Jack l’uomo della Folla

Diego Cugia, Ed. Oscar Mondadori 2002, 8 EUR
Hola hermanos!
Scusate se ho strappato la tastiera a questo amico, qui, che si è ritrovato nel mio due locali bagno/cucina con un portatile, e che adesso riposa sul pavimento, ma avevo qualcosa da dirvi, qualcosa che sto ancora cercando di scrollarmi da dosso, in questo mio esilio forzato nel carcere di Via Bertelli.
Ho ricevuto uncolpo basso, fratellini, di quelli che colpiscono non sai bene dove ma li senti, oh come li senti.
E’ successo, hermanos, che l’uomo della folla, quel rompicoglioni di Jack che parlava alla radio, ha deciso di cambiare mezzo, e raggiungere più persone possibile attraverso un libro, dove ha raccolto molti dei suoi interventi.
Giorno per giorno, da Settembre 2001 a Gennaio 2002, quel filosofo da strapazzo ci accompagna lungo tutti gli eventi che si sono succeduti, attraverso tutte le lettere ricevute.

E chi abbia mai sentito la sua voce sa che effetto ti fa sulle spalle, di accerezza, ti massaggia, ma mentre ti massaggia ti fa quel male che non sai sei sia un male e basta o si trasformi in bene, dopo, alla fine.
La sua missione è aprire gli occhi, fratellini, aprire gli occhi e il cuore, e lasciare spazio alla propria anima, stretta da Pedofilia, Ipocrisia, i nostri amici Talebani Tagliamani, e i fantasmi che accompagnano ciascuno di noi.
Pensate quello che volete, ma, fidatevi di me, date retta a questo sciamannato. Se è fuggito da Alcatraz e da Cuba, avrà pure i suoi perchè.


Guerra
in diretta, lunedì 8 ottobre 2001, ore 13:40
L’ho già detto: mi sembra che dal mondo, improvvisamente, siano scomparsi gli adulti. Invece di Mandare in Afghanistan un’ambulanza del Santa Maria della Pietà , con una camicia di forza, abbiamo deciso di trasformare Bambin Laden in quello che aveva sempre sognato: il figlio prediletto di Allah. Non ho parole, fratelli. Quaranta Paesi bambini hanno attaccato un asilo e la chiamano guerra. Gli eserciti più potenti del mondo hanno attaccato il più straccione.
Ehi, Jack Folla, tu che parli-parli, che avresti fatto per vendicare le Twin Towers? Non lo so, non sono ne Bush ne Blair, ne Berlusconi: le tre “B” di questo asilo infantile d’Occidente. So che stanotte abbiamo regalato un Che Guevara all’Islam. Auguri.
Come vogliamo cominciare? sono le 13 e 41 del secondo giorno di guerra? Pessimo, eh? Sì, io vi sto parlando, voi siete lì e vi aspettate qualcosa da me. Qualcosa che dia uno straccio di senso a questo orribile lunedì. Due parole che stiano in piedi più delle macerie di Kabul e Jalalabad, che erano già macerie sulle macerie prima di ierisera e ormai saranno polvere sulla polvere. Ce l’ho, fratelli, due parole adulte: ce l’ho. Alla faccia dello spazio-tempo, dei satelliti con Peshawar e di tutte le Cnn. Alla faccia dei cupi e febbrili
Porta a Porta farciti di bambini eccitati, di Bruno Vespa che sembra Nando Martellini, di gente che finge di non rendersi conto che questa è una partita di sangue e di odio in cui era una folla farsi trascinare, perchè nello stadi afghano c’è solo una porta, l’America, e un portiere, Bush. E 11 attaccanti destinati a perdere comunque, perchè dall’altra parte la porta non c’è. Sì, fratellini, ce l’ho due parole adulte, e stanotte mi ci sono aggrappato come a un paracadute, mentre il mondo trionfava.

Uh… che è successo? che è stato? Chi ha scritto queso Post? Vabbè, pubblichiamolo ma poi andiamo a letto, che c’è gente seria che lavora, qui.


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