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Strani errori | Boffardi2.1
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Strani errori

Posted on 24 Marzo 2005 by Mauron


Credo di essere l’unico ad avere una cartella di Outlook che sa di tappo.

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Ultima risposta il 30 Marzo 2005

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  1. Qualcuno
    Guarda 25 Marzo 2005

    🙂

  2. Qualcuno
    Guarda 25 Marzo 2005

    Certe cose capitano solo a dei nasi raffinati…!

  3. Qualcuno
    Guarda 29 Marzo 2005

    e poi dicono che i prodotti microsoft non sono buoni, questo addirittura ha riconosciuto che sei un Somellier……..

    Cia
    Cristiano

  4. Qualcuno
    Guarda 29 Marzo 2005

    cavolo il terzo livello è veramete tosto!!!

  5. Qualcuno
    Guarda 29 Marzo 2005

    Anche piuttosto estraniante…
    un premio (simbolico) al primo che mi sa dire, corsisti esclusi, dove si trova la Doc “Ormeasco di Pornassio” 🙂

  6. Qualcuno
    Guarda 30 Marzo 2005

    La Doc Pornassio viene prodotta nella Riviera ligure di Ponente con le uve dell’Ormeasco, vitigno importato dal Piemonte, la cui coltivazione in territorio ligure è documentata a partire dal 1300. Le prime testimonianze sono legate al casato dei Clavesana, signori di Pornassio, che con un editto del 1303, imposero di impiantare questo vitigno, a quel tempo chiamato Dolcetto, pena la decapitazione. Rispetto al Dolcetto piemontese manifesta un profumo più intenso, una colorazione molto viva e sentori più corposi, pur conservando la gradevole vena amarognola. Prima del riconoscimento di questa Doc, avvenuta nel settembre 2003, l’Ormeasco appariva come specificazione della Doc Riviera Ligure di Ponente.
    Il Pornassio o Ormeasco di Pornassio Doc è presente nelle tipologie: rosso, sciac-trà, rosso superiore, passito e passito liquoroso.

    Come si consuma

    Il Pornassio rosso si accosta bene alla cucina ligure di terra così come a quella di mare. Se giovane, è adatto ad accompagnare agnolotti al sugo di carne, polenta con salsiccia e spezzatino di maiale, se Superiore ed affinato si abbina al piccione ripieno, al coniglio in umido, al coniglio in porchetta, agli spiedini di carne, ai colombacci alla pancetta e ai formaggi teneri. La temperatura di servizio consigliata è di 16-18°C e va servito in calici di media capacità di taglio bordolese. La tipologia passito si sposa con i dolci tradizionali della zona come ad esempio i panserotti ripieni di marmellata, i biscotti di Pontedassio e la “stroscia” di Pietrabruna, un dolce di pasta frolla tipico dell’entroterra imperiese.
    Come si conserva

    Non ci sono particolari regole da seguire per conservare questo vino; è sufficiente tenere le bottiglie al buio, in posizione orizzontale, avendo cura che la temperatura sia costante fra 10 e 15°C. Per impedire che il tappo si asciughi, l’umidità deve aggirarsi intorno al 70-75%.
    Come si produce

    Il metodo di produzione del Pornassio Doc rosso prevede che le uve vengano pigiate e il mosto ottenuto messo a fermentare con la vinaccia. La temperatura che raggiunge la massa provoca la “fermentazione tumultuosa” – così definita in quanto il vino sembra bollire – e consente il passaggio delle sostanze polifenoliche dalle bucce al vino, che dopo breve tempo si colora. La svinatura permette la separazione delle bucce e dei vinaccioli dal mosto-vino. Quindi viene sottoposto a travasi, necessari a separare la frazione limpida dalla feccia e a eliminare altre eventuali sostanze solide. La fase finale del processo produttivo prevede l’affinamento e l’invecchiamento, la stabilizzazione e l’imbottigliamento.
    La tipologia Pornassio Rosso Superiore prevede una vinificazione delle uve in grado di assicurare una gradazione alcolica minima naturale di 12 gradi e un invecchiamento più lungo rispetto al rosso. Per la tipologia Sciac-trà si prevede una vinificazione delle uve con limitato contatto del mosto con le parti solide, onde assicurare il caratteristico colore rosato.
    Per la produzione del Passito e del Passito liquoroso, le uve devono essere state appassite naturalmente sulla pianta, su graticci o in locali idonei, senza l’impiego di aria riscaldata artificialmente

    … W GOOGLE!

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