Per la prima volta mi trovo fra le mani un libro che mi è piaciuto, ma che non consiglierei a nessuno.
“La scopa del sistema” è la prima opera che io abbia letto di David Foster Wallace, e francamente non mi sarei aspettato nulla del genere.
L’ambientazione è una surreale America di provincia, descritta con ironia, intelligenza e spietato cinismo, ogni personaggio è spinto all’estremo nella sua caratterizzazione, a volte appaiono e scompaiono senza motivo, le loro vite sono tutte intrecciate, sebbene questo poco abbia a che fare con il racconto.
La trama è piuttosto semplice, si tratta della ricerca da parte della protagonista di sua nonna, misteriosamente scomparsa dalla casa di riposo.
Ma la trama è veramente solo un pretesto, una parvenza di struttura, per un romanzo che è puro esercizio di stile, sovrapposizione di racconti e di meta-racconti (racconti a proposito di racconti), divagazioni sulla psicologia dei personaggi (con tanto di psicologo), voli pindarico-filosofici, e piccoli dettagli che si nascondono nella scelta di singole parole. Ho sottolineato a matita praticamente buona parte del libro. La linea del tempo è spezzettata fra il presente ed il passato, lo stile di scrittura è principalmente il racconto, ma si incontrano stralci di verbale, lettere, disegni a matita sul retro di etichette di omogeneizzati.
Mai come in questo caso il viaggio è più importante della destinazione. Solo leggendo con questa considerazione in mente è possibile gustare questo romanzo del tutto sgangherato e sconquassato, ma scritto in un modo assurdamente geniale.
Perché non lo consiglierei a nessuno? Perché è talmente assurdo che me lo sono goduto moltissimo, e se lo consigliassi a qualcuno costui potrebbe farsi legittimi dubbi sul mio stato di salute mentale, vedi ad esempio il mio post “Il Violinista“. E non sono sicuro di voler sapere se qualcuno dei miei amici sia pazzo come me (anche se ne ho avuto già prove, vero P? 🙂 ).
Insomma, come diceva Groucho Marx, “non entrerei mai a fare parte di un club che accettasse persone come me fra i suoi soci” 🙂
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sai che però non ho capito perchè non lo consiglieresti a nessuno? in realtà la tua recensione mi ha fatto venir voglia di leggerlo!
ciao alessandra
p.s. guarda che io sto ancora aspettando la tua, di storia!
La cosa che impressiona di più è che è il suo romanzo d’esordio che ha scritto a 24 anni…
anche io come alessandar, perchè nn lo consiglieresti?
Io lo sto leggendo da qualche mese e lo ritengo parecchio ostico, e, se Wallace fosse ancora vivo, un paio di domandine sul suo pusher le avrei.
Comunque mi associo alla domanda di Puntino e Alessandra.
[…] nella chiosa, ma mi è rimasta impigliata nella tastiera e non è stata scritta. Ho aggiornato il post. addthis_url = […]
“Benvenuto nel club dei Mollati. Numero membri: TE” (cit.)
Vero, vero….. 😉
P.