Tempra

tèmpra, témpra [‘tÉ›mpra], [ ‘tempra] s.f.

trattamento dei metalli e del vetro che consiste nel sottoporli a forte calore, seguito da brusco raffreddamento, allo scopo di conferire loro maggiore durezza e resistenza alle sollecitazioni

Questo è quanto grossomodo è accaduto da ieri. Per tutto settembre l’estate ha continuato a riecheggiare nell’aria, sia per la temprature e per il sole, che per i suoi ricordi di sole, mare, leggerezza dei vestiti, birra bevuta all’aperto, idee di barbecue. Ieri, primo di Ottobre, l’attesa dell’autobus notturno per rientrare a casa aveva già fatto intuire che le cose sarebbero cambiate, aveva lanciato qualche messaggio neanche troppo nascosto facendo intravedere la condensa del fiato, qualche ramo virato al dorato (o è la luce dei lampioni?) o un profumo pulito, cristallino, nell’aria.

Stamattina la conferma: quando solito Taxi per  il solito aereo per Oslo arriva, il cielo è ancora buio. Ma soprattutto, sulle macchine si presenta, a quanto pare con un mese di anticipo rispetto all’anno scorso, uno straterello di ghiaccio. Oggi siamo scesi sotto lo zero. Ricomincia la giostra!

E con il ritorno del freddo si rafforzano i ricordi, le impressioni di normalità: comincia il secondo giro, cominciano le cose già viste: le bancarelle del cibo internazionale in Sergelstorg, la campagna contro il tumore al seno, il primo Jam durante il quale l’anno scorso ho conosciuto molti dei miei amici di oggi, il primo MTC Pub, oggi il kanelbullesdagen. E con ogni ciclo acquisiamo maggiore resistenza.