Con oggi si inaugura il primo viaggio in Aeroporto a riportare o accogliere amici in visita. Due amici di passaggio dalla Danimarca (!) tornano in Italia, mantre altri due arrivano da Creta, passando per Bergamo.
Ryanair attera solo a Skavsta, un posto in mezzo a una distesa di pini e betulle a un passo dal mare, 90 km a sud di Stoccolma. C’è un autobus di collegamento per ciascun volo, ma quello da BG atterra alle 23:30, e non è una buona cosa per chi arriva per la prima volta in città trovarsi poi verso l’una di notte in Stazione Centrale.
Così mi presto di buon grado a fare da staffetta per gli ospiti 🙂
Dato che non posseggo ancora un’auto, inutile all’interno dell’iperconnessa capitale, ne ho noleggiata una. Invece di rivolgersi a Hertz o Avis, qui c’è un sistema più furbo ed economico: la Statoil, una marca di distributori, consente di prenotare sul sito un’auto a noleggio, da prelevare o depositare in una delle moltissime stazioni di servizio.
Così, partendo nel primo pomeriggio dal distributore vicino all’ufficio, ho accompagnato i due partenti, e visto che avevo qualche ora da aspettare fino all’arrivo dei successivi turisti, sono andato in esplorazione. A sud di Nyköping, su un frastagliato promontorio, c’è la piccola cittadina di Oxelösunds, versi cui mi sono diretto per vedere finalmente il mare aperto.
La cittadina in se è solo il contorno di un porto industriale, in cui navi cargo vengono caricate e scaricate da enormi gru e benne, e giganteschi camion con ruote di due metri girano come grossi calabroni in mezzo a nastri trasportatori e binari, con il loro carico di minerali o rottami di ferro. Mi ero trovato davanti a cose così solo nelle vetrine di giocattoli da spiaggia 🙂
Sulla costa sud invece c’è un’area naturalistica e il porto “civile” (come si dice?), e ho proseguito lì la mia esplorazione. Ho parcheggiato davanti alla darsena, insieme a varie famiglie che, cariche di valigie e provviste, si accingevano a cominciare il loro fine settimana in barca, o su qualche isoletta vicina.
Un sentierino partiva dal parcheggio per inoltrarsi nel bosco, e, dato che aveva piovuto da poco, l’odore penetrante di bosco, felci e funghi si mescolava a quello salmastro del mare.
Il sentiero prosegue, ben segnato, lungo il perimetro del promontorio, e del bosco, alzandosi su scogliere rocciose o abbassandosi al livello del mare. La riserva è stata creata convertendo un vecchio presidio militare, e in mezzo agli alberi, o incastonati nella roccia difronte al mare, si incontrano vecchi cannoni di artiglieria, botole con spesse porte di metallo degne dei migliori episodi di Lost, “tane di volpe” e persino un radar.
All’estermità sud alcune costruzioni in legno rosso, la principale dotata di una specie di piccolo campanile, circondano quello che sembra l’ingresso di un forte costiero scavato nella roccia.
A giudicare dalle panchine disposte in circolo e dai cartelli sembrerebbe che periodicamente si tengano visite guidate, ma ormai si sta facendo buio, il cielo e il mare si tingono di rosa, e non c’è assolutamente nessuno in giro, unico suono il placido sciabordio delle onde.
Dopo essermi goduto il momento sono tornato al porticciolo, dove, sotto una enorme statua di metallo lucido e significato criptico, ho cenato al “Sailor”, un ristorantino di legno, adorno di reti da pesca e modellini di navi, e con tavoli all’aperto allineati sopra al frangiflutti roccioso di ingresso alla darsena.
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In effetti l’orario di arrivo a Nikoping è scomodissimo, io arrivavo e mi fermavo a dormire in aeroporto, poi prendevo l’autobus fino alla stazione ferroviaria: se arrivavo in un giorno feriale avevo il primo treno per Stoccolma alle 7, se era festivo alle 10! arrivavo a Falun intorno alle 2 del pomeriggio, ti lascio immaginare che straccetto che ero… ^__^
Mamma mia, che sbattimento! E’ già noioso fare quella strada in macchina, figuriamoci in treno dopo una nottata in aeroporto!
Da quello che ho visto, noleggiare una Nissan Note per un giorno costa 299 kr, direi che ne valga la pena! 🙂