Manca una giornata lavorativa e mezza all’inizio delle ferie, e sto cominciando ad organizzare le piccole cose di contorno, come libri e musica.
Leggendo un post su GnuEconomy di qualche tempo fa, e dopo un breve accenno con Leonardo qualche sera fa, ho deciso di dedicarmi a Douglas Adams.
Douglas Adams è l’autore di un libricino culto fra gli amanti della fantascienza e dell’ironia, intitolato “Guida Galattica per Autostoppisti” (all’interno dell’articolo riporto l’incipit), e di altri racconti che ne conservano il tono e lo stile.Giracchiando qua e là ho trovato un sito di tributo a Douglas Adams, che permette di fare il download dei testi in italiano e in PDF.
E’ nata cosi’ l’ida di aggiungere nella sezione Downloads una sottosezione intitolata e-books; chi volesse alcuni titoli classici può farmelo sapere, da qualche parte ne ho una discreta raccolta.
Intanto, oltre a Douglas Adams, pubblico anche “Stick & Rudder”, a detta del traduttore uno dei libri più belli mai scritti sul volo.
Per ora vi saluto, direi di pubblicare l’ultimo post domani. Intanto vi lascio con l’incipit di “Hitchhiker Guide to The Galaxy”:
Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell’estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo.
A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione.
Questo pianeta ha, o meglio aveva, un fondamentale problrma: la maggior parte dei suoi abitanti erano infatti afflitti da una quasi costante infelicità .Per risolvere il problema dell’infelicità furono suggerite varie proposte, ma queste per lo più concernevano lo scambio continuo di pezzetti di carta verde, un fatto indubbiamente strano, visto che a essere infelici non erano i pezzetti di carta verde, ma gli abitanti del pianeta.
E così il probelma restava inalterato: quasi tutti si sentivano tristi e infelici, perfino quelli che avevano gli orologi digitali..
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