Tullio Avoledo, 2005, ed.Einaudi, 504 pag. ISBN: 8806173391
Un libro improbabile quanto il proprio titolo: lo scantinato di un palazzone, in piena provincia friulana, diventa il fulcro di una vicenda che porterà il protagonista Giulio Rovedo, tranquillo consulente legale della Cassa di Credito Cooperativo del Tagliamento e del Piave, ad affrontare un complotto in cui trovano posto dimensioni parallele, divinità egiziane, criminali nazisti, realtà virtuale ed hackers, fonti miracolose, AIDS e fusioni societarie.
L’incredibile realtà prende forma piano piano, mentre Giulio deve fare i conti con il suo matrimonio, i rapporti fra colleghi, il figlio malato e riunioni di condominio.
Sono proprio questi accostamenti che rendono veramente divertente la lettura di questo romanzo; l’incredulità del protagonista stesso, quegli spaccati riconoscibili di vita quotidiana, riescono a far digerire al lettore le tesi più ardite ed incredibili, portandolo a trattenere il fiato fino al finale in cui tutto (forse) avrà una spiegazione.
Questo avrebbe già solleticato di molto il mio interesse, ma in aggiunta Avoledo inserisce qua e là divagazioni, racconti, e battute di ironia e cinismo partorite dalla mente del protagonista, aggiungendo divertimento a divertimento.
Indubbiamente il romanzo di fantascienza più singolare e meritevole che abbia letto da molto tempo a questa parte, insieme a (e non è un caso, visto lo stile) alla “Guida galattica per gli autostoppisti”. Provatelo, e sappiatemi dire! Io mi metto in caccia degli altri romanzi di Avoledo, Mare di Bering,Lo stato dell’unione e Tre sono le cose misteriose.
Rovedo è un quarantenne alto e parecchio sovrappeso (novanta chili e passa per un metro e ottanta di altezza), biondiccio e molto stempiato, con occhiali da presbite.
Indossa una vecchia vestaglia a righe colorate come la bandiera di un paese africano e lavora al tavolo del soggiorno, su un computer portatile Texas Instruments.
Aggiorna un foglio elettronico di Excel, con dati che pesca da un brogliaccio incasinato. Quando un dato non quadra (e accade spesso) lo lima delicatamente su una calcolatrice tascabile (l’equivalente bancario di una mola da orafo) e poi lo reinserisce nel meccanismo con lo sguardo soddisfatto di un orologiaio svizzero.
Rovedo sta ultimando in fretta e furia quella che chiama “la madre di tutti i riepiloghi” e cioè la megatabella riassuntiva delle dodici sottotabelle riepilogative del lavoro del suo ufficio nel corso del ’99.
I revisori della Grimm Consulting attendono questa tabella dalla settimana scorsa, e riuscire a ritardarne la consegna ha richiesto uno sforzo notevolmente superiore a quello che ci sarebbe voluto, a una persona normale, per completarla e consegnarla in tempo.