Beppe Severgnini, ed. Economiche Rizzoli, 260 pag, 7,75â¬
Poco tempo fa ho espresso il mio parere su “Lo Schiavo“, che mi ha portato a conoscere di più la tradizione e la cultura ebraica. Questo mi ha portato a rispolverare (e rileggere) un libro che lessi al mio ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, “Un italiano in America”, appunto, che racconta con il punto di vista si un nostro connazionale la vita quotidiana e la mentalità degli americani.
Mai come in questo periodo, infatti, mi piacerebbe conoscere quello che passa loro per la testa…
Il
libro è tutto meno che un saggio politico/economico. In forma di diario sono
raccontate tutte le vicissitudini di un cittadino europeo alle prese con lo
stile di vita americano.
Fra molti sorrisi si riscopre tutto ciò che
quotidianamente emerge dalla cinematografia di Hollywood, e che non è finzione,
ma rappresentazione della realtà ! Cito, e sottoscirvo con esperienza:
In America non si va. In America si torna, anche la prima volta.
Il nostro cervello è tanto pieno di “informazioni americane” che questo paese
offre una successione di déjà vu. Ogni scena sembra d’averla già vista;
ogni cosa pare di averla già fatta. La familiarità dell’America è
terrificante..
L’edizione supereconomica e tascabile lo
rende un piacevolissimo compagno di viaggio, non ncessariamente negli USA.
Attraverso il racconto ci si rende conto non solo delle realtà incontrate dai
viaggiatori italiani, ma anche di come questi ultimi reagiscano e traggano
vantaggi… e figuracce.