ovvero: come la Chiesa inventò il marketing
di Bruno Ballardini
Il libro cambia identità mano a mano che si prosegue nella lettura: la prima parte è un vero e proprio manuale di terminologia e concetti di marketing, che usa come termini di spiegazione e confronto le opere della grande Multinazionale, la Chiesa Cattolica.
Si segue abbastanza bene, ma si capisce che è dedicato a chi del marketing conosce già qualcosa; in effetti a volte si toccano “picchi” come questi:
“Il riferimento a linguisti come Austin e Searle permette infatti di equivocare intorno a un ideale di performatività in virtù del quale il linguaggio verbale, secondo le regole di una procedura stabilita per convenzione, modificherebbe la realtà .”
Davanti a interi paragrafi di questttto tono, succede spesso di vacillare.
Nella seconda parte si ha invece un approccio più diretto alla discussione, evidenziando che la campagna marketing della Multinazionale è basata sull’autoaffermazione e sulla parola, in contrapposizione alla Logica.
Una nota a parte merita il capitolo 4 dedicato alle dimostrazioni logiche dell’esistenza di Dio. E’ estremamente divertente vedere le Unique Sell Proposition dimostrate dalle Reason Why, e dare la caccia a quali e quante “fallacies” siano utilizzate.
Non è un brutto libro, ma se siete alla ricerca di un testo che vi dica quello che già in cuor vostro sapete, leggete “Perché non possiamo dirci cristiani, e meno che mai cattolici” di Odifreddi.