Fikapaus med Princesstorte


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Oggi pausa caffé con Princesstorte! Una torta tradizionale di Stoccolma, fatta di pan di spagna e crema, con una cupola di panna montata ricoperta da una “custodia” di marzapane, rigorosamente verde. Yum!

Serata a sorpresa

Le serate migliori ti colgono davvero alla sprovvista. Per raccontarne approfitto dell’attesa nella stazione di Tekkiska högskolan, dove i treni a quest’ora della notte passano ogni 15 minuti, mentre spero di arrivare a casa prima degli ospiti in arrivo dal volo serale Bergamo/Skavsta.
Mi ci vorrà un po per scaricare foto e video dal cellulare, mauro la voglia di scrivere è tanta.
Di ritorno da Nörrkoping e da una lunga giornata di lavoro, mi attendeva la scuola di Svedese. Alla fine delle lezioni Elena, la designer in trasferta, mi invita a concludere la serata fuori, e io senza neanche chiedere quale fosse la meta ho accettato di seguirla. Dopo 10 minuti mi sono trovato in un negozio di chitarre nella zona di Odenplan, dove lavora uno dei chitarristi de “the aristocrats”. Alle pareti delle lunghe stanze del retro, erano appese in paziente attesa decine e decine di chitarre classiche, acustiche, elettriche, banjo, ukulele, viole, contrabbassi, e tutte le varianti sul tema.

Mi viene spiegato che il mercoledì prima del 25 di ogni mese (giorno di paga) alcuni gruppi possono suonare dal vivo, usando strumenti ed attrezzature del negozio. La performance e l’ingresso sono gratuite, così come la birra (VERA birra da 5 gradi) le patatine fritte e lo yogurt/panna acida con cui mangiarle.
Sul palco sta cantando una chitarrista solista molto rock e molto intenta, scalza, con capelli corti e lisci e in un vestitino verde, tanto da sembrare l’interpretazione di Curtney Love di Campanellino.
Dieci, forse quindici persone ascoltano assorte, sorseggiando dalle lattine.
Dopo di lei è il turno di un quartetto per chitarre, contrabbasso e batterista, quest’ultimo unico maschio e defilato sul retro. Il gruppo si esibisce in alcuni brani avustici decisamente divertenti, e già questo sufficiente a ricordare la serata.

Ma quando molti escono, e la vetrina è chiusa a chiave, rimane una combriccola di emigrati italiani vecchi e nuovi, a far festa insieme a qualche svedese occasionale e a una ragazza Lettone. La festa e le chiacchiere continuano, con un sottofondo musicale che spazia da Rossini alla colonna sonora di School Of Rock, che si srotola a pezzi e bocconi da YouTube su un Mac in un angolo. In mezzo ad amplificatori, dischi e Fender stratocaster alle pareti, un orologio ancheggia con la forma e le movenze di Elvis. Si decide, per non lasciare inutilizzate le birre incredibilmente avanzate, di fare un’incursione alla vicina Turkish Pizza. Ci ritroviamo così seduti a spasso per il negozio, a mangiare margherite con le mani dai cartoni. La ragazza di Riga è morosa di un ragazzo di Modena, e fra una nostalgica rivangata di Gnocco Fritto e lambrusco, e di divertentissimo inglese dall’accento Emiliano, si organizza un Week End in Lettonia, probabilmente per il primo di Novembre.
Finite le pizze un paio di persone improvvisano blues con chitarre prese dagli scaffali, e si finisce a cantare “pregherò per te” e “cuore matto” a più voci, mentre Michele, responsabile del negozio, suona un contrabbasso pizzicato o con un archetto.
Michele quest’inverno tornerà in Italia, in un imprecisato paesino delle alpi, per prestare la sua opera di liutaio a un pazzo che costruisce strumenti di ghiaccio ed organizza concerti, e che viene a passaarsi l’estate inSvezia, a Kiruna, 300km a nord del circolo polare artico. Mi congedo per essereva casa in tempo per l’arrivo degli ospiti, ma sto imparando a non dare nessuna serata per scontata, in questa città così imprevedibile!

Quanto é costato LHC?

Un bell’articolo che di un fisico italiano del CERN che parla dei reali costi dell’LHC, dopo il sensazionalismo da “fine del mondo” delle scorse settimane:

Quanto accidenti è costato LHC?

Serve anche a ridare un attimo di prospettiva ai numeri nudi e crudi, soprattutto in confronto a quanto speso in altri settori.

