Nell’articolo dedicato al Pigugno il buon Mauron richiama uno dei grandi misteri della storia: la Primiera (o, come diceva mio nonno, la Premiera).
Prima che ne facciano una monografia a Solaris, e ben dopo la prematura morte di Peter Kolosimo (che ad un trattato su UFO, Primiera e civiltà precolombiane stava dedicando un corposo saggio, quando Elvis Presley lo raggiunse e caricò sulla sua Duna color Daino per portarlo a Xanadu e donargli l’immortalità ), vediamo qui di affrontare l’argomento SENZA pretese di dare certezze in materia.
Premetto che – come anche l’ultimo dei sumarùn sa – la premiera o primiera non si fa a briscola, bensì a scopa ed anche alle varianti di scopa (tipo “strappetto” o “asso pigliatutto” et similia).
Si tratta di una combinazione di carte che assegna un punto da assommarsi alle scope ed agli altri punti (solitamente re bello, sette bello, carte e denari, oltre alle scope…a strappetto c’è anche la temutissima bazzica, la bazzica giliata e persino la variante dei 7 punti se uno si trova in mano tre carte uguali); la massima combinazione, che assegna la premiera senza discussioni, è quella composta dai quattro sette.
Oltre questa certezza, entriamo nel campo della fede e delle opinioni.
Personalmente credo che regola base sia quella che ci debba essere, nella combinazione, almeno una carta per ogni seme…ma anche questo è discusso. Ho visto attribuire primiere a giocatori che avevano 3 sette E BASTA, ovvero senza preoccuparsi di “cosa mettere” nell’altro seme.
Se i giocatori hanno entrambi 2 sette, si guarda se hanno i sei dei semi mancanti…ed anche questo è abbastanza pacifico…nel senso che se uno ha due sette e i due sei dei semi mancanti, e l’altro no, vince il primo. Ma che succede in caso di due sette e due sei? Personalmente ritengo che sia PATTA, ovvero che non si debba guardare altre carte…ma alle volte mi chiedo se questa mia teoria non sia dettata esclusivamente da pavidità , dall’atavico terrore che sorge nel chiedersi cosa sarebbe altrimenti…
Questa mia vuole solo essere uno stimolo di discussione, ed un appello a chi, depositario della Verità , volesse farsi avanti. Anche se temo che, come ogni mistero iniziatico, sia coperto da giuramenti di sangue e segretezza.
Nel frattempo…io faccio così (e, giuro, non ricordo se me lo sono inventato o me l’hanno insegnato): in caso di due sette a testa, SOMMO i punteggi derivanti dalle carte dei vari semi, considerando che NON valgono le figure.
Un esempio potrà forse chiarire: Cippo ha 7 di denari e 7 di bastoni; a coppe può mettere un 5 e a spade un 4: totale 23. Woody ha 7 di spade e 7 di coppe, 6 di denari e 4 di bastoni: totale 24, vince Woody. In caso a bastoni avesse avuto solo il 3, allora sarebbe finita pari a 23.
In conclusione mi permetto di consigliare, a chi soffre di attacchi di tosse, uno sciroppo che si chiama Seck (o qualcosa del genere), che ho preso stamattina e che, leggendo quanto ho appena scritto, ha evidenti effetti lisergici. E ora torno a lavorare.
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La Primiera era un gioco rinascimentale del tipo del poker, fatta su quattro carte invece che su cinque. La mano era valutata dal punteggio attribuito ad ogni carta: 21 ai Sette, 18 ai Sei, eccetera. Se ne volete sapere di più, andate su http://www.tretre.it, sezione storia, documenti, la primiera di francesco berni (1526) e lì scoprirete da dove viene il conteggio della primiera.
Compare, la primiera di conteggia usando i punti della stoppa (il 7 vale 21, il 6 18, l’asso 16, il 5 15, il 4 14, il 3 13, il 2 12 e le figure 10) , si prende la carta di più alto valore per ogni seme e si fa la somma, il giocatore con il valore di primiera più alto si aggiudica il punto, ecco perchè il sette è importante, perchè nel conteggio della primiera vale 21, ma anche con tre sette si rischia di non fare la primiera.
Naturalmente non si conta ogni volta, si va per confronto: ad esempio se ho 7 di bastoni 7 di coppe 6 di denari 6 di spade e 6 di denari la primiera è mia senza bisogno di contare.