De Barra’s, Bantry, 19 Luglio 2006, 14:00
Oggi è il primo giorno di cielo coperto, da quando sono qui.
Ho lasciato Clonakilty verso le otto di mattina, proseguendo il mio viaggio verso ovest.
E’ stato affascinante vedere il Dronberg’s Circle, un cerchio di pietre preistorico, con una pietra-altare che viene illuminata all’alba dei solstizi da un fascio che passa fra due “pietre portale”.
Al centro del cerchio, dove presumibilmente venivano seppelliti i resti delle persone alle quali era “dedicato” il cerchio di pietra (è una delle tante teorie), c’era una pietra coperta da monetine e di piccoli regali, come mazzolini di fiori, braccialetti di paglia intrecciati, conchiglie, e anche fermacapelli, spille e un plettro di chitarra!
Da lì sono ripartito verso Mizen Head, la punta di una penisola sul versante sud orientale, passando per vari villaggi di pescatori. Tutto molto bello e suggestivo, peccato per il mare di nuvole basse che non lasciava vedere più in là di 100-200 metri, nascondendo le cime delle montagne e l’orizzonte del mare.
Ero preparato alla pioggia, ma non alla nebbia!
In ogni caso, stare in piedi sul promontorio dal quale Marconi inviò il primo messaggio in America, vicino a una torre d’osservazione diroccata, sentendo le onde frangersi più sotto, e il risuonare lontano del verso di cornacchie e del classico corno da nebbia, ha il suo lato poetico.
In fondo a Mizen Head, abbarbicata sulle scogliere, c’è una vecchia stazione di segnalazione convertita in “Visitor Centre”. La vista è piacevole, e si arriva alla stazione percorrendo un sentiero esposto ed un ponte pedonale di cemento sotto al quale, una trentina di metri più sotto, fanno il bagno le foche. Chissà come dev’essere quando il mare è in tempesta!
Ora sto facendo sosta a Bantry, in attesa di una schiarita, prima di proseguire lungo un altro tratto di strada panoramica…
Island View Bed & Breakfast, near Kenmare, 20 Luglio 2006, 8:30
Dopo Bantry ho imboccato la strada lungo la costa della Beara Peninsula, che corre fra il mare e le imponenti Caha Mountains. Queste montagne sono composte da enormi blocchi di roccia stratiforme grigia e rossiccia, tutti inclinati e appoggiati l’uno all’altro. Negli incavi delle terrazze così formate cresce un’erba bassa e fitta, così che sembra di essere al cospetto di un gigantesco muro di mattoni, con il muschio cresciuto sul cemento.
Spostando lo sguardo dalle montagne sulla destra alla costa a sinistra, si vedono piccoli campi delimitati da muretti di pietre accatastate, e subito dopo il mare.
Ho cercato più volte di capire come mai queste coste siano più suggestive di quelle che abbai visto sinora, poi ho capito: l’erba! I prati ed i campi arrivano fino al limite di ogni scarpata o, dove la pendenza è più dolce, fino alla spiaggia! Questi tappezzamento di campicelli con diverse coltivazioni crea un gradevole effetto patchwork, come se un’immensa, morbida coperta fosse appoggiata in riva al mare.
Mucche e pecore ruminano pensieri profondi, guardando l’orizzonte.
Sono passato per Casteltownbere, lasciandomi alle spalle la strada per l’Healy Pass, un valico di montagna i cui panorami si sarebbero persi nelle nuvole, e ho proseguito fino alla fine della strada, davanti all’isola di Dursey. E’ poco più di un grosso scoglio, su cui fu costruito un castello, a un centinaio di metri dalla terraferma. L’idea è di essere veramente alla fine del mondo, perchè a destra e a sinistra si agita il mare, e più indietro sfumano i falsi piani delle scogliere. Un cartello punta deciso verso est, in direzione della strada che qui finisce, indicando “Mosca: 3310Km”.
Per approdare sull’isola si può utilizzare l’unica funivia d’Irlanda, un precario cassone di metallo dal fondo in legno che può trasportare “tre persone, o una mucca”. Il bestiame diretto al pascolo ha la precedenza sugli sparuti visitatori bipedi.
Decido di non provare, e faccio front. Il sole, timido, inizia a farsi vedere. All’incrocio in fondo alla strada, una dozzina di mucche pascola intorno a un dolmen preistorico.
Il recinto intorno al campo probabilmente è stato costruito più per le prime, che per il secondo.
Punto verso il versante nord, passando da Allhies e le sue miniere di rame, quando un trattore spargiletame si immette sulla strada.
Armato di pazienza seguo lo sferragliante trabicolo, quando all’improvviso si stacca un pezzo di tubo di latta, che passa con devastante clangore sotto la mia auto! Il frastuono fa voltare tutti, tranne il conducente del trattore che, ignaro, prosegue.
Il tempo di controllare i danni a Ronzinante (nessuno, sembra) e il trattore è già sparito nel nulla.
Riparto, rifocillandomi di altri panorami, ora completamente soleggiati, mi fermo a vedere un cerchio di pietre, e poi seguo le indicazioni per un altro, che però non vedrò mai. L’ultimo cartello, dopo mezz’oretta di sentiero nei boschi, indica una valle aperta piena di roccie, delle quali una dozzina dovrebbero essere in cerchio.
Dopo qualche esplorazione rinuncio e torno all’auto, cercando con lo sguardo, nel sottobosco, qualche rappresentante del Piccolo Popolo che se la ride beatamente.
Decido di fermarmi prima di Kenmare, in un B&B in mezzo al bosco con vista mare.
La padrona di casa è gentile e premurosa, e la colazione è servita in una grande veranda con vetrata.
Fatto inquietante, su uno degli alberi del cortile, oltre agli scoiattoli, ai gattini e agli uccellini finti, c’è una testa!
Infilata su un ramo, con gli occhi chiusi, leggermente reclinata. Chiedo spiegazioni, e mi viene detto che è l’ultimo ospite che non ha pagato. Poi, ridendo, la signora mi spiega altro, ma in un inglese ilare ed affrettato, che non capisco. Nel dubbio, annuisco sorridendo, saldo il conto e riparto!
Pagina precedente | Pagina successiva |