Beh, non so come scrivere una recensione di questo libro senza ripetere quanto scritto su Momoblog, per cui ripeterò.
Margherita Dolcevita (Ed.Feltrinelli, 208pg, 14â¬) è l’ultima opera di Stefano Benni, uno dei miei autori preferiti, e l’ho bruciato in meno di 12 ore (mettendoci in mezzo una cena, una notte di sonno e una mattina al lavoro).
Già il finale apocalittico de “La compagnia dei celestini” faceva capire che la coperta ricamata del lieto fine cominciava a far trasparire, sempre più lisa, la spigolosa realtà . L’apice del pessimismo cosmico credo sia stato “Achille piè veloce.“, preannunciato dalla malinconia di Saltatempo.
Beh, Margherita Dolcevita non fa eccezione a questo andazzo, forse si ripetono qualche clichè e qualche ossessione per ometti astiosi con toupet, ma la fantasia, la poesia e l’ironia che si respira attraversando le pagine sono veramente impagabili.
Soprattutto se, come me, vivete vicino a un prato incolto con tanto di filare di pioppi, rudere di una casa di campagna, e la città che incombe:
Oltre la strada, cartelloni pubblicitari e una barricata di palazzi tutti uguali: la grigia e necessaria periferia.
Dietro la casa il Grande Prato, ricordo di una antica campagna dove vivevano stalle con buosauri e aie di polli senza spiedo infilato.
Il prato in questa stagione si riempie di margherite bianche e gialle, papaveri e soffioni, tarassaco e radicchio, la gramigna e le ortiche crescono a dismisura in scomposti cespugli, e oltre i cespugli si può vedere un filare di pioppi guardiani, e il rigagnolo che una volta era un fiume, mentre al di là del canneto l’autostrada sussurra il suo lamento di traffico e fretta.
E laggiù in fondo una fila di ciminiere ognuna con un fumo di colore diverso, come enormi pennarelli.
Ma se nuotate nell’erba alta, fra i morsi delle ortiche e dei rovi, proprio al centro del prato, vedrete il bsoco rosso, un manipolo di alberi tenaci che nasconde le macerie di una casa bombardata, con tutte le sue storie.
Qua abita il fantasma della Bambina di polvere, la mia dolce spaventosa amica.
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Ciao! Io ho letto molti libri di Stefano Benni, tra cui anche Margherita Dolcevita e Achille Pie Veloce. Nonostante siano grandi libri entrambi, il mio preferito rimane sempre Saltatempo, ti consiglio di leggerlo se non l’hai gia’ fatto. Forse il giudizio sulla bellezza di un libro dipende da piu’ fattori, tra cui l’eta’ o lo stato emotivo in cui lo si legge (e non so quanti anni tu abbia, non l’ho letto), a me e’ piaciuto tantissimo e credo che continuerebbe a piacermi anche ora, a distanza di un 5-6 anni.
Poi volevo farti i complimenti per il blog in generale! Mi sono divertita a leggere i tuoi commenti, riesci sempre ad essere interessante e divertente, mai banale (e non e’ cosa da poco).
E dal 7 novembre in poi saro’ a Stoccolma anch’io per lavoro! (non vedo l’ora) 🙂