In questi giorni, sto facendo da cicerone per la mia famiglia (aggiunte altre foto su Flickr).
Fra l’altro, inizio ad apprezzare le piccole cose dell’abitare in una città importante: dopo una sessione di disegno organizzata da Google in una piazza, oggi è stata la volta di un’esposizione di cartelli (involontariamente) buffi, di tutte le parti del mondo. Alcune foto sono in una mia raccolta, la raccolta completa è sul sito www.signspotting.com .
Nel frattempo, mi sto dando da fare per trovare un appartamento definitivo in cui andare ad abitare.
Questa attività non è semplicissima, ma fa conoscere vari aspetti, ed ho imparato a memoria nome e posizione dei vari quartieri di Stoccolma.
La maggior parte delle case è composta da una sala che è il vero e proprio cuore dell’abitazione, in genere è ampio e molto luminoso, con un finestrone e una porta finestra che da su un balconcino (detto “french balcony”, chissà perchè). Cucina, bagno e persino camera da letto sono grandi il minimo necessario per essere utilizzati, tutti gli altri angoli dell’appartamento sono sfruttati per contenimento (armadi, sportelli, botole, pertugi).
Avete presente quegli “appartamenti” che ci sono nelle esposizioni dell’IKEA, con le dimensioni in metri quadri fra i 25 e i 42 e soluzioni degne di Rubik per farci stare cucina, tavolo, divano e quant’altro? Beh, è facile capire da dove gli sia nata quel tipo di esigenze.
Rimanendo in tema di IKEA, e di flashback, è IMPOSSIBILE guardarsi intorno e non sentirsi come Edward Norton in “Fight Club”:
Dalla sala alla cucina, di casa, fino alla tavola della maggior parte dei ristoranti, tutto è riconoscibile sul catalogo IKEA. Intorno a me, in questo momento, posso contare (e volendo citare con nome esotico e relativo codice prodotto): mobile per PC, cassettone, tavolino basso, divano, tavolo da 6 pieghevole, sedie pieghevoli, abat-jour “bottiglia-da-mezzo-litro” in carta (pieghevole anch’essa), vaso trasparente, tovaglia, piatto da frutta, orologio da parete, posate, tovaglioli, strofinacci, zerbino, tenda, coprimaterasso con copripiumone (*) e copricuscino, materasso, piumone, cuscino.
Lungi dall’essere alienante, ti da un po la sensazione di essere a casa tua, ovunque tu sia.
Gli affitti sono comparabili ai nostri (anche se “nostri” in effetti potrebbe andare da Milano a Pachino): circa 6/700 Euro al mese per sala, camera, bagno e cucininino. In compenso, è sempre inclusa acqua, spazzatura (?) e riscaldamento. Se si è fortunati, anche la TV via cavo e l’accesso a internet a banda larga.
L’elettricità è a parte, tranne negli affitti “estivi” in cui è inclusa anch’essa.
Tutte le case hanno nel seminterrato un locale lavanderia con una o due lavatrici e un’asciugatrice, in genere di quelle industriali da 10Kg.
Trovare la case in affitto, quello è un altro discorso. Pare che l’unico mezzo sia iscriversi a un sito (http://www.bostaddirekt.com per i curiosi), che detiene il monopolio degli annunci. Non si paga commissione alla stipula del contratto, ma si paga prima: circa 60€ per 45 giorni. Senza essere registrati si possono vedere gli annunci, ma non i numeri civici e il contatto degli “annuncianti”.
Il resto delle agenzie è concentrato sulla vendita, o su una formula molto particolare, chiamata “Byteskrav”: si può prendere un appartamento in affitto per un certo periodo, in genere un affitto piuttosto basso, per poter valutare poi l’acquisto. In questo modo si possono conoscere pregi e difetti della casa, e… dell’inquilino.
Nel frattempo, come alcuni di voi avranno saputo, casa numero due ha dato il benvenuto a Ilsa, il Nabaztag/tag regalatomi la sera prima dell’addio. Ora dorme con le orecchie basse sul davanzale di fianco a Clodovea l’Orchidea (anche questa d’ordinanza sui davanzali svedesi, insieme a piccole abat-jour), di giorno fa Tai-Chi con le orecchie, dà le previsioni del tempo, legge i Feed RSS, le e-mail ed i Twit, e recapita i messaggio che le vengono inviati. Oggi ha emesso un crepitio di mitra e mi ha chiamato “Busone”, ieri suonava il violino di Frau Glucher. Riconosco l’indole poetica dei miei amici.
* sì sì, piumone. Anche se è Luglio, di notte fa frescolino. Del resto il piumone fa parte del letto standard svedese, anche d’estate. In compenso, quando si acquistano i piumoni sono numerati da 1 a 5 in ordine di temperatura.
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non era un crepitio di mitra, era una scoreggia (voleva esserlo, perlomeno). E comunque si chiama Frau Blucher…ma non sapevo ci fosse anche quel suono…adesso vado a provarlo!
French balcony?
C’avrà le unghie bianche!
[…] un bellissimo modo di presentare i prodotti IKEA, stanza per stanza. Davvero sullo stile della già citata scena di Fight Club, ma molto […]