Certe cose non dovrebbero restare impunite

Più volte i telegiornali ci hanno messo in guardia da quello che accade nella palude fetida di internet e di YouTube, dove, in attesa dell’ignaro navigante, sguazzano pornografia, pedofilia, bullismo e gossip non autorizzato. Io sono sempre stato scettico riguardo a queste notizie, ma stasera, davanti al contenuto agghiacciante di questo video, mi sono dovuto ricredere:

Si tratta della Cover ufficiale di “Nothing Else Matters” dei Metallica, tratta dall’album “Uscita di Sicurezza” di Marco Masini. E ci sarà un perchè l’album si chiama così. (E’ visibile nella sezione “discografia”, del sito ufficiale, anno 2000-2001. La canzone è subito dopo perle liriche quali “Lasciaminonmilasciare”, “Il bellissimo mestiere (Sono incazzato con l’amore)” e
“Vai male a scuola”).
Potrebbe essere uno scherzo, ma la realtà come sempre è ben più agghiacciante della fantasia: qui di seguito una pagina tratta dalla cache di Kataweb Musica (l’originale si deve essere auto-cancellato dalla vergogna):

Marco Masini è uno dei personaggi più controversi del panorama della musica italiana. Lo sa anche lui, e la cosa non è che gli dispiaccia molto. Nel bene o nel male in fondo il cantante toscano ha fatto sempre parlare di sè: dalle tematiche scottanti portate a Sanremo attraverso Perchè lo fai, che nel ’91 si piazza terza nella sezione big (l’anno precedente aveva vinto tra i giovani con Disperato), al successo dei suoi primi dischi (Marco Masini del ’90, Malinconoia del ’91 e T?’innamorerai del ’93) fino alle incompresioni per il suo album del ’98 Scimmie, che alle sperimentazioni rock ha comunque affiancato buone canzoni come Fino a tutta la vita che c’è. In Uscita di sicurezza, il suo nuovo lavoro, c’è sicuramente più il Masini delle origini (e si capisce dal primo singolo estratto Lasciaminonmilasciare) che altro, ma anche qui le sorprese non mancano. Su tutte la cover di Nothing Else Matters dei Metallica, che nell’album del cantante diventa E chi se ne frega.

Come mai ha scelto di eseguire proprio questa cover per il suo nuovo disco?
Aldilà della mia passione per i Metallica questo era un brano che eseguivo spesso quando all’inizio della mia carrera mi trovavo a suonare delle cover. Inutile dire poi che i Metallica sono uno dei gruppi che hanno fatto la storia della musica, e sicuramente Nothing Else Matters è una delle loro più belle canzoni.

Come è riuscito ad ottenere l’autorizzazione per pubblicarla?
Attraverso il management della mia casa discografica ho fatto arrivare direttamente ai Metallica il provino di E chi se ne frega. Loro mi conoscevano già, dieci anni di attività in Italia saranno pure serviti a qualcosa, e comunque hanno apprezzato la canzone, così mi hanno dato il loro benestare. Non ho incontrato il gruppo di persona, ma i loro commenti positivi mi hanno gratificato lo stesso.

Pensa che i fans dei Metallica la criticheranno per quello che ha fatto?
Di sicuro qualcuno contesterà la mia scelta, ma io ho la coscienza a posto, in quanto sento di aver rispettato soprattutto le sensazioni che da questo pezzo. Penso realmente di esserci riuscito, e allora tutto il resto non conta, come dice il titolo del pezzo originario.

Nella sua carriera ritiene di essere stato più amato o criticato?
Sono stato sia amato che criticato. Sarebbe stato peggio se la gente mi avesse ignorato o se avessi suscitato indifferenza. Facendo i conti alla fine ce ne sono stati pochi di cantanti come me che hanno diviso così nettamente in due l’Italia…

Friends will be friends

In una delle prime sere libere da un paio di settimane a questa parte,  ne ho approfittato per guardare le ultime puntate di una serie TV, una di quelle che parla di un gruppo di amici, tipo Friends, per intenderci. E sono rimasto spiazzato dal senso di abbandono che ho provato per i personaggi, personaggi fittizi, che ho conosciuto solo per poche settimane, ma a cui capita di affezionarsi, come può essere per personaggi di un libro, e che si sa non si reincontreranno più. Così, a volte, succede anche nella vita.


Discover Queen!

