To Blog ot not to Blog?

Egregi signori, signore, eminenze, scienziati, amici, pionieri e dottori,
Perdonate questa azione di SPAM garibaldino, ma sono a chiedervi consiglio
Non vogliate cogliere ironia in questa mia, le domande sono dirette e sincere.Prima un breve preambolo:
La Rete è una mia seconda casa, e la frequento per gioia e per lavoro già da un
po’ di tempo, tanto da poter consigliare ad un amico di acquistare un modem
interno 14400 mentre eravamo negli stati uniti, perchè là costava meno (ha poi mai
funzionato, quel modem?).
Nonostante il ribollire dei contenuti di internet è stato facile distinguere le
varie fasi delle pagine personali, dai pionieri testuali a sfondo grigio, passando
per quelle tutte piene di arcobaleni, MIDI, caselle postali che si animano,
gigantesche @ che ruotano, e nessun contenuto.
I più ambiziosi cominciavano a pubblicare notizie e recensioni, salvo poi leggere
nella righina in fondo che l’ultimo aggiornamento risaliva a mesi e mesi prima
(ed, ebbene sì, lo ammetto, in quest’ultima schiera mi sono allineato anch’io, tre
o quattro anni fa).
Una volta trovato il tempo di realizzare in maniera tecnicamente soddisfacente (e
la voglia di creare contenuti), ho aperto, all’inizio di quest’anno, il mio
sito, http://www.boffardi.net .

Dopo i primi mesi di apertura, vedo che la mia “comunità ” non è cresciuta, non si
trovano commenti, risposte, e le visite non vanno al di là della schiera degli
amici abituali (e a volte nemmeno quelli).
Ora, io non è che voglia campare di banner, ma pubblicare su un sito sconosciuto è
un po come parlare in una stanza vuota, non ci sono grandi stimoli alla
discussione… si fermasse anche solo un Testimone di Geova lo incastrerei in un
forum per un paio di mesi!! 🙂
(Uhm… il preambolo comincia a non essere più “breve”! Beh, ora si parla di voi,
portate pazienza!)

Contemporaneamente ho tenuto d’occhio un fenomeno nuovo, in cui il mio amico del
modem 14400 ha messo su un Blog, e questo Blog ha messo “radici”, eventi si sono
succeduti, e da questo Blog si stabilivano sinapsi con altri Blog, in un viavai di
scambi, commenti, litigi, insomma di dialogo.
Il tempo dedicato alla navigazione mattutina prende sempre più tempo, e, come dice
Leonardo, ormai è impossibile leggere
tutto in otto ore di lavoro (ehm…)
Come mi piacerebbe far parte di questa rete, mi sono detto!

In questi giorni, manco a farlo apposta, nuovi spunti di riflessione: innanzitutto
ho comperato “Mondo Blog” (pubblicità efficace! Speriamo solo che BOL me lo
consegni in fretta) de la
Pizia
, poi su Gnueconomy e Blog.it si parla, con un poco di malcelato
disprezzo, dei siti commerciali che propongono di “apripre il proprio blog”
e non più a “costruire la propria pagina personale”.
E qui, finalmente, cominciano le domande, utili a capire se posso, e come posso,
entrare a far parte della comunità dei bloggers.
Cosè che fa di un sito un Blog? e’ possibile capire quando un sito è un
Blog, con tutti gli annessi socio-culturali, e quando invece è una delle
solite e inutili “pagine personali”?
E’ necessario un taglio giornalistico? O un allinamento politico?
Sono un fesso che vuole cavalcare una moda?
Forse è una questione di interconnessione tecnologica, per cui devo mettermi a
scrivere/cercare moduli PHP per il Feed RSS, il TrackBack, la BlogBar?
O scrivo cose troppo “povere”? Ma, diavolo, ci sono tredici commenti persino ad un
post sulla S scisciola di Costanzo, a neanche metà pomeriggio!
Ho avuto l’ardire, pochi minuti fa, di iscrivermi nella directory dei Blog di
blog.it di Quintostato, ma con un vago e
generico senso di colpa, per essermi autoattribuito la status di Blog.
Ha un senso?

E qui vi chiedo consiglio; se può servire un posto per parlarne in comune, ho a
disposizione un forum qui, basta scostare le ragnatele, altrimenti vi seguirò sui vostri
Blog.

Se le nostre parvenze offesi v’hanno,
immaginate, e poco sarà il danno,
che quanto compare qui davanti
fu inganno, e che sognaste tutti quanti.
E il pigro e ingenuo spunto
che in sogno abbiamo assunto
perdonateci, e noi sapremo fare
del nostro meglio per riparare.


Mauron