Il Circolo Dante

Finalmente posso soddisfare un desiderio che covo da tanto tempo: scrivere una stroncatura!
Qualche tempo fa ho sentito parlare molto vagamente di questo libro…diciamo che più che altro mi è rimasto impresso in mente il titolo. Così, durante una delle periodiche razzie onnivore in libreria (la mia ragazza legge i libri a peso, quindi il requisito principale è che sia bello spesso; tra quelli, scelgo quelli o consigliati o che hanno una recensione convincente).
Sicchè, di passaggio in quel di Carpi, ho acquistato alla Fenice questo tomo a firma di Mattew Pearl. Un thriller letterario.
Il filo conduttore è quello di un serial-killer che uccide ispirandosi alle torture che vengono inflitte ai dannati nell’inferno dantesco. I segugi, destinati a trovare il bandolo della matassa,sono anziani e boriosi professori di Harvard che, uniti nella passione per il grande fiorentino, hanno fondato un Circolo che ha come obbiettivo la traduzione dell’opera dantesca in inglese e la diffusione della stessa nella neonata Unione, che si sta ancora leccando le ferite lasciate dalla Guerra di Secessione. Essendo gli unici conoscitori di Dante nel raggio di migliaia di miglia, sono anche gli unici che riconoscono lo “stampo” dantensco dei supplizi inflitti alle vittime da questo serial-killer, che sceglie le proprie vittime all’interno della Boston-bene. Questo fa di loro gli angosciati ricercatori della verità .
Bene, adesso cambio tono. Il libro, direbbe Fantozzi, è una cagata pazzesca . E come la Corazzata Potemkin, è dai più considerato un capolavoro. Non credeteci: è pesante, contorto, pseudocolto, inutilmente “letterario”. Pearl è un pessimo chef che rovina i migliori ingredienti…uno che crede che più roba buona ficchi in una pentola, e più la cuoci, migliore sarà il risultato.
Libro per americani, per lettori di Selezione del Reader’s Digest, per acquirenti di libri “condensati” (sapevate che esistono?!?!?!)…per gente che ritiene che avere un’opera di questo tipo (cazzo: ci sono le parole “Circolo” e Dante” insieme addirittura!!!) renda, quasi per osmosi, colti.
E’ uno dei libri peggio scritti che abbia mai letto (ma sono stato fin qui abbastanza fortunato: Pearl finisce nel mio inferno personale assieme a Tamaro, Bach, De Carlo…ma la sua punizione è peggiore, per aver stravolto un’idea originale ed aver abusato del nome del Sommo Poeta!).
Gli unici meriti, per quanto mi riguarda, sono due: primo, mi è tornata voglia di riaprire la Divina Commedia; secondo…la sensazione, alla fine del libro, di essere usciti a riveder le stelle…