Facile che da li il pensiero si sposti a persone VERE, reali. I miei amici buzziconi, padri e madri di famiglia, ingeneri da reingegnerizzare, compagni di università (e io non sono mai stato iscritto a un’università), in procinto di sposarsi, sempre con un progetto in testa, salutisti insegnanti di Yoga, pugliesi, compagni di scuola, tenda, letto, penna, strada, amici immaginari, amici per cui si vede che il matrimonio proprio non era destino, amici con cui ho condiviso amori, con cui ho conteso amori, amici accidentali, designer emigrati, aspiranti allevatori di gatti, architetti, professori, chef, filosofi, amici leali, amici bastardi, amici infelici, amici in cerca di felicità , amici di anni o di poche ore, delle sere di capodanno, di palestra, di tornei di Unreal, di grigliate, amici talmente avanti che se si guardano alle spalle vedono il futuro, amici appena abbozzati, amici di amici, capelloni, disegnatrici di libri per bambini, gay, rivali di scacchi, amici con cui ho condiviso un lutto, amici parenti, amici di feed, avvocati, rivali a pigugno, con cui ho guardato il cielo stellato sdraiati per terra, che mi hanno accompagnato a casa e che si sono fatti riaccompagnare, amici persi, amici ritovati, amici mai andati via, amici che non ho ancora mai visto di persona, amici di cui so tutto di loro, di cui non so nulla, di ore di sonno perse, di ORE al teelfono, di magari una volta ogni morte di papa, di progetti mai realizzati, suonatori di chitarra, soprani, contralti, bassi e tenori, maestri, studenti, bancari, di lande desolate e di vette appenninche, che hanno cucinato per me, per cui ho cucinato.

Alla faccia di qualsiasi serie TV, di qualsiasi sceneggiatore.

E della nostra storia è scritto solo l’incipit. Amici, vi voglio bene.

The Aristocrats

Prosegue un’intensa attività sociale in quel di Stoccolma. La mia “compagna di banco” al corso di Svedese mi ha invitato ad un concerto di suoi amici, dove ho fatto la conoscenza di vari italiani ed “indigeni”.

Il gruppo si chiama The Aristocrats e suona “American folk, country, hokum, ragtime blues och Hawaiian music“, e capirete come parlare in italiano di hockey lappone in un Irish Pub di Stoccolma di un gruppo American Folk hawaiano possa essere un’esperienza un po straniante.

Bella serata, anyway. 🙂 Se volete farvi un’idea del momento, ho postato due video (qui e qui) di pessima qualità, se volete farvi un’idea del gruppo e della loro musica è meglio che guardiate qui, quo, e qua.

Wall-E

Stasera sono andato a vedere Wall-E. Concordo in pieno con la critica di Leonardo (non per niente è Blogger dell’anno, congratulazioni, Leo!) . Ma vorrei aggiungere una cosa: credo che l’obiettivo più ambizioso del film della Pixar fosse quello di provare ad emozionare con OGGETTI, invece che con esseri viventi o antropomorfi (anche la “spalla”, uno scarafaggio,è ricostruito senza occhi o bocca con cui comunicare empatia). E devo dire che ci sono riusciti. Se io mi sono commosso in una delle sequanze finali, la ragazza tre posti più in là aveva tanto di lacrimoni, e il silenzio in sala era quasi toccante.

Eve è decisamente carina e ben rende una scintillante modernità, gli umani sono paradossalmente bambolotti che fanno tanto più ridere quanto si comportano da oggetti, ma il centro della storia è sicuramente Wall-E.

Wall-E è a volte eccessivamente maldestro, per motivi di comicità, probabilmente, ed inoltre è  decisamente somigliante al mai dimenticato “Numero 5” di Corto Circuito (l’ho notato solo io? CIngoli, Occhi, mani, il laser, persino una passione per i frullini!), ma è un personaggio azzeccato.

Note: 1) Il pilota automatico dell’astronave ha l’occhio di HAL9000. 2) quando il comandante dell’astronave aziona l’interfono, il rumore e la posizione sono quelli del capitano Kirk!

Tumblr!

Che suono più o meno come “Tombola!”. Visto che sono passate QUASI due settimane da quando mi sono iscritto all’ultimo servizio “web 2.0”, ho deciso di aggiungere alla mia dotazione anche un minisito “Tumblr”, mauron.tumblr.com .

Tumblr permette di gestire un mini blog con aggiornamenti e commenti, pensato più che altro per condividere testi, link, immagini, video in modo molto veloce. Io ho pensato di utilizzarlo per metterci tutti i piccoli dettagli curiosi che mi capita di notare quassù in Svezia, ma per i quali non varrebbe la pena scrivere un vero e proprio Post.

Per fortuna di chi è intenzionato a tutti a costi a leggere quello che scrivo in ogni sua variante, esiste un posto in cui è possibile avere un aggiornamento “unificato” dei vari siti, che si chiama FriendFeed. http://friendfeed.com/mauron raggruppa tutto ciò che aggiorno su Flickr, Twitter, Anobii, Delicious, Youtube, e compagnia cantante (a proposito: anche blip.fm).

Per buona misura, sta tutto anche nella colonna di sinistra del sito 🙂 . Semplice, no?