Proverbiale pianto sul latte versato

Ok, lo ammetto. Ho un problema. Diciamo, anzi, almeno un problema, ma quello di cui voglio mettervi a conoscenza oggi è il latte.

Mi piace iniziare la giornata con una bella tazza di muesli e bianco, profumato latte; ma in questi giorni sta diventando una vera e propria impresa.

Prima di tutto perchè, essendo anche un po pigro (i cartoni del latte non sono i più comodi da portare in giro nelle borse della spesa, sono pesanti e piani di spigoli), sono abituato a prendere un cartone da 12 litri quando vado a fare la “spesa grossa”, e di solito mi dura tre, financo quattro settimane; questo grazie alla magia del latte UHT, o “a Lunga Conservazione”. Beh, trovare latte UHT nei supermercati è una vera impresa, che finora non mi è ancora riuscita. Parlandone con colleghi, mi hanno confermato che , sì, da qualche parte si può trovare, ma nei negozi ultra-forniti, in genere a beneficio di chi va fuori in barca e sta via una settimana o più.

“Bah, pazienza, il latte fresco è più buono”, direte voi. Ebbene, in questo caso si presenta il problema opposto, ovvero… identificarlo! Il banco frigo / latticini presenta una varietà impressionante di prodotti che condividono la stessa confezione, e la radice “mjölk”, che significa latte: abbiamo Bröstmjölk, Konsumtionsmjölk, Skummjölk, Gammaldags mjölk, Standardmjölk, Mellanmjölk, Lättmjölk, Filmjölk, Kärnmjölk,  Råmjölk, che potete moltiplicare per almeno due formati diversi (0,5 / 1 L), svariate marche, diverse aromatizzazione alla frutta, diverse percentuali di grassi, ed infine esistente in due varianti, “normale” e “biologico”.

Anche selezionando una singola marca, dietro questi nomi simili si puö celare di tutto, dal latte intero, alla panna acida, alla panna da cucina, alla base per yogurt, allo yogurt alla frutta, la salsa allo yogurt per condire altri cibi (l’insalata !), al latte senza lattosio. Tutti con la stessa identica confezione bianca, la mucca rossa, e strisce di colori diversi, ma simili.

Capirete quindi che, se già mi è successo di versarmi un bicchiere di latte da bere con un biscotto e di veder venire giù il latte a “tarlocchi” o con un sonoro “plop!”, sicuramente ho abbandonato l’abitudine di prendere alla cieca un cartoccio aperto dal frigo e bere “a collo”…

Fra l’altro tutte queste confezioni, essendo di prodotti freschi, scadono nel giro di due, tre giorni dalla data d’acquisto, per cui hai anche il dubbio se quello che sta faticosamente uscendo dal brick sia salsa allo yogurt o… latte effettivamente andato a male.

In quasi ogni sera delle ultime due settimane, tornando a casa, mi fermo nel negozietto vicino alla fermata della metropolitana, e mi ripropongo di fare attenzione e di comperare del semplice latte fresco per la colazione della mattina, e, sbagliando puntualmente, salto la colazione della mattina seguente, accumulando in frigo cartoni aperti di sostanze ignote che poi devo buttare nel giro di due giorni 🙁

Domani vado a fare la spesa con una foto del cartone del latte giusto, e riempio il freezer 🙂