Un week-end ai confini della realtÃ

Verso la fine della settimana scorsa mi sembrava di essere il protagonista di un Truman Show di pessimo gusto.
Già Giovedì sera sono andato a casa di un.. amico di amici per una… scorribanda sul web, una di quelle cose che mi fanno incaponire e mi fanno rimanere inchiodato al PC ad oltranza, alimentato da Bacardi Breezer.
Quando l’amico di amici cominciava a dare forti segni di cedimento e ad appisolarsi, missione compiuta! Sono arrivato a casa verso le quattro e mezza, maledicendo gli uccellini che dal terrazzo avevano già cominciato a dire la loro sul venerdì.
Ma questo è solo l’inizo!

Venerdì arrivo a lavorare già un po’… provato, e il mio compito per la giornata consiste nel quantificare la creazione di tre Vortal con sopra un Marketplace Orizzontale (cos’è un Vortal? Io pensavo che fosse uno dei nemici di Harry Potter, e invece guardate qua: su cercando Vortal su Google trova più di 88.000 riferimenti!), con 125 funzionalità fra le quali “taratura personalizzabile del rating“, e fin qui ci possiamo ancora arrivare, e la mia preferita: “Gestione dei processi relativi alle componenti strutturali dell’attività “.
Venerdì sera sono arrivato a casa con la seria intenzione di svenire e di risorgere al lunedì.
Pisolo, Brontolo, e menalsòAd assestarmi il colpo di grazia è il rientro a casa, dove i nuovi vicini anno delimitato il loro territorio con Biancaneve, i sette nani, e tutta la famiglia.
Triste e sconsolato, fotografo di soppiatto e mi allontano a capo chino.


Sabato mattina, una botta di vita: verso le otto suona alla porta nientemeno che il tecnico delle zanzariere, che entra, trapana e smartella prima che riesca a trovare (a tentoni) la macchina da caffè.
Nel frattempo, un tale Geremia (anche lui amico di amici) sta allegramente motozappando il cortile sotto le mie finestre.
Stavo giusto chiedendomi come avrei potuto occupare il resto della mattina (ne vedo così pochi, di Sabato mattina), quando Geremia ha la brillante idea di motozappare il tubo di scarico delle fognature. Per cui, o passo in ascesi stitica il resto della mia vita, o vado a restaurare il tubo…
Viene ora di pranzo, in qualche modo ho conservato la voglia di mangiare, e mi consolo con un pranzo, e una pennica post-pasto.
Vengo svegliato da strani sciacquii (oddio, lo scarico!), e invece mi ritrovo nel mezzo della cosa più divertente della giornata: una gara di gavettoni fra vicini! Io e il mio vicino dal balcone a buttar giù secchiate, quelli del piano terra in cortile con la canna da giardino…
Visto che c’è da far passare il pomeriggio decido di compiere un passo inusitato: a più di un anno dall’ultimo acquisto, decido di andare a comperarmi dei vestiti.
In negozio comincio a fare incetta (maglie, pantaloni, anche un paio di lenzuola), in un tempo record di 35 minuti. Nel camerino a fianco la moglie e la commessa commentano le scelte di un inerme marito, che ormai non ha più il diritto di replica, e subisce test di “spolverini più briosi” o “maglie meno impegnative”.
Mi faccio il segno della croce, penso un attimo al post “Prova pratica di sopravvivenza: lo Shopping” di Selvaggia Luccarelli e Gianluca Neri su Gnueconomy, e benedico la mia fiera condizione di single.
Come monito, ricevo, alla cassa, un approccio della cassiera, che mi dice “mo firmami qui per la carta di credito, magari mettimizi anche il numero di telefono, valà , che non zi za mai…”
Dopo pochi secondi di incredulità (e chi mi conosce sa che non sono … ehm… un Tombeur de femmes) afferro la sporta e mi dirigo verso le scale mobili, con guardi atterriti alle spalle.
(no, non sono gay, è che la commessa non era proprio un gran che!)
Completo il mio tour consumistico comperando pesto alla genovese surgelato in un posto che si chiama come un personaggio di Start Trek (qui per la pubblicità ), e riflettendo sui casi della vita.


Domenica niente di particolare, stavo cominciando a prepararmi per andare in piscina (a casa di amici), guardando incerto un temporalone avanzare all’orizzonte, quando un’amica ha chiesto ospitalità , ovviamente offerta.
Passano due o tre ore, durante le quali nasce il concept TV “a casa di Mauron“, ed è già ora di cena.
"Le Streghe"Raggiungo i miei amici e, come NON facciamo da anni, ci dirigiamo a mangiare la pizza in luoghi inseplorati, dalle parti di Anzola. Il posto non è affatto malvagio, a parte il cameriere pazzo (ce ne dev’essere uno almeno in ogni locale, da queste parti) e l’uniforme degli inservienti, che è una bella maglietta arancione, proprio come quella che ho comprato sabato e che ho deciso di inaugurare.
Vabbè, se fossi donna l’avrei presa peggio 🙂


La serata prosegue, e due nostri amici assenti, sapendoci riuniti, ci comunicano via SMS che aspettano il secondo figlio… qualcuno lo sa già , qualcuno no.
Mi fa un po specie, qualche anno fa fui io a sapere per primo (fra gli amici) dell’esistenza del primo figlio, ed anche dei nomi del nascituro/a… ma molte cose sono cambiate da allora; non credo neanche più che, se bimba, si chiamerà Viola, ma questi sono altri discorsi.

Era buio, che volete che fotgrafasse un telefonino?Il resto della serata prosegue su due mondi paralleli, in uno sto ripensando al passato, e nell’altro lo rivivo, in una visita a Piazza Maggiore che è dai primi tempi della patente che non si faceva in compagnia.
A chiosa di tutto, lunedì mattina mi telefona un amico di Torino per chiedermi se vado con lui in Botswana (ecco il sito del governo, con tanto di link zebrati e leopardati!)…
Tutto qua. Se tanto mi da tanto, ho grandi aspettative per il resto della settimana… 🙂