Into the wild


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Gran film, sono contento di averlo visto al cinema, anche se in una saletta di 6×8 posti.
La colonna sonora è già in via di trasferimento sull’iPod (mi sembrava di aver riconosciuto la voce dei Pearl Jam!), il libro è già nella lista dei desideri di Anobii.

Qualche nota sul cinema, il Saga: il prezzo del biglietto è 100SEK, ovvero circa 11€. La gente sta zitta durante il film (ma il campione statistico in effetti non era ampissimo), e la metà dei film sono in lingua originale con sottotitoli. Ho dovuto correre il rischio di scoprirlo solo una volta giunto al cinema, perchè sulle locandine non è scritta la lingua del film, al numero di telefono rispondeva un risponditore automatico che è ancora ben al di là dei miei limiti di comprensione…

La proiezione (anche nel caso di questo film, che dura due ore e mezza) è senza intervallo.

Questa settimana escono anche “The Dark Knight” e “Hancock”. A proposito, una domanda: nella locandina di Hancock si vedono riflessi negli occhiali lo Stadshuset e lo stadio di Stoccolma. Nella locandina italiana che c’è?

Una gita sull’arcipelago di Stoccolma

La giornata di Giovedì scorso è stata dedicata ad una visita all’Arcipelago di Stoccolma.
Secondo la Lonely Planet, sempre più simile nell’uso quotidiano alla Guida Galattica per gli Autostoppisti,

Se chiedete agli abitanti di Stoccolma quale attività estiva i turisti non dovrebbero perdersi, tutti vi risponderanno una visita all’arcipelago.

Esistono vari modi di visitare quest’area sterminata, ma in linea di principio o ci si aggrega ad una visita guidata con pranzo e cena a bordo e programma fisso, o si possono utilizzare i battelli pubblici che fanno la spola fra le varie isole.

Optando per la seconda scelta, di buon’ora sono andato in centro, sul molo fra il palazzo reale e il Grand Hotel, in cui turisti in fila per le varie “Sightseeing Boats” si mescolano a pendolari locali, con valigie per il fine settimana o zaini con cestini da picnic. Dopo pochi minuti di ordinata fila, si sale a bordo e con comodo, durante il viaggio, si può fare il biglietto. Anche sulla nave più piccola c’è a disposizione un piccolo bar che vende caffè caldo e panini.

La prima tappa è un molo nella parte sud della baia di Stoccolma, dove sopra uno Yacht Club veglia “Dio, nostro padre”, una statua del qui apprezzatissimo Carl Milles.

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Messaggi da T-Shirt

Non ho ancora avuto modo di provare quello che si dice sulla facilità di approccio delle ragazze svedesi, la ragazza che ho incrociato oggi in centro comunque aveva deciso di lanciare un messaggio deciso, a giudicare da quanto aveva scritto sulla maglietta.

Non ho ancora capito, comunque, se “go before it’s too late” significhi “provaci prima che sia troppo tardi” o “vai via finchè sei in tempo”. Mah.

Di gente che cerca casa e di conigli che ne trovano

In questi giorni, sto facendo da cicerone per la mia famiglia (aggiunte altre foto su Flickr).

Fra l’altro, inizio ad apprezzare le piccole cose dell’abitare in una città importante: dopo una sessione di disegno organizzata da Google in una piazza, oggi è stata la volta di un’esposizione di cartelli  (involontariamente) buffi, di tutte le parti del mondo. Alcune foto sono in una mia raccolta, la raccolta completa è sul sito www.signspotting.com .

Nel frattempo, mi sto dando da fare per trovare un appartamento definitivo in cui andare ad abitare.

Questa attività non è semplicissima, ma fa conoscere vari aspetti, ed ho imparato a memoria nome e posizione dei vari quartieri di Stoccolma.

La maggior parte delle case è composta da una sala che è il vero e proprio cuore dell’abitazione, in genere è ampio e molto luminoso, con un finestrone e una porta finestra che da su un balconcino (detto “french balcony”, chissà perchè). Cucina, bagno e persino camera da letto sono grandi il minimo necessario per essere utilizzati, tutti gli altri angoli dell’appartamento sono sfruttati per contenimento (armadi, sportelli, botole, pertugi).

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Seconda parte del giro nello Svealand

Ho sistemato anche le foto dell’ultimo giorno di viaggio:

Hotel Room in SilvergruvaA Sala si trova un’altra miniera, d’argento, di nome Silvergruva. La visita guidata è più carina di quella di Falun, ed in oltre per meno di 400€ a notte si può cenare, dormire e fare colazione in una stanza a 150 metri di profondità, fra pareti di roccia, mobili in legno e luce di decine di candele.

La città più grande a sud è Västeräs, con il suo centro moderno e dinamico ed i suoi viottoli pacifici alle spalle della Domkyrka.

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Proseguendo più o meno a casaccio verso la città di Eskilstuna, attorno al lago Malaren che si trova praticamente ovunque, ho scattato qualche foto ad un incisione rupestre, che racconta una leggenda che avrebbe ispirato nientemeno che il ciclo de “L’anello del Nibelungo”, e addirittura “Il Signore degli Anelli”.

