Non Seguitemi, Mi Sono Perso anch’Io (ovvero: guida alle guide)

Chi, avendo un po’ di passione per il vino, non ha almeno una volta scorto una
guida?
Chi, avendone lette almeno due, non si è posto il problema
dell’attendibilità delle stesse, quando ha notato differenze anche sostanziali
sulla valutazione degli sessi vini. Ed in generale, vi siete mai chiesti come si
fanno le valutazioni?
Infine, vi è mai capitato di bere un vino scarsamente
valutato e di fare invece un salto sulla sedia per uno dal giudizio più umile?
Se la risposta fin qui è no, andatevi a scaricare ufo enemy unknown e lasciatevi rendere dal gioco più uncinante del mondo (è un termine tecnico, ignoranti…significa che crea dipendenza!); se è sì proseguite nella lettura e solo dopo andate a scaricarvi il giocuzzo.
Allora, le bibbie fondamentalmente sono tre: quella del Gambero Rosso, quella di Veronelli e quella dell’AIS; il massimo voto per la prima sono i tre bicchieri, per la seconda 100/100, per la terza i 5 grappoli (ma i sommelier danno comunque i voti anche in centesimi).
Una pubblicazione molto interessante (ed economica!) è poi la “guida al bere bene” sempre della slow food editore (quella del Gambero, per intendersi), che recensisce diverse centinaia di vini dal costo inferiore agli 8 €, oltre a segnalare gli oscar qualità -prezzo e le migliori enoteche.
Dopo questo breve inciso, altrettanto brevemente dico la mia: lasciatevi accompagnare dalle guide, ma non fatene un oggetto di culto o da citarsi con troppa leggerezza, ed in particolare non vi mettete come sto facendo io a discutere sull’attendibilità delle stesse.
Le guide sono scritte da uomini che hanno due cose: un gusto ed un portafoglio. LA degustazione non è una scienza esatta, e questo dà conto delle prime differenze di giudizio. LE altre differenze di giudizio possono essere motivate da quante inserzioni pubblicitarie questa o quella cantina mettono sulla rivista o sulla guida.
Con questo non voglio dire che i degustatori siano puttane; ma converrete che se un ottimo vino della cantina x è alla soglia dei 3 bicchieri, il simpatico sommellier del Gambero si lascerà portare con comprensibile naturalezza ad accordare quel punticino in più che “regala” i 3 bicchieri e quindi la fortuna commerciale di un vino.
Ecco perchè vi do’ un consiglio: se una guida dice che un vino è da 3 bicchieri (o 5 grappoli ecc), siamo in presenza sicuramente di un ottimo prodotto; ma potreste tranquillamente essere più soddisfatti da un 2 bicchieri, anche perchè non siamo professionisti bensì ghiottoni, ed il gusto personale è fondamentale, più che fondamentale! Personalmente (ma io sono un coglione) credo che quest’anno i curatori della Giuda (più che guida) del Gambero si siano prostituiti più del dovuto. Andate a sentire il lambrusco Nivola di Cavicchioli, due bicchieri, poi mi sapete dire (sui lambruschi segue un capitolo doveroso a parte, uno di ‘sti giorni, quando mi tira).
Correte invece in edicola a comprare la Guida al Bere bene: è uno strumento perfetto per chi come noi vuole gustarsi una bella boccia senza fare dei mutui, e per chi è comunque curioso e sa che in questo modo può assaggiare vini che se avessero i prezzi esorbitanti che spesso hanno lascerebbe dormire nei recessi di qualche oscura osteria. E fidatevi di me, passate in rassegna il capitolo sull’Umbria o sulla Toscana: vini onestissimi, potenti, buoni.