I Microservi

Douglas Coupland, edizioni Feltrinelli 1996, 15€ o 7,23 se siete fortunati con l’edizione del 1998
Voglio dividere con voi un altro dei libri a cui sono più legato in assoluto, e che solo una ben selezionata cerchia delle mie amicizie è stata in grado di gustare a fondo.
Il contesto infatti è squisitamente tecnologico: si tratta della storia di un gruppo di impiegati della Microsoft che, un giorno…
…durante la loro routine quotidiana, riceve la lettera di un loro ex collega,
che lo invita ad abbandonare la monopolizzata vita del campus di Redmond per
raggiungerlo nella Silicon Valley, e poter diventare finalmente parte della
“generazione 1.0”.
In ballo, infatti c’è la scrittura del meraviglioso
videogioco Oop! basato nientepopdimeno che sui LEGO!
Tutta l’atmosfera
è tremendamente geek, così come i dettagli raccontati.
Ma quello che
me l’ha fatto riscoprire (e rileggere) è lo stile di scrittura, in quei tempi
“non sospetti” in cui Internet voleva dire praticamente posta elettronica, e non
siti o Blog.
Tutto è raccontato da Daniel che, giorno per giorno, riversa
appunti sul suo PC raccontando tutto quello che succede, le sue emozioni, il suo
rapporto con Karla, arrivando persino a creare un subconscio al suo
computer.
Tutte le citazioni di cui è permeato il sito sono spassosissime, e
tipiche dell’ambiente informatico, ed è un piacere incontrarle durante la
lettura. Il traduttore ha fatto il possibile, ma non potendo cogliere tutte le
sfumature techie, qualche cosina si perde. Se potete, quindi, leggetelo
in lingua originale.


“Sono un single. Credo che in parte dipenda dal fatto che la
Microsoft non incoraggia le relazioni. L’anno scorso, alla conferenza Apple
Worldwide Developer, a San Josè, ho incontrato una ragazza che lavora non troppo
lontano da qui, alla Helwett-Packard, sulla I-90, ma la relazione non ha avuto
nessun seguito.
A volte, mi viene l’idea di mettere in piedi qualcosa di
interessante, ma poi il lavoro prende il sopravvento sulla mia vita personale,
annullo tutti gli appuntamenti e le cose saltano.
Ultimamente, non sono
riuscito a dormire bene. Ecco perchè mi sono messo a scrivere questo diario a
tarda notte: per cercare di capire il disegno della mia vita. Spero cisì di
stabilire quali sono i miei problemi e poi magari di risolverli. Sto cercando di
sentirmi meglio inserito di quanto non sia in realtà , il che è, immagino, la
condizione umana. Vivo la vita giorno per giorno. Una riga di codice senza bug
alla volta.”




Uso spessissimo l’espressione “Uhmm“. L’ho detto a Karla e lei ha
risposto che è una parola CPU. “Significa che stai raccogliendo dati nella tua
testa.. che li stai trasferendo da un settore all’altro.”
Dico troppo spesso
anche la parola “come”. E Karla ha detto che non esiste una spiegazione del
motivo per cui la gente usa questa parola: la sua ipotesi più sensata è che
quando dici “come” tenti di dar voce al 97 percento inutilizzato del tuo
cervello in modo da conferirgli esistenza. Non è molto lusinghiero.
Penso che
farò un Search & Replace mentale al mio cervello per rimuovere queste due
parole seccanti. Cercherò di debuggare me stesso.


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