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Un avvocato, all’interno di un grosso studio di Perugia, se ne andava girando tra un ufficio e l’altro come un peripatetico salmodiando qualcosa tra la Kabbala e il Mago Silvan…”Roeroarneis roeroarneis”. Temendo di vedere sorgere da un momento all’altro qualche divinità infernale, venne bloccato l’osceno rito satanico e si chiese conto delle parole pronunciate dall’azzeccagarbugli :
“E’ fantastico, un vino incredibile, buonissimo, nuovo, non lo conoscevo… ma ha un nome difficile, e per ricordarmelo lo vado ripetendo…Roero Arneis”.
Mentre vedo me stesso vagante tra le aule dell’Università implorando “Gewuerztraminer Kolbenhof”, chiedo sì, ma che vino fa la Roero Arneis???
In una vecchia canzone di Elio e le Storie tese Gino Bramieri è considerato il dio della barzelletta; allora Luigi Veronelli è il dio dell’enologia italiana? Beh, se fosse dio e fosse morto mi avrebbe lanciato uno strale: Roero Arneis non è una cantina, è un vino, ed esiste un posto in Piemonte che si chiama proprio così (Arneis). Cazzo che magra!! Come espiare??
Quale migliore sacrificio di immolare una bottiglia di Roero Arneis? Quindi vado in enoteca, non lo trovo ma mi impartiscono una simpatica lezione che riporta tutta la poesia di questa bella passione. Roero Arneis oltre che un posto e un vino è anche un vitigno. Questi sono i posti del Nebbiolo, il principe dei vitigni piemontesi; per evitare che gli uccelli beccassero la preziosissima bacca nera, agli estremi dei filari delle viti di Nebbiolo veniva sempre piantata qualche vite di Roero, dall’uva più dolce e profumata, e quindi preferita dagli uccelli, “sacrificata” al Barolo che sarebbe venuto.
Poi si scopre che ci si può fare un vino, ma va’!? E chi lo apprezza e lo fa “riscoprire” al pubblico? Gli americani. Che ne fanno un prodotto di nicchia e molto prestigioso, la cosa ritorna in Italia ed ecco che un avvocato passa il tempo chiamandone il nome.
L’enoteca non lo aveva. Qualche giorno dopo ho fatto i tortelli di zucca, e ad un amico che mi chiedeva cosa dovesse portare, gli ho detto di cercare il Roero Arneis. E lui lo ha trovato.
La conclusione di questa storia? Com’è il Roero Arneis? Beh amici…la parabola si conclude, al solito, con una massima: capisce più il contadino piemontese che l’americano o l’avvocato umbro.