Nulla di sostanziale, una serie di impressioni di un venerdì qualsiasi.
E’ maggio, il sole splende fuori e i colleghi verso le quattro, quattro e mezza all’improvviso spariscono. In silenzio e solitudine, da quel momento inizia il periodo migliore per me per lavorare.
In metropolitana un gruppo di ragazzine dodicenni irrompe, fa chiasso, ride e scherza, e sparisce in un sobborgo urbano, come un temporale estivo.
Uno dei quartieri-bronx di Stoccolma è illuminato dal sole basso del pomeriggio (sono le otto), gli alberi sono di un verde brillantissimo, tagliando attraverso il parco tutto, alberi, siepi e prati, è coperto da fiorellini bianchi, un profumo dolcissimo nell’aria.
Sulla veranda di una delle case-famiglia ci si trova fra amici, senza un motivo particolare. Patatine, guacamole, un’altra salsa di cui non ricordo il nome e un bicchiere di vino, alcuni su una panchina, altri su un tappeto e cuscini. Sulle spalle una coperta, il sole c’è ancora ma l’ombra non perdona.
A cena agape, ciascuno porta del suo, possibilmente fatto in casa: pane, pizza di ispirazione campana, pani cu tamàttiga di ispirazione sarda, salumi di Norcia, insalata, torta di ricotta e cioccolato, sangiovese, mirto e caffè di moka su piastra in vetroceramica. Chiacchiere ricordi da mettere in comune come con il cibo, ricordi quasi nuovi, picogossip.
Il taxi per tornare a casa perché nessuno ha voglia di aspettare la metro, con le luci del centro riflesse sul Mälaren da un a prospettiva inusuale per i pedoni.
Sul 515 incontro per l’ennesima volta, in orari ed in giorni diversi, la mia amica Pamela in rotta per la via di casa, si scambiano scampoli di serata e commenti su articoli di Repubblica, scaricati da internet e stampati per essere riletti con più calma.
La notte ti fa capire che non è ancora il caso di lasciare a casa la giacca, sarà pure estate ma si scende comunque sotto i 10 gradi. Il cielo blu zaffiro è cinto all’orizzonte da una fascia luminosa verde, che ti fa sentire come un veterano delle nottate di ritorno all’alba, sebbene potrebbe essere benissimo ancora il tramonto.
In casa la luce sul davanzale è già spenta, e ti accorgi che le orchidee in vaso non solo stanno sbocciando, ma hanno anche un loro profumo deciso.
E domani un fine settimana ancora intonso.
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bellissimo! mi fai venire una gran nostalgia.. mi mangio le mani per non poter essere lì ai primi di giugno, come avrebbe dovuto essere!!
La Svezia in estate e’ una delle cose piu’ belle che abbia visto in vita mia.
Ciao Mauro,
io aggiungerei che anche in pieno Agosto la sera è meglio portarsi qualche giacca… sarà che sono freddoloso 🙂
Scusami se ti faccio una domanda un pò invadente: sei riuscito a tirar su un network di amicizie svedesi ?
Mauro mi fai venire da piangere!!!!
Cominci con l’estate svedese, una cena tra amici di ispirazione sarda e Pamelina nel 515… Io divento nostalgica!!!!!!!!!!!!! :o(
è weekend anche qui però,e così me ne vo al sole ad esplorare Francoforte! Mannaggia però, Stoccolma mi manca e anche tutti voi!!!
un abbraccio,conservatemi un po di quelle luci rosa del cielo d’estate per quando torno a novembre!
Elena
cmq sei un poeta sei!!!! 😀
Elena!!!
Ma dai goditi la “vacanza” che quando torni ci ritrovi tutti! Ti aspettiamo! Tu intanto segnati cose nuove da fare in stile Francofortese, che ne avremo bisogno per le lunghe serate invernali 🙂
Grazie per il “poeta” :), ti aspettiamo, a presto! Intanto però oggi porceddu, tiè! :p