Stasera mi è capitato di assaggiare un vino veramente particolare: si tratta della Retsina Greca.
Si tratta probabilmente di uno dei vini più antichi che si conoscano, nato nella regione dell’Attica.
Allora per conservare meglio il mosto fermentato si sigillavano le anfore con della resina fresca, poi si è passato a mettere la resina direttamente nel mosto. Probabilmente partendo da quella usanza è nato il prodotto “moderno”, che è un vino bianco leggero al quale, prima della fermentazione, vengono aggiunti fino a 100gr/litro di resina di un albero di quella zona, il pino d’Aleppo.
L’uvaggio è un misto dei ceppi autoctoni di saviatano e rhodotis, che danno al vino un bel colore paglierino chiaro dai riflessi verdolini.
Il vero “pezzo forte” della degustazione è però il profumo: dal bicchiere si sprigiona un aroma incredibile di resina, canfora, e il profumo di rosmarino, che adoro. Se si annusa bendati, è impossibile credere che si tratti di un vino.
Assaggiandolo, soprattutto freddo, è di buona qualità , anche se molto, molto “tipico”. Piacevolmente secco, molto morbido (fa la sua parte la componente oleosa della resina), di buona acidità e persistenza.
Non è facile ideare degli abbinamenti, ma come sempre il territorio ci dà un’indicazione forte. Secondo quanto si trova su Google, dà il meglio di sè con gli antipasti tipici, le mezedes, esaltandosi a vicenda e ovviando al finale amarognolo che lascia in bocca.
A patto di trovarlo in supermercato, la bottiglia si aggira sui 4â¬, per cui ora che si avvicina la bella stagione e un bel bicchiere di vino fresco è un ottimo modo per iniziare un pasto, fate questo esperimento.
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Quando assaggiai il Retsina la prima volta fu nel 1967, il mio primo viaggio in Grecia, avevo 17 anni. ero arrivato lì in vespa e dormivo in ostello per la gioventù; il vino non mi piaque ma di vini non ne capivo e non ne bevevo; successivamente, quando fui più adulto lo riscoprii e ne restai ammaliato, oggi non lo bevo solo nella terra degli dei ma anche a casa e me lo procuro nei supermercati, è lo stesso che trovo in Grecia ogni anno ed è un vino che, nella sua estrema peculiarità, si abbina a tanti piatti, non solo di pesce. La cosa che più mi soddisfa è il basso tenore alcolico (11°) e… l’immagine del sole, del mare blu e della genuinità della gente greca a cui questo nettare mi riporta al primo sorso.
Riccardo
🙂
La metà della piacevolezza di un vino è data proprio dai ricordi che ci associamo… alla faccia di molti sommelier professionisti!