunque controllare che la busta sia stata effettivamente spedita e non sostituita da una nuova di pacca.
Per imbrogliare le ambasciate si dovrebbero rispedire tutte le lettere oppure falsificare i timbri postali del proprio paese. Insomma: se vogliono lo fanno, ma mi sembra un deciso sbattimento.
Fra l’altro, a questo referendum do per scontata la vittoria dei si con maggioranza bulgara: il problema è il raggiungimento del quorum.
È importante, quindi che il voto sia contato: se anche mi cambiassero un sì con un no (o anche 20.000 sì con 20.000 no), ai fini pratici, non cambierebbe nulla.
Nel caso del referendum sono d’accordo con te, ma se a Roma ci va un inviato dell’ambasciata con 20000 buste bianche, il broglio è facilissimo!!! In ambasciata ricevi 3000 buste beige (solo quelli che hanno votato), butti via tutto, e mandi 20000 (gli aventi diritto) buste bianche preconfezionate, non serve falsificare nulla.
Nelle ultime elezioni poche migliaia di voti hanno fatto una discreta differenza, fra deputati e senatori…
La legge è del governo Amato…
Il fatto è che, che io sappia, non devono arrivare solo le buste bianche, ma anche quelle beige ancora sigillate. E le 20.000 buste devono avere i timbri postali svedesi, perché devono essere spedite. Se vogliono lo fanno, appunto, ma penso che sia una cosa decisamente complicata.
Fra l’altro la circoscrizione estero elegge sei senatori e dodici deputati in tutto il modno. Per carità, numeri comunque importanti, ma per falsare tutto ci vuole un lavoro di broglio di tutte le ambasciate, che mi sembra sinceramente difficile.
La legge è del governo Amato, ma era stata per anni fortemente voluta dalla destra, per via di tutti gli espatriati con tendenze “nazionaliste”. Alla prima applicazione, però, la maggior parte dei voti sono andati sorprendentemente a sinistra… non tenevano conto di tutti quelli che sono scappati dal Paese per disperazione negli ultimi 15 anni. 😀
Sembra che a causa della riformulazione del quesito sul nucleare e del poco tempo a disposizione, le schede degli italiani all’estero non saranno considerate valide ai fini del raggiungiumento del quorum (per il il quesito in questione).
Avete aggiornamenti in merito?
Non ho trovato notizie in merito… sia Repubblica che il Corriere confermano che l’etero faccia ancora parte del quorum. vedremo… ma dici che quindi ci rimanderanno la scheda?
Sembra che non ci sia il tempo utile per stampare e spedire all’estero la nuova scheda. Senza contare che in molti hanno già votato.
Le cose sono due: o considerano valido il voto (ma non penso possano farlo), o lo considerano nullo (ma allora devono rigorosamente togliere tutti i 4 milioni di residenti all’estero dagli aventi diritto abbassando il quorum, altrimenti è una solenne presa per i fondelli).
L’importante è che decidano in fretta, prima delle votazioni in Italia…
Teoricamente è possibile che rimandino la decisione ad urne chiuse, in modo da capire quanto il voto degli italiani all’estero sia influente. Ovvio che se il quorum dovesse dipendere da quello diventerebbe un bel casino…
Questa mattina sono stato all’Ambasciata. Mi hanno detto che loro hanno avuto la direttiva di considerare valido il voto anche se basato su un altro testo…