Sono ormai le 20.47, e l’Italia è ferma.
Sono appena uscito a buttare la spazzatura, e il clima è surreale; le 20 finestre del paese dove abito sono tutte spalancate per l’afa, e gridano all’unisono i cori in diretta da Manchester. Nel tramonto la luce azzurra soffusa delle TV rimanda alle estati dei Mondiali, quasi quasi mi commuovo!
La TV è monocorde, il TG5 viene trasmesso in diretta dalla sala stampa dello stadio. La morte di un poveraccio a Cesena passa in secondo piano rispetto all’intervista di un certo Nedved, che a quanto si può capire non può giocare, ed il perchè non viene menzionato, è ovvio che tutti debbano sapere.
Perchè sono estraneo a tutte queste cose?
Cà spita, mi sento un poco Winston:
La cosa che si disponeva a fare consisteva nell’incominciare un diario. Ciò non era illegale (nulla era illegale, perchè non c’erano più leggi); ma se comunque fosse stato scoperto, non c’era dubbio che sarebbe stato condannato a morte, o a venticinque anni almeno di lavori forzati. Winston infilò un pennino nella cannuccia e lo succhiò, come s’usa per facilitare la presa dell’inchiostro. […]
Intinse la penna nel calamaio e quindi esitò un istante. Ebbe un fremito fin nelle budella. Segnare la carta sarebbe stato l’atto decisivo. Con certe piccole goffe cifre, scrisse: “4 aprile 1984”.
E, cà spita ancora, mentre scrivevo la data, un urlo straziante erompe dalla mia, di finestra, senza precisa provenienza, magari dai pioppi, o dal parcheggio, o dalla scuola qui fuori; non resisto, sbircio, pare che abbiano annullato un gol.
Cambio canale, e vedo Giuliano Ferrara che dice che apprezza la simpatia di Giovanardi.
Il surreale impera, penso che me ne andrò a dormire!