Tutti i giornali oggi parlano di un segnale radio captato dal progetto SETI, che si propone di ricevere messaggi di civiltà aliene disperse nel cosmo.
Se sul Corriere della Sera sono abbastanza prudenti, i toni de La Repubbica sono entusiastici, spiegando che i tecnici SETI sono rimasti stupiti dall’eccezionale carattere del segnale.
Peccato, e i signori della SETI sono i primi a dirlo, che si tratti di un immondo cumulo di panzanate:
“Tutto comincia nel febbraio del
2003, quando gli astronomi che lavorano a un progetto di ricerca su intelligenze
extraterrestri (SETI) mettono a punto un gigantesco radiotelescopio ad
Arecibo,”
A parte che dubito che a
costruire Arecibo siano stati quelli di SETI, visto che riescono a malapena a
pagarsene l’affitto, il progetto SETI nasce ben prima del 2003.Il
radiotelescopio è quello che si vede in Contact, per
intenderci, e già solo il film è del 1997.
“Già , ma da dove arriva questa
“voce”? Da un punto fra la costellazione dei pesci e quella dell’ariete. E qui
nasce un altro mistero: lì non ci sono stelle. Ma ce ne erano 1000 anni fa
quando si suppone addirittura che lì ci fosse la presenza di un intero sistema
planetario. “
Il “si suppone” si riferisce
probabilmente alla redazione del giornale, perchè non se ne parla da
nessun’altra parte.
E poi si conclude in gran t(ri)onfo
con
“Lo spostamento relativamente
veloce del segnale inoltre sta stupendo tutti: un pianeta dovrebbe ruotare quasi
40 volte più velocemente della terra per produrre lo stesso “suono elettronico”,
mentre un trasmettitore su terra produrrebbe nella migliore delle ipotesi un
segnale con una “direzione” di circa 1,5 hertz al secondo. La pista
extraterrestre diventa sempre più probabile. “
Che confonde spostamento con
rotazione, che genererebbe un “suono elettronico” (Marziani, che rumore fa il
vostro pianeta? meeeEEEEOOOOoooowwww!), e un’improbabile “direzione” di circa
1,5 “Hertz AL SECONDO”.
Un po seccati, sul sito della SETI ()smentiscono, spiegano che molte cose se le
sono inventati quelli del New
Scientist quando hanno scritto un articolo () su un fatto poco più di routine senza capire niente
di quello che scrivevano…
e i giornai dietro a
ruota…