Gironzolando per dare un’occhiata al lago sono arrivato ad una specie di spiaggia, con un molo pieno di imbarcazioni, e Svedesi che facevano il bagno, o si godevano allegramente una cena su uno dei barbecues messi a disposizione, con tanto di legna già tagliata! A capo del promontorio altri turisti si godevano la vista dai tavoli del ristorante aperto all’interno dello “Slottet”, il castello.

Ho inaugurato anche due “collezioni” di foto: una è dedicata ai cittadini svedesi (le cittadine in effetti sono molto…. caratteristiche), e un’altra alle loro finestre, vera “presentazione” di una casa. In futuro credo che queste due raccolte si allargheranno parecchio 🙂

Un giretto per lo Svealand

Questa settimana mi sono imbarcato in un giretto a nord di Stoccolma, fra le città raggiungibili comodamente in automobile. Le altre città significative sono a non meno di 450Km, per non parlare della Lapponia che è raggiungibile praticamente solo in aereo. Ci si penserà con più calma in futuro.
Le foto che ho raccolto le trovate su Flickr, o cliccando le miniature qua sotto:

UppsalaC’è Uppsala, cittadina universitaria e centro storico del potere svedese prima di Stoccolma. Oltre all’Uppsala Slott, un castello rosa non completato, è significativa la cattedrale gotica. A Uppsala visse e lavorò Linneo, il biologo che inventò il criterio di classificazione delle specie viventi adottato sinora. Fuori Uppsala ci sono dei tumuli vichinghi ed un villaggio contadino trasformato in un museo all’aperto.

GävleDopo Uppsala viene Gävle, già parte del “Norrland”, ovvero la regione settentrionale. A parte la città vecchia, con viottoli che si snodano fra colorate case in legno, vi si trova un interessante museo delle ferrovie, e un centro balneare a quanto pare particolarmente disabitato, di nome Bönan.

Miniera di rameA Falun si possono visitare le strutture di un’antica miniera di rame attiva fino a poco fa, e Kristine Kyrka. La struttura della città è identica ale altre: un fiume o canale centrale e una Kyrka in mattoni rossi ai piedi della quale si stende Stora Gatan, la via pedonale con i negozi. Sul navigatore, cercare “Stora Gatan 1” (o “Stora Torget”, se è una piazza) vi porterà infallibilmente in centro.

Auto d\'epocaLungo la strada verso Sala c’era un raduno di possessori di auto d’epoca (anche qui ci sarebbero un sacco di cose da spiegare e raccontare, magari in un altro post), e l’arrivo è stato celebrato da un magnifico tramonto.

A breve le foto di Sala e di Eskilsuna, per ora, direi.. buonanotte 🙂

Burocrazia Svedese / Atto secondo

Mentre dopo aver consegnato i vari moduli venerdì scorso, mi ero messo dell’idea di lasciar passare almeno tre settimane da turista prima di poter dedicarmi alle “cose serie” grazie all’arrivo del Personnumber, e mi sono dedicato ad un giro turistico.
Sono partito martedì mattina, e lungo la strada mi hanno avvisato che in ufficio era arrivata una busta per me dallo Skattesverket; il mio primo pensiero è stato che, a causa di qualche imprecisione nella compilazione dei moduli, la mia domanda fosse stata rifiutata. All’apertura della busta, invece, ecco bello e pronto il mio personnumber! Assumendo che la busta sia partita lunedì (non credo proprio che a Stoccolma consegnino la posta in mattinata, ancora no, perlomeno), significa che invece che nelle previste due/tre settimane, la pratica è stata evasa in mano di due giorni!
Il foglio è di una semplicità spiazzante:

Indirizzo

Oggetto: Personnumber

Nome: Mauro Boffardi
Personnumber: xxxxx-xxxx

fine.
Di fatto, il personnumber è la data di nascita, seguita da un numero di quattro cifre, probabilmente progressivo.

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La burocrazia svedese

Il primo passo da compiere per esistere, in Svezia, è ottenere il proprio Personnumber.
Si tratta dell’equivalente del nostro codice fiscale, e senza di esso non si può fare NULLA. Non si può aprire un conto in banca, non si può sottoscrivere un abbonamento a Internet o al telefono, non si può avere un certificato di residenza o iscriversi a un corso di lingua svedese, figurarsi acquistare una macchina.
In Svezia si può cambiare nome con un semplice modulo e 400SEK, ma se dichiari di avere perso o di volere un nuovo Personnumber, vieni portato direttamente in neuropsichiatria.
Agli immigranti viene assegnato un numero provvisorio (senza le ultime quattro cifre), che viene poi confermato in seguito. Io, avendo già lavoro, dovrei essere titolare di un numero definitivo.

Per ottenere un Personnumber occorre una buona dose di pazienza ed una serie di cartellini col numero “turn-o-matic”, come al banco salume della coop; la procedura è simile ovunque: una prima fila allo sportello “Informazioni” ti consente di sapere quale dei vari pulsanti del “turn-o-matic” premere. Poi ci si accomoda in una sala piena di sedie, panchine e tavolini, con tuti i moduli possibili e immaginabili a disposizione sulle rastrelliere. Vari tabelloni indicano a quale sportello rivolgersi con quale numero. Inteligentemente, gli sportelli pubblici sono aperti con dalle 8 alle 18 (e dalle 8 alle 16 il sabato).
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