Torta Kalì (o delle 6 braccia, di cui una lavora)

Cari giovini, il fine settimana è trascorso in modo sorprendentemente quasi-analcolico (salvo una boccia di Barco Reale 2001 Tenuta di Capezzana, che mi ha un poco deluso ma che ha un rapporto qualità -prezzo comunque buono).
In compenso, mentre mi stavo sorbendo l’ultima grappa di Brunello un amico ci invita a casa sua per una cenetta, a patto che gli dessi una mano a cucinare. “Quanti siamo?”, gli chiedo. “Otto”. Io faccio i conti, e chiedo chi sia l’ottavo. “Gianni”. OK, si comincia bene: Gianni è l’ex della mia morosa, ed il fatto che lui risieda nella stessa città a due metri da dove lei lavora, ed io a 330 km mi fa pensare al menù.. nel senso che mi chiedo quale condimento sia più adeguato con la stricnina.
Gli otto poi diventeranno 14…ma questa è un’altra storia, sappiate solo che il vostro supereroe se l’è cavata con una carbonara della madonna. Facile direte voi…sì, facile…ma provate a fare spaghetti alla carbonara per 14 NELLA CASA DI UN SINGLE MASCHIO, con pentole, posate e quant’altro adatte per un tete-a -tete al massimo…
Ma veniamo alla riceta del giorno: la torta che ho portato.
Il nome che ho dato al prodotto è Torta Kalì, e capirete subito perchè.
INGREDIENTI:
400 g farina 00
2 belle gnocche, una castana e una bionda, possibilmente sorelle
3 uova,anzi no, 4
2 hg zucchero + una quantità imprecisata zucchero a velo per montare le chiare
una bustina lievito vanigliato
2 hg scarsi di burro
un po’ di latte (tipo 200 g)
gherigli di noce a piacere
un bel po’ di cannella
un pizzico di sale
PROCEDIMENTO:
in una piccola cucina si prendono due gnocche e si consente loro di ronzare intorno. Questo è molto importante alla riuscita del prodotto finale, in quanto coi loro maldestri consigli riusciranno comunque a dare quel non so chè. Unire farina, cannella, noci, zucchero, lievito, sale e i tuorli. Fondere il burro e raffreddarlo col latte. Unire mescolando all’impasto, che sarà dannatamente duro.
A parte montare a neve le chiare con lo zucchero a velo (meglio ancora se lo monta qualcun altra). Incorporare le chiare a neve all’impasto, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno in modo da incorporare aria.
Foderare una teglia con carta da forno, versarci l’impasto dentro e cacciarlo in forno caldo (180°) per 35 minuti.
A questo punto sentire la consistenza con uno stuzzicadenti. Sarà quasi sicuramente un disastro. Lasciare che le gnocche siano prese dal panico. Risolvere brillantemente la situazione mettendo il forno con il calore proveniente dal basso per per altri 15 minuti circa. Quindi pomiciare con una o entrambe sul divano, trascurando il drin del forno per almeno altri 5 minuti. Accompagnarle a vedere la torta. Mentre una delle due infila lo stecchino nella torta ancora nel forno approfittare per toccarle il sedere.
Accompagnare la torta con crema ancora calda e abbastanza liquida.
Note: potrebbero esserci problemi 1) se il forno è ventilato, ovvero se non ha la funzione calore proveniente solo da sotto, perchè la cosa potrebbe impedirvi di simulare il colpo di genio e quindi di pomiciare per 20 minuti abbondanti; 2) se il formo è ad altezza uomo (o meglio donna) non vi sarà possibile approfitare della flessione per toccarle il didietro.
Alla prossima avventura!